mattarella berlusconi meloni

EFFETTO MATTARELLA - LA LISTA DEI MINISTRI ERA PRONTA BEN PRIMA DELL’INCONTRO DI IERI TRA MATTARELLA E GIORGIA MELONI AL QUIRINALE – UGO MAGRI: “MELONI SI È CORRETTAMENTE ATTENUTA A QUESTE LINEE-GUIDA, E FORSE LA VIGILANZA DEL COLLE L'HA AIUTATA A RESPINGERE QUALCHE PROPOSTA INDECENTE DEI SUOI ALLEATI. AL QUIRINALE IL CENTRODESTRA NON HA FATTO NESSUNA DISCUSSIONE SULL'UCRAINA, SULLA RUSSIA, SU PUTIN E SU ZELENSKI. L'OMISSIONE È STATA NECESSARIA PER NON OFFRIRE A BERLUSCONI IL PRETESTO PER TORNARCI SOPRA, PEGGIORANDO INVOLONTARIAMENTE LA SITUAZIONE”

Ugo Magri per “la Stampa”

GIURAMENTO GIORGIA MELONI

 

Giorgia Meloni ha messo in piedi la squadra che lei voleva, scegliendo i ministri uno per uno, cambiando certi profili all'ultimissimo istante. Sono tutte decisioni da cui il capo dello Stato s' è tenuto alla larga perché quello che vede la luce non è il «suo» governo, non nasce cioè dall'iniziativa presidenziale come fu invece per Mario Draghi, ma è figlio delle elezioni, rispecchia la volontà del popolo sovrano. Sergio Mattarella ha preso serenamente atto dei risultati e ha evitato in ogni modo di interferire.

sergio mattarella giorgia meloni

 

Dunque niente veti, zero pressioni o tantomeno suggerimenti alla futura premier. Non per questo, però, s' è comportato da semplice spettatore. Né il suo ruolo può essere definito notarile, sia pure da notaio della Costituzione. Mattarella ha avuto parte attiva senza troppo darne pubblicità, com' è da sempre il suo modus operandi. Sicuramente sue sono le direttive di massima, se vogliamo gli identikit per i quattro-cinque dicasteri chiave.

 

IL GIURAMENTO DI GIORGIA MELONI

Si sapeva che non avrebbe gradito un putinista agli Affari Esteri, un anti-Nato alla Difesa, un euroscettico all'Economia, un segretario di partito all'Interno o alla Giustizia. Meloni si è correttamente attenuta a queste linee-guida, e forse (chi può dirlo con certezza?) la vigilanza del Colle l'ha aiutata a respingere qualche proposta indecente dei suoi alleati. A quanto risulta, le principali caselle ministeriali sono state riempite ben prima che alle 16,30 di ieri Giorgia venisse ricevuta al Quirinale per iniziare la sua nuova avventura.

 

meme su berlusconi e mattarella

Da questo punto di vista la collaborazione è stata, assicura chi ha titolo per affermarlo, molto positiva. In generale Mattarella ha agevolato al massimo la transizione, sfrondando al massimo quei passaggi che potevano far perdere tempo. Lui stesso ne ha parlato davanti alle telecamere subito dopo l'incarico: «Questa volta il tempo è stato breve, meno di un mese dalla data delle elezioni», 27 giorni per l'esattezza, un record condiviso ex-aequo con Oscar Luigi Scalfaro che fu altrettanto fulmineo quando nacque il governo Prodi.

 

È stato possibile «per la chiarezza dell'esito elettorale», incontestabile nelle proporzioni; e reso necessario, ha soggiunto il presidente, «dalle condizioni interne e internazionali che esigono un governo nella pienezza dei suoi compiti». Nei tre mesi da premier dimissionario, Draghi ha fronteggiato tutte le urgenze, e di questo sforzo Mattarella l'ha nuovamente ringraziato.

 

sergio mattarella giorgia meloni

Con «lo stesso spirito» ha rivolto «gli auguri di buon lavoro al nuovo governo» che sta per rimboccarsi le maniche: potrà contare sulla sua collaborazione istituzionale. Chi a destra sospettava o temeva che Mattarella avrebbe tentato di mettere i bastoni tra le ruote, ha sbagliato le previsioni. L'atteggiamento, oltre che formalmente inappuntabile, è stato umanamente cordiale. Quando la folta rappresentanza di centrodestra s' è presentata alle dieci e mezzo, il presidente l'ha ricevuta sorridente.

 

berlusconi Mattarella gentiloni

Una calorosa stretta di mano alla capo-delegazione, un rapido scambio di battute con Silvio Berlusconi (il quale, a giudicare dalla gestualità, voleva forse spiegare o giustificarsi di qualcosa). Nell'incontro ha parlato la sola Giorgia Meloni, e il padrone di casa s' è limitato a porre un paio di domande. La prima, se restavano punti da chiarire sulla struttura o sul programma di governo. Gli è stato risposto di no. Allora il presidente ha chiesto chi intendevano designare come premier, e pure qui l'indicazione è stata unanime. Nessuno ha alzato la mano per dire «non ci sto».

berlusconi meloni salvini alle consultazioni

 

Rispetto alle previsioni della vigilia, le questioni internazionali sono rimaste fuori dalla porta. Pare che non se ne sia parlato affatto, a parte un chiaro riferimento di Mattarella alle gravi urgenze che ci aspettano, incominciando dall'emergenza energetica. Dunque nessuna appassionata discussione sull'Ucraina, sulla Russia, su Putin e su Zelenski: cioè i temi su cui nei giorni scorsi il Cav s' era scatenato, suscitando allarme ben oltre i nostri confini nazionali.

 

L'omissione collettiva è stata necessaria, spiegano alcuni partecipanti, per non offrire a Berlusconi il pretesto per tornarci sopra magari solo per giustificarsi, peggiorando involontariamente la situazione. Sia come sia, confidano le stesse fonti, l'imbarazzo dei presenti si tagliava a fette. Per fortuna l'incontro è stato, con tutta probabilità, il più conciso nell'intera storia delle consultazioni: una decina di minuti al massimo. Così al posto del disagio è subentrato presto il sollievo.

meloni berlusconi salvini al quirinale sergio mattarella giorgia meloni

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…