deep state

AMERICA FATTA A MAGLIE - HO VISTO LA SERIE ‘DEEP STATE’ DI FOX EUROPE (VIDEO) E CI VUOLE LA TV PER RACCONTARE QUELLO CHE I GIORNALI NEGANO, OVVERO LA PALUDE DEL POTERE CHE STA CERCANDO DI ABBATTERE CON OGNI MEZZO L’ODIATO TRUMP - ULTIMO EPISODIO: IL ‘MOSTRO’ CAMBRIDGE ANALYTICA, OVVERO UN MONDO FATTO DI ZOMBIE CHE SI FA CONVINCERE DA UN ALGORITMO COSA VOTARE. QUESTA SÌ CHE È UNA FICTION

 

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

deep state 5

C'è ancora qualche povero di spirito tra i giornalisti italiani in America che sostiene che il termine “Deep State” sia stato inventato dalla destra, e che in realtà non esista? Trattasi di ciuccio e presuntuoso perché in realtà è dal 1961, da uno scritto di Dwight Eisenhower, che il termine viene identificato in una realtà ambigua eppure precisa, che a partire dagli Stati Uniti appartiene sicuramente anche ad altre nazioni sviluppate e non, più o meno democratiche.

 

Agli scettici, magari sul libro paga di qualche branca del Deep state, si potrebbe mostrare il recente sondaggio nel quale gli americani si dicono certi dell'esistenza delle trame di quella che in campagna elettorale Donald Trump identifico’ come una palude da prosciugare. La ricerca del Monmouth University Polling Institute, che ha chiesto a un campione di cittadini un'opinione proprio sul cosiddetto Deep State, ovvero l'apparato burocratico, militare e finanziario che avrebbe un peso eccessivo nelle decisioni del governo federale, questo si comporterebbe come un corpo separato, che in alcune situazioni ed occasioni sarebbe pronto a tramare contro il governo.

 

deep state 4

Solo il 13% conosce il termine, ma una volta saputo cos'è il Deep State, quasi tre cittadini su quattro (74%) hanno detto di credere che questo apparato esista e abbia un grosso peso a Washington; la convinzione è molto diffusa tra tutti gli orientamenti politici, visto che tra repubblicani, democratici e indipendenti la percentuale di chi crede al Deep State è superiore al 70 per cento.

 

“Deep state” della FOX Europa sarà perciò una serie fantastica, perché fantastica è la fiction televisiva che ci racconta e trasfigura la realtà, mentre il cinema si è rifugiato nella favola, nella ripetizione di commediole che furono, nella satira politica stantia. Deep State non si limiterà, ci scommetto, alle 8 puntate già realizzate che partono il 9 Aprile su Fox. Io ne ho viste due, la seconda è meglio della prima, il che fa intuire che chiuderemo in crescendo come nelle migliori tradizioni.

 

deep state 2

 E speriamo che crescendo sia sul serio che qui la realtà galoppa, per quanto gli autori e sceneggiatori abbiano preparato una storia terribile nella quale un padre torna allo sporco lavoro di spia perché richiamato dal buen retiro dei Pirenei dove fa il falegname con una nuova moglie che nulla sa di lui. Con il pretesto trappola che gli hanno ammazzato il figlio, pure spia, del primo matrimonio, che di lui non ne voleva sapere ma poi ne aveva seguito le orme. Solo per scoprire che tornare indietro da certe vite e da certi destini non è possibile, ti richiamano, ti risucchiano, le cose orribili che sai e che hai fatto, sulle quali hai taciuto e che hai creduto di poter dimenticare, e chi le ha ordite e ordinate detiene le chiavi di un potere e di una costruzione malefica che non si ferma mai.

 

Cambridge Analytica

Ecco, e tiro il fiato, per quanto da Homeland a Scandal, a House of Cards, per citare solo tre grandi fiction in corso, la realtà del business intrecciato alla politica internazionale siano stati tirati per i capelli, sarà necessario un bel crescendo alla storia di “Deep state” in tv, perché quello vero di Deep state si difende e contrattacca, e non è mai stato così protagonista.

