SU CON LAVITOLA! - È LA SORELLA DI VALTERINO A RIVELARE AI PM: “VOLEVA 5 MILIONI DA BERLUSCONI PER TACERE. SEPPE IN ANTICIPO DI UNA PERQUISIZIONE E MANDÒ LA MOGLIE A SVUOTARE LE CASSETTE DI SICUREZZA” - CORRUZIONE INTERNAZIONALE: PROMESSO UN ELICOTTERO DA 8 MLN € AL PRESIDENTE PANAMENSE - UN GIORNALISTA DELL’ “AVANTI!” RIVELA DI ESSERE STATO COSTRETTO A INVIARE ALL’ESTERO PARTE DEL CONTRIBUTI PUBBLICI ALL’EDITORIA (IN TUTTO, 23 MILIONI) - 500MILA € A LAVITOLA DA FORZA ITALIA…

1- VALTER LAVITOLA IN CARCERE A NAPOLI - LATITANZA DI SEI MESI - AVREBBE RICEVUTO ANCHE 500 MILA EURO DA FORZA ITALIA - «VOLEVA 5 MILIONI DA BERLUSCONI PER TACERE»
Da "Corriere.it"

Valter Lavitola, l'ex direttore dell'Avanti latitante in Sudamerica dal 14 ottobre 2011, è rientrato lunedì mattina in Italia, si è costituito ed è già in carcere a Poggioreale. L'aereo Alitalia proveniente da Buenos Aires con a bordo Lavitola è atterrato all'aeroporto di Fiumicino alle 6.41. Piumino blu senza maniche, maglioncino bianco, jeans, scarpe da ginnastica, zainetto beige in spalla e con un piccolo trolley: così è apparso appena sbarcato.

NUOVE ACCUSE - Contro di lui sono state mosse nuove accuse, tra cui la corruzione internazionale per presunte tangenti a politici panamensi per la realizzazione di carceri. Altre accuse riguardano finanziamenti all'editoria. Nuovi particolari sulle attività del faccendiere emergono inoltre dall'interrogatorio della sorella Maria.

La donna, in particolare, ha raccontato che Lavitola avrebbe avuto intenzione di chiedere 5 milioni di euro a Silvio Berlusconi. E se il leader del Pdl non avesse pagato, Lavitola «avrebbe avuto tutte le giustificazioni, anche morali, per dire tutto quello che sapeva su Berlusconi». Ai pm di Napoli, inoltre, il giornalista dell'Avanti Raffaele Panico, rivela di essere stato costretto da Lavitola a inviare all'estero somme di denaro, erogate al quotidiano a titolo di contributi per l'editoria.

«CORRUZIONE INTERNAZIONALE» - Secondo i magistrati Lavitola, per ottenere illecitamente alcune commesse milionarie, avrebbe ricompensato con «utilità e somme di denaro in contante» il presidente di Panama Ricardo Martinelli. Destinatari di una valigetta con del denaro, inoltre, il ministro della giustizia Roxana Mendez e altri esponenti di governo.

Più in dettaglio, dalle fonti di prove acquisite dai pubblici ministeri di Napoli Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli riguardo alle attività svolte all'estero da Lavitola, «emerge chiaramente, a livello di gravità indiziaria, il coinvolgimento, oltre del Lavitola nel ruolo di intermediario, del presidente di Panama Martinelli e di uomini del suo governo nel mercimonio» legato alla realizzazione di carceri modulari nello Stato dell'America centrale. Lo scrive il gip di Napoli Dario Gallo nell'ordinanza di custodia cautelare a carico dello stesso Lavitola, del sen. Sergio De Gregorio e di una dozzina di altri indagati.

ELICOTTERO - Al presidente di Panama sarebbe stato promesso da un imprenditore anche un elicottero del valore di 8 milioni di euro. L'affare poi sarebbe saltato dopo il coinvolgimento di Lavitola nell'inchiesta. Il valore stimato per l'appalto era di 176 milioni di euro per la realizzazione di carceri modulari.

