francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

ALBERTO NAGEL

DAGOREPORT

Alle ore 10 di lunedì 16 giugno si apre l’assemblea di Mediobanca per decidere il destino dell’offerta pubblica di scambio (Ops) lanciata da Piazzetta Cuccia su Banca Generali; all’ora di pranzo sapremo l’esito della guerra all’ultima azione dichiarata dal governo Meloni per espugnare il potere economico-finanziario di Milano, che ha sempre detestato le ingerenze della politica.

 

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE MILLERI

Se il fronte governativo capitanato da Caltagirone e Milleri (Delfin), riuscirà a far fuori lo schieramento del Ceo di Mediobanca, Alberto Nagel, cadrà il Muro di Milano e la via sarà spalancata per la conquista del “forziere d’Italia”, Generali Assicurazioni.

 

E se Fassino anni fa annunciava garrulo “Abbiamo una banca!”, i Fazzolari di Palazzo Chigi brinderanno alla conquista totale del sistema bancario del Belpaese.

 

I sudori freddi di Caltariccone di finire con il culo a terra non trovando più a sostenerlo la sedia di Milleri (Delfin detiene il 20% di Mediobanca), sarebbero finiti.

 

i figli di leonardo del vecchio al funerale del padre

Alla riunione della famiglia Del Vecchio (6 eredi, più la vedova Nicoletta e il di lei figlio Rocco Basilico, alcuni apertamente ostili alla joint-venture con Calta), pare che alla fine siano stati convinti da Milleri di affiancare l’imprenditore romano, in nome dell’odio del defunto paperone di Agordo nei riguardi di Nagel che gli fece fallire nel 2019 l’acquisizione del gruppo sanitario milanese dello IEO e del Monzino.

 

Non bastò alla Delfin un assegno di 500 milioni di euro per far capitolare Mediobanca.

 

Ma lo scontro finale sarà incertissimo: si deciderà sul filo di lana. Nel giardino meneghino dell’Hotel Bulgari, luogo di incontro degli addetti al mega-risiko in corso, si sussurra che tra i due schieramenti si conteggiano micro distacchi, tipo 0,1-02%.

 

ALBERTO NAGEL

A Milano infatti è in corso una sfrenata caccia al voto da parte degli emissari di Calta e di Nagel per convincere gli azionisti, anche di minimi pacchetti, a passare dalla loro parte.

 

Si spiffera di “stato di assedio” ai soci del patto di consultazione dell’istituto di Piazzetta Cuccia.

 

Se Mediolanum di Doris, con una partecipazione del 3,49%, è schieratissima con Nagel, il 2,1% in mano a Edizione (holding della famiglia Benetton), è ballerina: il rampollo Alessandro deciderà all’ultimo istante.

 

francesco gaetano caltagirone sbrocca report 7

Tra le figure più attive in questi mesi nella costruzione dell’OPS di Monte dei Paschi su Mediobanca si è segnalato il ministro del Mef, Giancarlo Giorgetti, dall’alto dell’11% che il suo dicastero possiede della banca senese.

 

Il suo emissario è l’attivissimo ex-direttore generale del Mef per le partecipate, Marcello Sala, dal 30 aprile scorso presidente di Nexi.

 

Sue molte delle chiamate fatte a fondazioni e casse previdenziali per ingrossare le fila dei sostenitori all’Ops di Mps. Alla chiamata hanno risposto presenti Enpam, Enasarco e Cassa Forense.

 

ieo milano 1

Ma queste sono quisquilie e pinzillacchere rispetto alla bomba esplosa nel pomeriggio di ieri sul sito Lettera 43.

 

"Unicredit ha presentato un esposto alla Procura di Milano in merito a presunti accordi di concerto tra il gruppo Caltagirone e Delfin sull’acquisto di azioni del Monte dei paschi di Siena (Mps) in portafoglio al ministero dell’Economia attraverso Banca Akros (istituto che appartiene al gruppo Banco Bpm)”.

 

Unicredit ha smentito di aver presentato un esposto alla Procura di Milano sull’operazione che ha portato Bpm, Anima, la Delfin della famiglia Del Vecchio e Caltagirone ad acquistare il 15% di azioni per la privatizzazione di Mps. Ovviamente la denuncia non necessariamente ha bisogno della firma di Unicredit: basta avere sottomano due avvocati…

alessandro e luciano benetton

 

Una vicenda dai contorni ingarbugliatissimi che ha origine da una denuncia per diffamazione di Mediobanca al quotidiano “Il Giornale” per un articolo dello scorso 23 gennaio del vicedirettore Osvaldo De Paolini.