 

Cambridge Analytica

Prendete la cronaca di questi giorni sul presunto scandalo nei Mondiali di Cambridge Analytica, roba che già stanno chiedendo alcuni piddini, a corto di idee e ispirati dalla fiction, una commissione parlamentare di inchiesta, perché sarebbero state alterate anche le elezioni italiane il 4 marzo.

 

Leggetevi i giornaloni e ascoltate le costernate news dei TG e troverete: il genietto dai capelli rosa, oggi improvvisamente «pentito» Christopher Wylie; lo stratega cinico e demoniaco – credi di averlo eliminato dagli States e risorge tra il Vaticano e l'Europa – Steve Bannon; tira i fili della trama il miliardario, affascinato dall'intelligenza artificiale, Robert Mercer, diabolico e incestuoso, con la figlia Rebekah; al servizio di questa spectre alcuni mostri tra i quali si distinguono un manipolatore della psiche, Aleksandr Kogan, mezzo russo mezzo americano che ha preso come cognome nuovo proprio “Spectre”, e il manager factotum, Alexander Nix.

 

Questa volta per conto di chi agiscono? Quali affari miliardari rappresentano? Profili rubati, tangenti, corruzione, elettori come zombie incantesimati e condotti a votare per spingere la Gran Bretagna fuori dall'Europa, Donald Trump verso la Casa Bianca, Matteo Salvini a Palazzo Chigi, l'altro Matteo verso casa a Rignano. Una grande reporter che non ha paura di niente, inviata da un giornale che non ha paura di niente, Cadwalladr del Guardian, ha scavato per un anno sui retroscena della Brexit, ha convinto l'omino dai capelli rosa Wylie a svelare i misteri della Cambridge Analytica, ha incrociato i dati con gli investigative reporter del New York Times.

christopher wylie

 

Il mostro è nudo, e probabilmente il Deep state è contento, se con una sola mossa ha rimesso sotto accusa, visto che la collusion con la Russia zoppicava, l'odiato Trump, ha minato la fiducia nella volontà dell'Inghilterra di uscire dall'Europa, e ha messo anche a posto i capetti di Silicon Valley come Mark Zuckerberg, che magari pensavano di poter fare a meno di lui, mister Deep, e dei suoi tentacoli, anche in future ambizioni presidenziali.

 

A Facebook hanno dato una bella botta, finché dura, naturalmente, perché ormai, grazie al fatto che dei giornali non si fida più quasi nessuno, delle Tv figurarsi, e per fortuna che ci sono il web e i social, l'effetto scandalone dura lo spazio di un mattino. Poi, come per i wurstel, torni a mangiarli e non vuoi sapere come sono fatti.

stephen bannon

 

Tornando alla serie della FOX che dal 9 aprile in contemporanea mondiale in 50 paesi, come volete che ci impressioni, se non si diffonderà in rocambolesche avventure, quella specie di James Bond invecchiato e arrugginito e fuori dai giochi da 10 anni, Max Easton (interpretato da Mark Strong),riportato in campo per vendicare la morte di suo figlio, sullo sfondo di una cospirazione internazionale tra intelligence che devono guadagnare dalla diffusione del caos in Medio Oriente?

 

Ve lo dico io, e con sollievo. Con la forza della narrazione e della buona scrittura, non rinunciando agli effetti speciali ma facendo prevalere il doppio binario del conflitto personale con la pressione schiacciante della politica. Max intonsa che è tutto scritto che sono più forti, ma non rinuncia alla sua seconda chance. E anche quando dice “voi non sapete che cosa sono capaci”, non si dà per vinto.

 

mark zuckerberg e priscilla chan

Non è meglio lui degli zombie convinti al voto da un algoritmo che la realtà di oggi ci vorrebbe propinare?

Ultimi Dagoreport

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - OGGI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE…

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?