luigi di maio teca san gennaro

LUIGINO DI MAIO VA A BACIARE LA TECA DI SAN GENNARO E MASSIMO GRAMELLINI LO FULMINA: “DIECI ANNI A SPERARE NELLA RIVOLUZIONE PER RITROVARTI ALLA FINE RAPPRESENTATO DA UN CHIERICHETTO. DALLA PROSPETTIVA DI DI MAIO POTREBBE ANCHE ESSERE SOLO UN EX VOTO PER GRAZIA RICEVUTA..."

1 - OPERAZIONE SAN GENNARO

Massimo Gramellini per il “Corriere della Sera”

 

LUIGI DI MAIO BACIA LA TECA DI SAN GENNAROLUIGI DI MAIO BACIA LA TECA DI SAN GENNARO

Osservata dalla prospettiva di un grillino laico, l' immagine di Di Maio, candidato premier per mancanza di prove, che bacia la teca con il sangue liquefatto di San Gennaro giustifica una richiesta di asilo politico all' altro mondo, dove nessuno avrà ancora avuto il coraggio di dirlo a Dario Fo.

 

Osservata invece dalla prospettiva di San Gennaro, la visione di un politico prono davanti alla sua ampolla è il classico déjà-vu: da Gava a de Magistris, passando per Bassolino, tante sono le labbra di masanielli devoti che attraverso di lui hanno cercato di ingraziarsi il cardinalone e il popolino.

LUIGI DI MAIO DAVIDE CASALEGGIOLUIGI DI MAIO DAVIDE CASALEGGIO

 

Osservata dalla prospettiva di un elettore cinquestelle della prima ora, la mirabile scena è invece l'epilogo di un'illusione durata dieci anni. Dieci anni a sperare nella rivoluzione per ritrovarti alla fine rappresentato da un chierichetto.

 

Eppure, osservata dalla prospettiva di Di Maio, quel gesto plateale potrebbe anche essere solo un ex voto per grazia ricevuta. Un giovane vecchio, senza studi né esperienze lavorative memorabili, che viene iscritto da un' azienda privata di comunicazione alla corsa per Palazzo Chigi non è un predestinato. È un miracolato. Era giusto che andasse a sdebitarsi con un esperto del ramo.

FICO E DI MAIO SERVONO LE PIZZEFICO E DI MAIO SERVONO LE PIZZE

 

2- DAI TERRITORI CRESCE LA FRONDA PER AZZOPPARE DI MAIO

Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

Nemmeno il tempo di godersi la consacrazione che Luigi Di Maio si trova a vivere il paradosso di molti leader. Essere in cima al suo Movimento, celebrato come imminente candidato premier, dotato di fama e potere politico, e allo stesso tempo diventare il principale bersaglio di una guerra interna tra i grillini. Locale e nazionale.

luigi di maio alessandro di battista roberto ficoluigi di maio alessandro di battista roberto fico

 

Perché quello che avviene in Sicilia ha conseguenze collaterali sulla sua ascesa alla testa del M5S. In un momento che tra l' altro non è dei migliori ed è tra i più turbolenti della già vivace storia dei 5 Stelle.

 

Al candidato governatore Giancarlo Cancelleri, uno dei suoi uomini più fidati, Di Maio non ha legato solo un pezzo di campagna elettorale, con il tour in Siclia, le camicie bianche, le cravatte colorate sui social e le rispettive compagne fotografate sulle pagine patinate dei magazine di gossip. Ma ha legato anche il suo destino a breve termine, perché la Sicilia dovrebbe essere il risultato forte su cui il deputato avrebbe costruito la sua corsa a Palazzo Chigi.

rosa caupozzo  roberto fico luigi di maiorosa caupozzo roberto fico luigi di maio

 

E invece le cose non stanno andando per il verso sperato. In Sicilia come a Roma, dove già si agitano le truppe spontanee degli ortodossi al seguito di Roberto Fico, contrari alla decisione di Grillo di abdicare al ruolo di capo politico e di affidarlo al vincitore delle primarie per la premiership.

 

Così Di Maio rischia di rimanere un leader azzoppato anzitempo e di vedere rovinata la festa della sua incoronazione a Rimini. Per questo, dentro il M5S stanno già approntando le contromosse, legali e disciplinari. A Roma Grillo ha avuto colloqui serrati con il team di avvocati che segue le pratiche sugli innumerevoli ricorsi e si è convinto, come già aveva fatto a Genova contro Marika Cassimatis, che a questo punto è meglio procedere senza ulteriori votazioni: il candidato in Sicilia resta Cancelleri, per volontà del comico, in qualità di garante e (ancora per poco) capo politico del M5S.

DI MAIO FICODI MAIO FICO

 

Allo stesso modo, Grillo è pronto a usare il suo potere per calmare la fronda interna. Già trapelano le prime minacce di sanzioni, se i più riottosi dovessero continuare a picconare su Di Maio. Ma prima di arrivare a un epilogo così drammatico Grillo ha tentato un ultimo tentativo di conciliazione. Lunedì ha chiamato Fico per chiedergli un faccia a faccia a Roma, prima della partenza. Il deputato, secondo fonti vicine a entrambi, avrebbe rifiutato di incontrare il leader. Fico considera inaccettabile che Grillo si svesta del ruolo più importante. «Beppe devi restare tu il capo politico, non può diventarlo Luigi, serve una figura super partes».

 

DI MAIO FICO GRILLO 1DI MAIO FICO GRILLO 1

«Ma io - è stata la risposta del comico - rimango il garante». Non è solo Fico a chiedere che Di Maio non diventi capo politico. Sono tanti parlamentari e tantissimi dai territori, tra eletti e non. Ieri Luigi Gallo, deputato che più di altri si è intestato una campagna pubblica sui social, ha rilanciato una lettera sottoscritta dai consiglieri piemontesi: «Beppe - scrivono - riteniamo che la figura del premier non debba coincidere con quella del capo politico».

 

Ma Grillo vuole tornare ai suoi spettacoli, calcare palchi dove si sente più a suo agio, lontano dai rituali rissosi della politica. Questa volta sembrerebbe deciso. In realtà lo era anche due anni fa, ai tempi del direttorio, ma non funzionò e alle prime liti si dissolse, costringendolo a tornare.

 

DI MAIO GRILLO FICODI MAIO GRILLO FICO

Secondo il deputato Angelo Tofalo «la dizione capo politico vale per il Parlamento. Grillo resta garante e capo politico, inteso nel senso più ampio». Ma sono rassicurazioni di facciata.

 

Memore di quanto accaduto con il direttorio, Grillo ha delegato a Davide Casaleggio e allo staff il compito di blindare la futura leadership di Di Maio. Fico, e chi come lui vorrà alzare polveroni, è avvertito: in virtù della sua nuovo carica, Di Maio potrà sanzionare chiunque voglia detronizzarlo. Potrebbe essere il preludio a nuovi addii, anche perché in campagna elettorale non verranno tollerate critiche.

 

GRILLO CANCELLERIGRILLO CANCELLERI

In tutto questo c' è da capire che parte sta interpretando Alessandro Di Battista. Ha promesso di parlare dal palco di Rimini, per spiegare perché non si è candidato contro Di Maio, lasciando che a sfidarlo fossero degli illustri sconosciuti, in una gara dai risvolti comici. Intanto però Di Battista è rimasto nascosto, come sa fare solo lui, senza sbracciarsi troppo di elogi per l' amico Luigi con cui ha stretto un patto di non competizione. Ma i patti, in politica, si fa in fretta a stracciarli.

Ultimi Dagoreport

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...