
“IL VENETO ALLA LEGA E LA LOMBARDIA A FRATELLI D'ITALIA? NON LO ESCLUDO” – IGNAZIO LA RUSSA MANDA PIZZINI AGLI ALLEATI: “MA SE SALVINI O ANCHE GIORGETTI DICONO CHE VOGLIONO FARE IL PRESIDENTE DI REGIONE, CI PENSIAMO…” – "LEGA E FORZA ITALIA FANNO SCUDO CONTRO L’IPOTESI LUPI SINDACO DI MILANO? NON CREDO SIA UNA QUESTIONE PERSONALE. PUÒ ESSERE PERCHÉ SONO CONVINTI CHE CON UN CIVICO SIA PIÙ FACILE ATTIRARE VOTI CENTRISTI MA UN CIVICO PER ORA NON C’E” – “LA DISCESA IN POLITICA DEI FIGLI DI BERLUSCONI? MI PIACEREBBE ANCHE SE PROBABILMENTE NESSUNO DI LORO È DISPONIBILE…” – E SU SAN SIRO…
Maurizio Giannattasio per il “Corriere della Sera” - Estratti
ignazio la russa al funerale di pippo baudo
Quattro anni fa il centrodestra è arrivato in extremis alla scelta del candidato da opporre a Sala. Con risultati disastrosi. Presidente Ignazio La Russa a che punto siamo?
«Prima si deve risolvere la partita delle Regionali e vista l’importanza di Milano è giusto che la proposta parta dalla città. Sono convinto che la scelta non debba essere affidata a un vertice nazionale, anche se è corretto che la parola finale sia dei leader della coalizione. A Giorgia Meloni ho detto una sola cosa».
Cosa?
«La mia opinione è che non si possa partire ponendo la questione se debba essere un candidato civico o politico. Non esiste la certezza che un politico sia meglio di un civico così come non esiste la certezza del contrario.
Dipende da chi ha più probabilità di vincere, ma anche chi ha più probabilità di governare bene. Il centrodestra non è come il campo largo, non si unisce solo con lo scopo di battere Sala, ma per trovare un candidato che possa vincere e possa poi governare bene. Oggi come oggi si parte senza percorsi obbligati. Non è un obbligo il civico, non è un obbligo il politico».
Nomi di civici ne sono circolati a partire dall’ex rettore del Politecnico Ferruccio Resta che però ha declinato. Vede in giro altri nomi?
«A oggi, il civico non è emerso. Non perché non mi piaccia, ma perché non lo vedo emergere. E comprendo che dopo le ultime elezioni vinte dalla sinistra, anche un eventuale nome spendibile, un civico importante, si tiri indietro. C’è anche un altro motivo: il civico deve essere una persona con un curriculum idoneo, un’esperienza sufficiente a governare e un nome spendibile. Deve essere già noto, conosciuto. Abbiamo già visto che anche se uno è bravo ma non lo conosce nessuno, la cosa non funziona».
Per questo ha detto che le piacerebbe la discesa in politica dei figli di Berlusconi?
«Sì, anche se probabilmente nessuno di loro è disponibile. L’ho detto come esempio perché hanno respirato l’aria della politica, hanno una grande professionalità, hanno un nome. Ecco questi requisiti sono indispensabili per qualsiasi candidato che voglia avere chance di vittoria».
Lega e FI stanno facendo scudo contro l’ipotesi di Maurizio Lupi. Perché?
«Non credo sia una questione personale. Può essere perché sono convinti che con un civico sia più facile attirare voti centristi. Ma lo si può fare in altri modi, per esempio un sindaco politico e un vicesindaco civico centrista non espressione di un partito. O che si indichino prima tre-quattro assessori al di sopra dei partiti.
santanche la russa yacht la pausa
Non credo, invece, che si possa trattare di timore di competizione elettorale perché Lupi è di centro tanto quanto FI. Semmai Tajani si augura di trovare lui un buon civico capace e con forti probabilità di vittoria. Me lo auguro. Se lo troviamo sono d’accordo con Tajani».
Sarà FdI a dare le carte?
«Non ci teniamo. Noi abbiamo nomi idonei, politici e anche civici. Qualcuno ha addirittura parlato di Giovanni Bozzetti che escludo possa essere il nostro candidato perché ha un compito da svolgere che è quello di presidente della Fondazione Fiera. Non abbiamo mai pensato di risolvere il problema di Milano in base a una convenienza di partito tanto che l’unico nome che avevo ipotizzato è di Noi moderati. Il nostro obiettivo è battere la sinistra».
Arriviamo allora alle Regionali. C’è qualche passo avanti sul Veneto?
«Affrontare oggi questo tema alla cieca è sbagliato e credo sia corretto che per vincere non solo bisogna trovare i candidati giusti, ma che vi sia piena soddisfazione da parte di tutti i soggetti
(…)
Il punto di equilibrio sarà il Veneto alla Lega e la Lombardia a FdI?
«Potrebbe, non lo escludo. Ma non per un baratto. In Veneto Fratelli d’Italia ha ottimi nomi, ma ce li ha anche la Lega. In Lombardia, se si eliminano i nomi dei ministri, le personalità di FdI sono prevalenti. Se poi Salvini o anche Giorgetti dicono che vogliono fare il presidente di Regione, ci pensiamo. Noi non abbiamo ministri che neanche lontanamente aspirano a fare il governatore».
Carlo Fidanza?
«È un ottimo nome e lo ho anche esplicitato ma ce ne possono essere anche altri.
Aspettiamo».
È possibile un anticipo delle Regionali al 2027 quando si andrà anche al voto di Politiche e Comunali?
«Me lo auguro. Anche per ragioni di semplicità del voto. Ritengo sbagliato che le regioni vadano al voto a spizzichi e bocconi. Va bene l’autonomia ma dovremmo arrivare ad avere un’election day unico per le regioni, meglio se insieme alle Politiche».
antonio tajani, giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresse
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Adesso è bagarre sulla vendita di San Siro. Cosa voterà FdI?
«La nostra posizione è chiara: Milano ha bisogno di un nuovo stadio, ma non a costo di abbattere San Siro. Si poteva, e forse si può ancora, costruirne uno mantenendo l’attuale, che ha valore economico e può ospitare eventi. Comune e società non hanno mai preso in considerazione l’ipotesi.
Ora i nostri consiglieri devono scegliere: dire no al nuovo stadio significherebbe negare un impianto moderno, dire sì significherebbe accettare la demolizione di San Siro. Sarebbe utile distinguere le due domande: nuovo stadio?
Sì. Abbattere San Siro? No. È qui la differenza con i Verdi, che dicono no a tutto. Ora il gruppo si interroga su come tenere insieme queste posizioni e vuole capire se il no dei dissidenti della maggioranza sia reale o di facciata: anche da questo dipenderà l’atteggiamento di FdI» .
ignazio la russa – cerimonia del ventaglio al senato - foto lapresse