virginia raggi giuseppe conte roberto gualtieri

INCOGNITE STELLATE - SIAMO SICURI CHE GLI ELETTORI GRILLINI AL BALLOTTAGGIO DIROTTERANNO I LORO VOTI SU GUALTIERI, DOPO ANNI DI CANNONEGGIAMENTI E BORDATE RECIPROCHE? I VERTICI DEM SONO TERRORIZZATI DALL’ESODO PENTASTELLATO AL SECONDO TURNO DELLE AMMINISTRATIVE. CHE SERVONO ANCHE E SOPRATTUTTO SE IL GIOCO DI UN’ALLEANZA STABILE CON CIÒ CHE RESTA DEL MOVIMENTO VALE LA CANDELA…

virginia raggi giuseppe conte

COSA FARANNO PD E M5S A ROMA? SIAMO SICURI CHE RAGGI&CO DOPO ESSERE STATI CANNONEGGIATI PER ANNI DAI DEM AL SECONDO TURNO DIROTTERANNO I LORO VOTI SU GUALTIERI NEL CASO IN CUI VADA AL BALLOTTAGGIO CON MICHETTI? – C'È CHI PARLA DI RAPPRESENTANTI 5STELLE NELL'IPOTETICA GIUNTA DELL'EX MINISTRO DEM. IL PATTO (A META’) TRA PD E GRILLINI...

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/cosa-faranno-pd-m5s-roma-siamo-sicuri-che-raggi-amp-co-dopo-essere-281267.htm

 

ENRICO LETTA GIUSEPPE CONTE BY OSHO

IL CENTROSINISTRA PUNTA TUTTO SUI BALLOTTAGGI "LA VERA INCOGNITA SONO GLI ELETTORI 5 STELLE"

Carlo Bertini per “La Stampa”

 

«Quando ci si divide, si aiutano Meloni e Salvini, dove si stanno chiudendo le liste, i 5stelle ci pensino bene». Francesco Boccia, uomo forte di Enrico Letta lungo lo stivale, gira come una trottola a tre giorni dal gong delle amministrative.

giuseppe conte roberto gualtieri peppe provenzano

 

E lancia un avviso per le ultime pratiche da chiudere, «leggi quella di Rimini, dove i grillini fanno un errore ad andare soli, o quella di Cosenza»: avvertimento che vale anche per Matteo Renzi e Carlo Calenda a Roma, che giocano a far vincere la destra, secondo i dem più inferociti. È il refrain del cosiddetto «voto utile», il richiamo a mettere la croce sul candidato Roberto Gualtieri e non sprecare suffragi a vantaggio del nemico.

calenda renzi

 

I sondaggi infatti danno il centrosinistra vincente nei ballottaggi a Roma, testa a testa invece a Torino, vincente dal primo turno a Napoli, Milano e a Bologna. Ma la scaramanzia regna sovrana e tutti a dire che «si parte da due città governate da noi, Milano e Bologna e che dove si va uniti, da Renzi ai 5stelle, come a Napoli, «non c'è partita».

 

conte boccia speranza

La vera incognita è la risposta degli elettori grillini al secondo turno, quando a giocarsi la faccia contro le destre saranno i candidati dem. Primo turno, leggi primarie L'avviso di Boccia in realtà vale dunque soprattutto per i ballottaggi. Il primo turno infatti, specie in città come Roma e Torino, si tradurrà in una «giornata di primarie per il centrosinistra», per dirla con un dirigente capitolino: che cita il caso di Gualtieri, Calenda e Raggi, dati nei sondaggi del Pd al 27, 20 e 11 per cento ciascuno.

 

Contro un Michetti portabandiera del centrodestra, al 32 per cento. Dopo il primo round, «dove la destra pescherà tutto ciò che può perché va unita da subito», il test di una futura alleanza politica giallorossa saranno i ballottaggi: al di là di quel che diranno i vari Grillo, Conte e Di Maio, si vedrà se il bacino si allargherà.

enrico michetti roberto gualtieri virginia raggi carlo calenda foto di bacco (3)

 

«E bisognerà vedere se i grillini voteranno per i candidati Pd, visto che i nostri sono avanti nei sondaggi ovunque», dicono i big dem. Questo il timore alla vigilia della tornata di amministrative: capire se gli elettorati giallorossi possano fondersi. Nei rispettivi quartier generali, si aspettano i numeri che usciranno nella capitale, ma anche a Torino, dove Pd e M5s partono divisi e distanti da anni di guerriglie. Solo dopo si capirà come unire le forze.

giuseppe conte virginia raggi 3

 

Nessuno ne ha parlato tra i rispettivi staff, ma nessuno può escludere che Letta e Conte possano organizzare insieme una o più iniziative elettorali per il secondo turno: sarebbe un segnale nettissimo di scelta di campo, ma bisognerà vedere se il neo leader grillino avrà la forza per farlo. Anche a Milano ad esempio manca un accordo con i 5stelle al primo turno, ma Sala potrebbe tentarlo se finisse al ballottaggio.

 

conte raggi

Quindi il bisogno di un segnale dall'alto sarebbe molto forte. Cauta speranza Fatto sta che l'aria che tira alla vigilia è di cauta speranza, mentre gli strateghi lanciano parole d'ordine. «Prossimità, ovvero stare vicini alla gente e stare nelle periferie», sono quelle di Letta, il quale in agosto non si è fermato un giorno nel suo tour dei comuni senesi e nelle città.

 

Il leader Pd l'altra sera era a Torino, in settembre batterà palmo a palmo non solo il suo collegio di Siena (dove i grillini pare lo appoggino convinti) ma anche le metropoli. Per tenere il partito unito ha bisogno che il test matrimoniale con i 5stelle si riveli efficace e su questo test si gioca molta parte della sua leadership.

 

carlo calenda roberto gualtieri enrico michetti foto di bacco

«Abbiamo unito ovunque il centrosinistra - fa notare Boccia - a differenza del 2016, quando a Roma e Torino Fassina e Airaudo erano in liste alternative a quelle del Pd. La stagione di autosufficienza arrogante che portò al crollo nel 2016 e nel 2018 è alle spalle», taglia corto Boccia riferendosi a Renzi. «In molte città, Bologna, Napoli, la Calabria e altri 30 comuni con più di 15 mila abitanti abbiamo chiuso l'alleanza con i 5stelle. Due anni fa nessuno ci avrebbe creduto»

giuseppe conte virginia raggi

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....