
DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”
DAGOREPORT
giorgia meloni e giancarlo giorgetti - question time alla camera
Il garbuglio del super risiko bancario spacca non solo la finanza milanese (duello Unicredit-Intesa) ma sta facendo deragliare soprattutto il governo di destra-centro.
Oggi è andato in scena un pesantissimo showdown tra Meloni, che è favorevole ad aperture sul golden power a Unicredit sull’operazione banco Bpm affiancata da Tajani sostenitore senza se e senza ma del libero mercato, e la Lega di Salvini che è pronta a far cadere il governo pur di non mollare il “suo” banco Bpm a Unicredit.
ANTONIO TAJANI - MATTEO SALVINI
Armato di bazooka, oggi è sceso in campo il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Incalzato dai cronisti sulle possibili aperture del governo alle prescrizioni del Golden power applicate alla banca di Orcel, l’economista di Cazzago è sbottato come un fiume in piena: “Se ci fosse il minimo disallineamento (con Meloni), non ci sarebbe una minaccia di dimissioni, ma le dimissioni stesse. non si annunciano le dimissioni, le si danno…”
Se i due eterni banchieri rivali, Andrea Orcel e Carlo Messina, dopo che la capitalizzazione di mercato di UniCredit ha superato quella di Intesa Sanpaolo (89 miliardi di euro contro 86), ormai si scambiano colpi in campo aperto (“Se Unicredit scalasse Generali, chiamerei Orcel per dirgli di fermarsi”), a Palazzo Chigi, calzati i guantoni, si assiste a uno showdown mai visto che vede Salvini pestarsi di santa ragione contro gli alleati Meloni (favorevole ad aperture sul golden power a Unicredit) e Tajani (sostenitore senza se e senza ma del libero mercato).
Il risikone bancario è diventato una guerra tra gli inquilini di Palazzo Chigi quando è partita l’operazione di Orcel su Banco Bpm al fine di consolidare vieppiù Unicredit.
Se la Lega, con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti armato di bazooka, non ne vuole assolutamente sapere di mollare la “sua” banca lombarda alle sirene dell’Ops di Unicredit, né tantomeno fonderla con il Monte dei Paschi caro ai Fratellini d’Italia (di qui l’incazzatura di Caltagirone con il Ceo di Bpm, Giuseppe Castagna), il team dei legali di Piazza Gae Aulenti, capitanati da Rita Izzo, sta trattando con Palazzo Chigi e pare che abbiano ottenuto piccole aperture per le prescrizioni imposte dal governo nell’esercizio del Golden power.
Ad esempio: la pesantissima disposizione che ordina la cessione di Unicredit Russia in tempi brevissimi, entro febbraio 2026, potrebbe magari slittare a ottobre 2026. Trattativa anche sugli sportelli di Bpm, eccetera. A riaprire la trattativa, anche il timore di un intervento dell’Antitrust Ue sul governo.
Ma, in barba al bla-bla dei giorni scorsi di Giorgetti (“fin dal primo giorno c’è coordinamento tra Palazzo Chigi e il Mef, tra Giorgetti e Meloni”. aggiungendo: “Il Dpcm sul Golden power applicato all’operazione di Unicredit su Bpm, resta quello approvato”), oggi il teatrino è finito con la minaccia delle dimissioni del ministro dell'Economia.
Va ricordato che è la prima volta che Palazzo Chigi inalbera esplicitamente il vessillo dello statalismo caro al pensiero dei Fazzolari e degli Osnato entrando a piedi giunti in un’operazione bancaria che fino a ieri apparteneva al libero mercato finanziario.
A parte ovviamente Castagna, se Messina ha espresso un giudizio positivo sull’interventismo del governo: “Il Golden power è uno strumento legittimo, già applicato in passato, e in questo caso mi sembra giustificato”, ha detto il Ceo di Intesa a proposito della presenza di Unicredit in Russia, contrario è il pensiero del presidente di Unipol, Carlo Cimbri, che detiene una partecipazione del 24,621% di BPER Banca che, tramite la sua controllata UnipolSai Assicurazioni, ha lanciato un’Ops sulla totalità delle azioni di Banca Popolare di Sondrio.
luigi lovaglio giancarlo giorgetti andrea orcel
Anche se Giorgetti, a differenza di Unicredit-Bpm, se ne fotte di esercitare i poteri speciali del Golden power sull’operazione di Bper-Sondrio, Cimbri, riferendosi all’11% di Mps ancora in mano al ministero dell’Economia, non l’ha toccata piano: "Non ho difficoltà a dire che, non per questo governo ma per qualsiasi governo, trovo che sia sbagliato avere una partecipazione stabile, finanziaria, in un soggetto bancario. Sbagliato perché nel mondo del credito, della finanza in generale, ognuno deva fare il proprio ruolo’’.
