mario draghi e giorgia meloni

GIORGIA AVVISATA, MEZZA AFFONDATA - SULLA MANOVRA DRAGHI AVEVA AVVERTITO LA MELONI MA LEI NON L'HA ASCOLTATO – IL GOVERNO HA INANELLATO PASTICCI, ASSALTI E RITARDI, RISCHIANDO LO STALLO TOTALE SULLA LEGGE DI BILANCIO. I NUOVI VERTICI DEL MEF HANNO FATICATO A GESTIRE UNA MACCHINA INFERNALE E PALAZZO CHIGI NON HA POSTO ALCUN FILTRO ALLE PIÙ IMPROBABILI PROPOSTE – EPPURE MARIOPIO, DURANTE IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, AVEVA CONSIGLIATO ALLA DUCETTA: “AVRAI POCO TEMPO, TOCCA POCO ALL'ECONOMIA, POSTICIPANDO LE SCELTE ALL'INIZIO DEL 2023”

Estratto dell'articolo di Giuseppe Colombo e Serenella Mattera per “la Repubblica”

 

GIORGIA MELONI

Questa è la storia di un fallimento sfiorato. Quattro settimane di improvvisazione ed errori sufficienti ad allarmare le massime strutture tecniche del Paese, alle prese con una macchina politica inceppata e con lo spettro dell'esercizio provvisorio. Giorni di preoccupazione per la burocrazia del Tesoro, gli esperti della Ragioneria, gli uffici delle Camere e i vertici istituzionali. Senza dimenticare Bankitalia, sfregiata dall'accusa di partigianeria. È la storia della manovra al tempo della nuova destra di governo.

 

Ministero dell'Economia, pochi giorni fa. Nel cuore dell'ufficio legislativo una casella mail trilla senza sosta. Fino a mille messaggi in un giorno. Succede così, quando arriva il momento della verità sulla manovra. Almeno dieci esperti filtrano, scartano, dimenticano il sonno. Devono produrre pareri senza i quali la commissione Bilancio è bloccata, la finanziaria paralizzata. Qualcosa si inceppa, la maggioranza va nel panico. […]

 

GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI

I vertici del Mef sono tutti nuovi: nuovo ovviamente il ministro, nuovo il capo ufficio coordinamento del legislativo Economia Daria Perrotta, il capo di gabinetto del ministero Stefano Varone, il capo dell'ufficio legislativo Finanze Umberto Maiello. Tutte figure autorevoli e di esperienza, ma comunque alle prese con una macchina infernale, senza un minuto per poterla rodare.

 

Non a caso Mario Draghi, durante il passaggio di consegne e su input di Daniele Franco, aveva consegnato a Giorgia Meloni un ragionamento che suonava così: «Avrai poco tempo per la manovra. Il mio consiglio è di toccare poco all'Economia, posticipando le scelte all'inizio del 2023».

 

DRAGHI MELONI

Va assai diversamente. E la miscela diventa esplosiva. E non solo per il Tesoro, o per la scelta di Giancarlo Giorgetti di costruire un asse con Meloni, centralizzando al massimo le decisioni. Manca del tutto un filtro politico.

 

Palazzo Chigi latita, tirandosi fuori dalla mediazione. E sono i dettagli a mostrare dove tutto si incaglia. I relatori di maggioranza, che sono tre, litigano a giorni alterni, fino al pasticcio del condono fiscale. Manca esperienza anche in commissione Bilancio, con diversi membri al primo incarico. Il presidente, l'azzurro Giuseppe Mangialavori, confonde il regolamento sostenendo di voler dare la parola solo ai firmatari degli emendamenti, subito corretto dai funzionari.

 

GIORGIA MELONI E LA MANOVRA -VIGNETTA ALTAN

E il viceministro Maurizio Leo, uomo di fiducia della premier, non mette quasi piede in Bilancio. Soffrono tutti, soffre anche la Ragioneria: senza i pareri dell'Economia sulle proposte emendative, rallenta anche chi fa di conto sulle finanze dello Stato.

 

Due fotogrammi diventano simbolo di una disfatta. La prima ritrae alcuni capi di gabinetto costretti a girare per i corridoi piegati dal peso di quattro o cinque faldoni: emendamenti dei relatori, tre mega cartelle con le proposte emendative del governo, emendamenti dei gruppi.

 

L'altro fermo immagine è della commissione Bilancio, tre sere fa: per ore i deputati discutono del più e del meno, ingannano il tempo mentre in una saletta accanto il capo del legislativo del Mef, Daria Perrotta, attraversa la notte assieme al sottosegretario Federico Freni e al ministro ai Rapporti col Parlamento Luca Ciriani cercando di sedare le forze politiche. Ha il compito impossibile di accontentare i gruppi, perché Giorgetti ha destinato a interventi governativi una porzione delle risorse riservate ai parlamentari.

GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI

 

Anche i funzionari di Montecitorio vengono lasciati al buio. La pressione sui tecnici della commissione - guidati da Renato Somma, un funzionario stimato dall'intero arco parlamentare - è fortissima. La richiesta politica di dare ammissibilità a ciò che fatica ad essere vidimato crea frizioni. […]

 

Domina la pulsione anti-tecnica della destra al potere. Non soltanto per gli affondi contro Bankitalia, rea di aver indicato nella norma sul Pos uno dei punti deboli della manovra (infatti puntualmente ritirata). Ma anche per la battaglia sul Pnrr, con l'idea di ritoccare la struttura tecnica guidata da Carmine Di Nuzzo al Mef.

 

roberto garofoli mario draghi giorgia meloni alfredo mantovano

Incide la guerriglia ingaggiata da Fratelli d'Italia contro il direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera: Meloni vuole sostituirlo, Giorgetti finora ha resistito, ma si avvicina il momento della verità. L'alto dirigente ha continuato a fornire il massimo supporto per questa finanziaria. Ma, raccontano, con il garbo di chi non vuole dare l'impressione di accentrare troppo scelte che Palazzo Chigi preferirebbe sottrargli. […]

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti MARIO DRAGHI - ROBERTO GAROFOLI - GIORGIA MELONIMARIO DRAGHI E GIORGIA MELONIgiancarlo giorgetti giorgia meloni

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...