michele ainis giorgia meloni

“L’ITALIA È UN PAESE FALLITO” – L’ANALISI TRANCHANT DEL COSTITUZIONALISTA MICHELE AINIS: “SANTIFICARE L’IDEA DELL’APPARTENENZA, FARLA CIOÈ TRIONFARE SULLA COMPETENZA, HA PRODOTTO L’ESITO A CUI OGGI ASSISTIAMO: TUTTO IL POTERE (O QUASI) AI MEDIOCRI” – “PENSO CHE SUL FINIRE DELLA LEGISLATURA GIORGIA MELONI TIRERÀ FUORI IL PREMIERATO, CHE HA MESSO IN STAND BY PERCHÉ IMPAURITA DAL REFERENDUM” – “LA SINISTRA DOVREBBE VALUTARE UNA POLITICA DI RIDUZIONE DEL DANNO. NON C’È ARIA DI NUOVI DIRITTI DA CONQUISTARE, NON C’È LA POSSIBILITÀ DI AVANZARE CON LE LIBERTÀ CIVILI…”

MICHELE AINIS

Estratto dell’articolo di Antonello Caporale per “il Fatto quotidiano”

 

L’Italia è un Paese fallito.

 

Professor Michele Ainis, così definitivo, così pessimista?

Santificare, ormai da qualche decennio, l’idea dell’appartenenza, farla cioè trionfare sulla competenza, ha prodotto l’esito a cui oggi assistiamo: tutto il potere (o quasi) ai mediocri.

 

giorgia meloni premierato

La mediocrità come sistema, come progetto e destino comune.

Vogliamo misurare il livello attuale della discussione pubblica? Nel secolo scorso […] abbiamo avuto menti grandiose.

 

Dico tre nomi alla rinfusa di scienziati e pensatori pescando in un cartello enormemente ricco e vario di personalità: Norberto Bobbio, Umberto Eco, Rita Levi Montalcini. Oggi neanche col lumicino, neanche alla lontana siamo in grado di avvistarne la metà della metà.

 

[…] Vincerà la riforma della Meloni? Il premier che decide quasi tutto, nomina il governo e lo dimette insieme al Parlamento.

Penso che sul finire della legislatura la premier tirerà fuori la sua riforma che oggi ha messo in stand by perché impaurita da un referendum che avrebbe potuto ucciderla nella culla. Vedrà che tra qualche mese tornerà all’attacco.

 

MICHELE AINIS CAPOCRAZIA

Il suo libro l’ha titolato infatti Capocrazia.

Facciamo due conti. Iniziamo dai quattro Stati più potenti del pianeta: India, Cina, Russia, Stati Uniti.

 

L’India è governata da un signore, Narendra Modi, artefice di una politica repressiva nei confronti della parte musulmana della popolazione e di una inaudita stretta nei confronti della stampa.

 

La Cina è un sistema autocratico conclamato, della Russia non c'è bisogno di aggiungere considerazioni di merito. Gli Usa col trumpismo stanno vivendo il tempo di una democrazia dai contorni spiccatamente illiberali.

 

Lei, per non farci abbattere troppo, non ha aggiunto alla lista delle nuove e vecchie tirannidi le monarchie dispotiche del Medio Oriente, né le prestazioni autoritarie offerte dall’America latina.

Siamo al fascio costitutivo di una nuova mentalità che accetta la riduzione dei diritti, anche di quelli fondamentali, per godere di una maggiore sicurezza. La paura è il fuoco che alimenta l’energia della destra, che gonfia le sue vele. E sulla paura germoglieranno le nuove necessità e temo le prossime restrizioni.

 

NARENDRA MODI E DONALD TRUMP ALLA CASA BIANCA - FOTO LAPRESSE

Se la destra vive la stagione d’oro attraverso l'autoritarismo e tanti sono già pronti a scimmiottare il Trump che oggi dichiara guerra all’Europa, la sinistra cosa dovrebbe fare o dire?

La sinistra dovrebbe valutare una politica di riduzione del danno. Non c’è aria di nuovi diritti da conquistare, non c’è la possibilità di avanzare con le libertà civili.

 

Tanto per capirci, e per spiegare come la nostra identità sia scossa dalle fondamenta, ricordiamo che l’Europa che fino a ieri ha accolto milioni di immigrati oggi ne è impaurita.

 

donald trump - unione europea

Si vede in pericolo e accetta che venga legittimata anche la forza bruta, la dimensione a volte incivile del respingimento a tutti i costi e nei confronti di chiunque.

 

Riduzione del danno, ha detto.

Limitare le perdite dei diritti per salvare la pelle alla democrazia.

IMMIGRATI EUROPANARENDRA MODI E DONALD TRUMP ALLA CASA BIANCA

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