IL MINISTRO DELL’ECONOMIA ITALIANO AFFERMA CHE POTREBBE DIMETTERSI A CAUSA DELLE DIVISIONI ALL'INTERNO DEL GOVERNO SULLA QUESTIONE UNICREDIT
Giuseppe Fonte and Angelo Amante per www.reuters.com
Giancarlo Giorgetti, ministro dell'Economia italiano, oggi ha dichiarato che si dimetterà se verrà bocciata la sua proposta relativa alle condizioni del “golden power” che il governo ha posto a UniCredit per l'acquisizione di Banco BPM.
Giorgetti, esponente del partito di estrema destra Lega, ha parlato dopo che alcuni giornali italiani, citando fonti governative, avevano suggerito che erano possibili modifiche alle condizioni, ma che il ministro si opponeva.
Ha detto ai giornalisti che, senza il pieno sostegno del primo ministro Giorgia Meloni sulla questione, si sarebbe dimesso immediatamente. “Se ci fosse il minimo disallineamento (con Meloni), non ci sarebbe una minaccia di dimissioni, ma le dimissioni stesse. Non si annunciano le dimissioni, le si danno”, ha detto Giorgetti.
L'acquisizione di BPM da parte di UniCredit, che ha fatto deragliare i piani di Roma di unire BPM con Monte dei Paschi di Siena, sostenuta dallo Stato, apre una nuova tabella, fa parte di un'ondata di offerte pubbliche di acquisto che stanno scuotendo il settore bancario italiano.
GIANCARLO GIORGETTI - FOTO LAPRESSE
Per approvare l'accordo, il governo Meloni ha concesso a UniCredit nove mesi di tempo per cessare le sue attività in Russia e le ha chiesto di non ridurre il rapporto prestiti/depositi di BPM per cinque anni.
Il partito Forza Italia, guidato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, sta spingendo Meloni ad allentare queste condizioni. Tajani ha risposto “sì, assolutamente” quando Reuters gli ha chiesto in Parlamento se fosse favorevole a rendere meno severe le condizioni imposte a UniCredit.
Il partito è oggetto di pressioni da parte delle aziende italiane che continuano ad affidarsi a UniCredit per svolgere le loro attività commerciali in Russia, anche se queste sono state notevolmente ridotte dopo l'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca nel 2022.
Tajani ha affermato di difendere circa 270 aziende italiane che continuano a operare legittimamente in Russia e non ha mostrato alcuna disponibilità al compromesso.
“Non ho intenzione di fare un passo indietro per nessuno”, ha detto, aggiungendo che voleva che il Consiglio dei ministri si riunisse per riconsiderare le condizioni del golden power sull'offerta di UniCredit.
Giorgetti è determinato a mantenere una linea dura su UniCredit dopo che il governo ha affermato di proteggere gli interessi strategici di Roma evitando “anche il minimo rischio” di aiutare l'economia russa dove opera la banca.
Meloni non ha recentemente parlato pubblicamente della questione. Giorgetti ha affermato che il governo si sta concentrando sul monitoraggio del rispetto delle condizioni del golden power e che la sua risposta alle questioni sollevate sia da Banco BPM che da UniCredit sarà pienamente coordinata tra il Tesoro e l'ufficio di Meloni.
UniCredit ha presentato ricorso al tribunale amministrativo contro i termini stabiliti dal governo e il suo amministratore delegato Andrea Orcel ha dichiarato martedì che l'offerta potrebbe decadere perché non è più vantaggiosa dal punto di vista finanziario alle condizioni imposte.
Anche Banco BPM ha dichiarato che presenterà ricorso al tribunale amministrativo contro la decisione della Consob, l'autorità di vigilanza italiana, di sospendere l'offerta di acquisto per 30 giorni, per dare tempo a UniCredit di negoziare i termini del golden power con il governo. “In questo Paese vanno tutti in tribunale e le cose si complicano”, ha affermato Giorgetti.