in michigan contro il lockdown -5

IERI IN GUERRA CON LA CORONA INGLESE, OGGI ALL'ASSALTO DEL CORONAVIRUS - IN AMERICA È TORNATO IL TEA PARTY, CON GRUPPI PICCOLI MA MOLTO ATTIVI, BEN COORDINATI E FINANZIATI DA MILIARDARI DELLA DESTRA RADICALE, CHE HANNO L'OBIETTIVO DI ''SFONDARE'' I LOCKDOWN, PERCHÉ LE MISURE SANITARIE SONO VISTE COME VIOLAZIONE DEI DIRITTI COSTITUZIONALI. GLI ASSIST DI ''FOX NEWS'' CONTRO I ''GOVERNATORI LIBERTICIDI''

 

Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera

 

in michigan contro il lockdown 9

Proteste di gruppi piccoli ma molto attivi, ben coordinati e finanziati da miliardari della destra radicale spuntati all' improvviso in molte parti del Paese. Fu così che, inizialmente sottovalutati, i Tea Party nel 2009 eressero le barricate contro le quali si infranse la riforma sanitaria di Barack Obama (che verrà poi approvata in una versione molto annacquata).

Undici anni dopo la storia si ripete - simili lo scenario, le modalità organizzative e la spinta politica - con le proteste degli attivisti che chiedono di riaprire subito l' America e considerano le misure sanitarie contro la pandemia - attività economiche sospese e distanziamento sociale - violazioni dei loro diritti costituzionali.

in michigan contro il lockdown 8

 

Mercoledì scorso la prima marcia sul Campidoglio di Lansing, la capitale del Michigan. Sembrava una manifestazione spontanea, nata da un passaparola su Facebook.

Invece c' era dietro una vera organizzazione che ha lanciato un' offensiva denominata Operation Gridlock. Da lì una raffica di altri assedi ai governatori (democratici e repubblicani) che hanno adottato misure sanitarie prudenziali, dal Texas alla Pennsylvania, dall' Arizona all' Ohio.

 

in michigan contro il lockdown 7

Le nuove proteste, che si sono moltiplicate nel weekend e continuano anche in questi giorni, oltre al sostegno di mani finanziarie forti del fronte conservatore (come quelle della famiglia di Betsy DeVos, ministro del governo Trump) hanno un altro importante elemento in comune coi Tea Party: come i movimenti di allora, sono attivamente sostenute dalla Fox, la rete televisiva conservatrice di Rupert Murdoch; i suoi conduttori soffiano sul fuoco del disagio economico crescente dei cittadini - un fenomeno sicuramente reale - mettendo sotto accusa i «governatori liberticidi» e presentando gli attivisti, molti dei quali scesi in piazza in tuta mimetica e imbracciando fucili automatici, come eroici difensori della Costituzione. Proprio come 11 anni fa, la Fox pubblica il calendario delle manifestazioni e sul suo sito offre anche informazioni logistiche a beneficio degli organizzatori delle proteste.

in michigan contro il lockdown 6

 

Be', a voler spaccare il capello in quattro una differenza rispetto al 2009 ci sarebbe.

Allora alla Casa Bianca sedeva un presidente, Obama, che i Tea Party volevano abbattere. Ora invece i ribelli anti-lockdown inneggiano al ticket presidenziale Trump-Pence. Ma come, non sono stati proprio loro due, dopo i tentennamenti iniziali, a ordinare il confinamento nelle abitazioni?

 

in michigan contro il lockdown 5

Di questi tempi, si sa, umori e interpretazioni contano più dei fatti, strumentalizzati a fini politici in modo sempre più sfacciato. A destra come a sinistra. Trump, che in questo campo è il più abile e spregiudicato, seguendo la solita logica da «partito di lotta e di governo» inneggia agli insorti che chiedono la rimozione di blocchi che lui stesso ha decretato.

 

Per levarsi di torno i pedanti che pretendono un minimo di coerenza, viene diffusa la narrativa di un Trump che vorrebbe riaprire, ma è imprigionato da un lato dagli esperti sanitari della Casa Bianca, dall' altro dalle resistenze di molti governatori.

Gli attacchi si concentrano così su questi ultimi - con Trump che invoca la «liberazione» di Michigan, Minnesota e Virginia - dimenticando che gli Stati non sono ancora nelle condizioni previste dalla Casa Bianca per allentare i vincoli: due settimane di riduzione del contagio.

in michigan contro il lockdown 12

 

Non va meglio agli epidemiologi, da mesi in prima linea. La tragedia del coronavirus sembrava aver risvegliato le coscienze e riabilitato gli esperti. Macché: superato il picco dei morti e dei contagi, i competenti tornano sul banco degli imputati. Sono sospettati di usare la scienza per trasformare l' America libertaria in un Paese statalista. Gli umori di questi attivisti, pochi ma energici, emergono, chiari, dalle loro insegne: «La libertà è più forte della paura»,«Gesù è il mio vaccino» mentre la «social distance«, diventa «socialism distance».

 

Il bersaglio preferito? Il mite dottor Fauci: da epidemiologo della Casa Bianca a carceriere che tiene in gabbia Trump.

DEVOS TRUMP1DEVOS FAMILYin michigan contro il lockdown 3donald trump in michigan per un comizioin michigan contro il lockdown 10in michigan contro il lockdown 17in michigan contro il lockdown 1gretchen whitmerin michigan contro il lockdown 15in michigan contro il lockdown 11in michigan contro il lockdown 13in michigan contro il lockdown 14in michigan contro il lockdown 19in michigan contro il lockdown 16in michigan contro il lockdown 18in michigan contro il lockdown 2in michigan contro il lockdown 4

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)