 

“Nella querela, da quanto è emerso, si fa anche una ricostruzione sulle vicende societarie legate al risiko bancario e su una presunta convergenza di interessi tra Delfin e Caltagirone, soci di Mediobanca, Mps e di Generali” (Polizzi sul Corriere).

 

Quello che è certo è che la Procura ha aperto un fascicolo, il Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza ha indagato e, a inchiesta conclusa, forse spunteranno delle sorprese che potrebbero ribaltare l’esito dell’assemblea di lunedì (si veda l’articolo a seguire).

 

Giuseppe Castagna - PRIMA DELLA SCALA 2024

Un altro giallo, sempre protagonista Unicredit, sembra prendere corpo in questi giorni nelle sale operative milanesi: secondo Giovanni Pons su "Repubblica" la banca guidata da Orcel "potrebbe contare su un 2% di azioni Mediobanca raccolto tra i suoi clienti".

 

Nel caso che sia vero, Unicredit farà felice la Milano di Mediobanca o la Roma di Calta-Meloni? Ah, saperlo….

 

MILANO, INCHIESTA (CON INDAGATI) SULLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS

Luigi Ferrarella per il “Corriere della sera”

 

 

ALBERTO NAGEL

Una procedura con 4 stranezze, 4 invitati, e 4 identici prezzi in 9 minuti. Le modalità con le quali nel novembre 2024 il ministero del Tesoro ha ceduto, attraverso incarico a Banca Akros, il 15% di Monte dei Paschi di Siena a Banco Bpm (5%), Caltagirone (3,5%), Delfin (3,5%) e Anima (3%) sono oggetto di una inchiesta della Procura di Milano con persone iscritte nel registro degli indagati («modello 21»).

 

Lo si ricava da questo riferimento nell’ordine della Procura alla GdF non di perquisire, ma di farsi esibire e consegnare le carte a inizio maggio dalla non indagata Banca Akros, senza disvelare ipotesi di reato immaginabili nell’aggiotaggio o ostacolo ad autorità di vigilanza.

 

banca akros

Per scendere sotto il 20% in Mps come richiesto dalla Commissione europea, il Tesoro incaricò Banca Akros di coordinare la vendita del 7/15% (alla fine fu 15%) di Mps attraverso Abb-Accelerate book building: non è proprio una gara (donde la prevedibile difficoltà delle indagini di inerpicarsi tra criteri magari discutibili ma privatistici), è invece una procedura con cui vengono cedute ad investitori istituzionali (invitati a offrire un prezzo) grosse quote societarie, in un giorno e senza obblighi pubblicitari.

 

osvaldo de paolini (3)

Prima particolarità è che Banca Akros è piccolo istituto senza analoghi passati incarichi di queste dimensioni patrimoniali, pari ai potenziali rischi di doversi accollare per un periodo il non venduto.

 

Secondo scarto, rispetto a due precedenti vendite di quote statali di Mps, è che là le azioni erano state offerte a un centinaio di investitori istituzionali, mentre in questa terza gestita da Akros (gruppo Bpm) furono invitati — come poi lamenterà un’intervista del n.1 di Unicredit, Orcel — solo Banco Bpm, Anima (controllata da Bpm), e Caltagirone e Delfin (Del Vecchio), cioè due soggetti che col non celato favore del governo appaiono posizionati in sintonia, oltre che su Mps (9,9% e 9,8%), anche su Generali (7% e 10,5%) e Mediobanca (9,9% e 19,8%):

 

BANCA GENERALI

quest’ultima oggetto della “ostile” offerta pubblica di scambio lanciata poi proprio da Mps, e a cui Mediobanca (prima azionista di Generali) risponde con l’offerta (al vaglio lunedì dell’assemblea dei soci) di scambiare il 13% di Generali con Banca Generali, di cui Generali ha il 50,17%.

 

La quarta anomalia è la telepatia per la quale in quel novembre 2024 nel giro dei nove minuti della procedura accelerata tutti e quattro gli invitati offrirono allo Stato il medesimo premio sul valore di Mps: il 5% in più, sufficiente a scongiurare eventuali polemiche su (s)vendite statali.

Del Vecchio e figlioleonardo del vecchio con il figlio leonardo mariaLovaglio, Nagel, Caltagirone, Milleri

ALBERTO NAGEL

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