di maio ilva

I GIORNI DELL'ILVA - “SE PD, RENZI E LEGA VOTANO INSIEME L’EMENDAMENTO DELRIO, IL GOVERNO NON VA AVANTI”, L’AUT AUT DI DI MAIO A ZINGA (E A CONTE) SULLO SCUDO - IL PD VUOLE PRESENTARE UNA NORMA PER LA TUTELA LEGALE ALLE AZIENDE CHE BONIFICANO PER NEGOZIARE ANCORA CON MITTAL – MESSO IN VOTAZIONE, L’EMENDAMENTO PUO’ SPACCARE I 5 STELLE E QUESTO SAREBBE UN VULNUS TALE DA METTERE A RISCHIO IL GOVERNO – DI MAIO CERCA UNA MEDIAZIONE

Carlo Bertini Federico Capurso per la Stampa

 

di maio ilva

La pistola è carica ed è posata sul tavolo: se servirà Nicola Zingaretti intende usarla perché «non è possibile che un partito di sinistra non faccia nulla per non far chiudere la più grande fabbrica del sud», spiegano i suoi uomini. L' arma è l' emendamento al decreto fiscale a prima firma Graziano Delrio, che il capogruppo del Pd ha già fatto scrivere, pronto per esser depositato.

 

Contiene quanto già previsto dal cosiddetto «lodo Provenzano», il ministro per il Mezzogiorno, ovvero una norma soft, non solo per Mittal, ma erga omnes, «una tutela legale complessiva per tutte le aziende che fanno ambientalizzazione». Per tutte le industrie impegnate in bonifiche ambientali.

 

Una conditio "sine qua non" per negoziare ancora con Mittal. «La maggioranza deve sostenere chi tratta», avverte Zingaretti. Ma necessaria comunque con chiunque voglia presentare manifestazioni di interesse all' Ex Ilva: tanto più se è vero - come si vocifera tra i senatori Dem - che il premier Conte stia esplorando un sentiero stretto di verifica su eventuali altri soggetti interessati, che non sono quelli citati in questi giorni. Comunque sia, il Pd vuole fare trasformare questo sullo scudo soft in una battaglia politica senza arretrare.

giuseppe conte contratto ilva

 

Facendo mettere in votazione l' emendamento Delrio, accogliendo i voti anche di Lega e centrodestra, oltre a quelli di Pd, Italia Viva, e di una parte di grillini favorevoli. Ma un voto che spaccasse i 5stelle sarebbe un vulnus tale da mettere a rischio il governo. Che dimostrerebbe di non avere una maggioranza. Una mossa per mettere all' angolo i grillini. «Ma anche se il problema sono i 5 mila esuberi, non possiamo dare un alibi a Mittal», spiega Delrio.

 

E anche se un decreto con la tutela legale sarebbe più sicuro perché non passerebbe per le forche caudine del parlamento, in quanto immediatamente esecutivo, il punto è che non ci sono i numeri allo stato per fare un decreto legge ex novo. In consiglio dei ministri verrebbe bocciato da Di Maio e dai suoi.

 

sciopero all'ilva 3

«Se il Pd presenta questo emendamento è un problema per il governo», avverte Di Maio. Convinto che questo scontro interno alla maggioranza possa tornare utile a sedare il malcontento del suo gruppo parlamentare. Ne ha parlato durante una riunione con i direttivi di Camera e Senato e in un vertice con lo stato maggiore del Movimento. E la strategia, fissata al termine della giornata da Di Maio, è chiara: «Possiamo ricompattare il Movimento intorno alla battaglia sull' Ilva, dicendo no allo scudo penale proposto da Italia Viva, ma dobbiamo anche riuscire a prendere tempo per lavorare a un' alternativa che eviti la chiusura».

 

roberto speranza nicola zingaretti vincenzo bianconi luigi di maio giuseppe conte 1

La necessità di dare nuovo smalto alla propria leadership è forte e Di Maio è convinto di poter usare il no all' emendamento renziano, che riporterebbe su Ilva la vecchia versione dello scudo penale che i grillini hanno bocciato. Ma una versione "soft" alla quale si sta lavorando con il Pd sarà comunque necessaria, questo il capo politico M5S lo sa. Per renderla digeribile ai suoi, però, serve tempo. E per ottenerlo, Di Maio tenterà di mettere sul tavolo anche gli esuberi chiesti da Arcelor Mittal.

 

«L' importante - ha detto Di Maio durante il vertice - è avere una linea unica e chiara. Non possiamo permettere che Pd, Renzi e Lega votino insieme un emendamento lasciandoci isolati sul nostro No, perché io un minuto dopo andrei da Conte per dirgli che il governo non può andare avanti».

Nicola Zingaretti Luigi Di Maio Giuseppe Conte

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA… 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…