Lavitola avrebbe avuto un ruolo di mediatore «accreditato» sia presso il governo di Panama che presso autorità italiane. Il valore dei beni promessi è stimato in circa 28 milioni di euro mentre le somme effettivamente corrisposte sono di 530 mila euro e 140 mila dollari. Il gip di Napoli Gallo ha disposto anche il sequestro preventivo dei beni aziendali del Consorzio Svemark, società per la quale Lavitola, attraverso tangenti, avrebbe cercato di ottenere l'appalto per la costruzione di 4 carceri modulari a Panama.

FONDI ALL'EDITORIA - Somme incassate a titolo di contributi per l'editoria dall'Avanti sarebbero state distratte dalle casse della società editrice e destinate a «soggetti domiciliati all'estero». È quanto emerge dall'inchiesta condotta dalla Procura di Napoli. I presunti illeciti riguardano i contributi erogati alla società editrice International Press che sarebbero stati incassati attraverso la documentazione attestante spese in realtà mai sostenute come quelle relative allo «strillonaggio».

I reati ipotizzati in questo filone dell'indagine vanno dall'associazione per delinquere alla emissione e utilizzo di fatture false alla bancarotta fraudolenta, riciclaggio e truffa. La somma complessivamente erogata per l'Avanti è di oltre 23 milioni di euro a cominciare dal 1997.

SOLDI DA FORZA ITALIA - Ci sono anche oltre 500 mila euro «ricevuti dal partito politico Forza Italia» tra le somme ricevute da Valter Lavitola «la cui effettiva causale è oggetto di accertamenti in corso» da parte degli inquirenti napoletani. Emerge nell'ordinanza di custodia cautelare, in cui si aggiunge che accertamenti sono in corso anche sul 1 milione 628.800 euro ricevuti dalla società Sorem.

LE ALTRE VICENDE GIUDIZIARIE - Su Lavitola pende già una richiesta d'arresto da parte dei magistrati di Bari, nell'ambito di un'inchiesta partita da una presunta estorsione all'ex premier Silvio Berlusconi. Il faccendiere è accusato di aver istigato Gianpaolo Tarantini a mentire alla procura di Bari nell'ambito dell'inchiesta sulle escort che «Gianpi» ha portato nel 2008 nelle residenze di Berlusconi. Su questa vicenda, sarà ascoltato dal gip del tribunale di Napoli, per rogatoria.

Altra richiesta di arresto per l'uomo d'affari arriva dai magistrati di Napoli in due inchieste che si lambiscono: una prima per presunti finanziamenti illeciti all'editoria e una seconda sulle attività all'estero in cui sono state formalizzate le accuse di corruzione internazionale, bancarotta fraudolenta, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.


2- LAVITOLA: SORELLA, LA MOGLIE SVUOTO' CASSETTE DI SICUREZZA
(ANSA) - La moglie di Valter Lavitola avrebbe svuotato le cassette di sicurezza presso una banca romana dopo che il marito aveva saputo in anticipo di un'imminente perquisizione. A rivelarlo ai magistrati è Maria Lavitola, sorella del direttore dell'Avanti. Il gip riporta in passaggi principali del verbale nel capitolo dedicato al pericolo di inquinamento probatorio. La donna si è presentata spontaneamente ai pm di Napoli il 17 febbraio scorso.

"A dire la verità ho paura di mio fratello Valter che è molto manesco. Alcune volte mi ha picchiata. Inoltre è a conoscenza di quanto intendono fare gli inquirenti. Mi ha detto che in Tribunale ha qualcuno che lo aiuta e lo informa. Ad esempio lui stesso due o tre giorni prima che io subissi la perquisizione mi disse per telefono che nei giorni successivi mi sarebbero venuti a prendere e che se mi arrestavano buttavano le chiavi.

Ricordo poi che quando il dott. Piscitelli (uno dei titolari dell'inchiesta, ndr) dispose l'apertura di alcune sue cassette di sicurezza in una banca di Roma, lui lo seppe in anticipo tanto che avvisò la moglie e la stessa le svuotò prima che fossero aperte". Maria Lavitola ha precisato di avere appreso quest'ultima circostanza proprio dalla cognata.

 

 

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