salvatore buzzi - giuliano poletti

MARCIO SU ROMA/2 – BUZZI RACCONTA LE ASSUNZIONI DEI POLITICI: C’ERA QUELLO CHE PRENDEVA SOLO LO STIPENDIO E MANCO ANDAVA IN COOPERATIVA E QUELLO CHE PER FARE IL RACCOMANDATO VOLEVA 6 MILA EURO AL MESE – TUTTI I MANEGGI DIETRO LE GARE AMA E ATAC

Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera

 

salvatore buzzi con il quarto stato alle spallesalvatore buzzi con il quarto stato alle spalle

Accordi tra imprenditori e politici per spartirsi gli appalti, assunzioni a raffica per accontentare le richieste di assessori, consiglieri e funzionari. Nel tentativo di accreditarsi come collaboratore e scrollarsi di dosso l’accusa di aver organizzato un’associazione mafiosa per sostenere di essere un imprenditore concusso, Salvatore Buzzi fa ai magistrati decine di nomi di persone che avrebbe cercato di compiacere con soldi e favori.

 

Si mostra loquace, sostiene di conoscere moltissimi dettagli anche inediti delle trattative segrete per dividersi le commesse pubbliche. Ma, almeno nei primi due incontri con i pubblici ministeri, dimostra di essere reticente sia per quanto riguarda i suoi rapporti con l’ex sindaco Gianni Alemanno, sia quando si tratta di raccontare i rapporti con gli esponenti del centrodestra. Come Luca Gramazio, finito in carcere con le stesse pesanti contestazioni di corruzione e associazione, oppure i manager che proprio quell’amministrazione aveva sistemato ai vertici delle municipalizzate. «Dimostreremo che siamo stati costretti a pagare per non far fallire le cooperative», insiste il suo avvocato Alessandro Diddi. 

SALVATORE BUZZI FRANCO PANZIRONISALVATORE BUZZI FRANCO PANZIRONI


«Nieri chiamava»
E allora Buzzi riparte dall’elenco delle persone «che ho dovuto far lavorare». Li chiama «i bisognosi». Dice che anche per il Cara di Mineo, il centro di accoglienza per i rifugiati, il sottosegretario Giuseppe Castiglione «c’aveva, un ruolo insomma di mediatore politico, mette insieme nove Comuni, per destina’ 400 assunzioni a 9 Comuni, lì so’ 400 persone che lavorano». Castiglione è indagato dalla Procura di Catania e adesso è possibile che gli sarà chiesto conto anche di questo.

 

luca gramazio alessandra mussolini e domenico gramazioluca gramazio alessandra mussolini e domenico gramazio

 Il primo politico della Capitale di cui parla è l’ex vicesindaco Luigi Nieri «quattro persone, le abbiamo messe nell’ambito dei vari servizi perché erano proprio pressanti, perché un conto se lei me lo segnala io se c’ho posto ce lo infilo, un conto che lei ogni giorno mi chiama per tre, quattro persone... ma non è che tu me devi chiama’ ogni giorno per sistema’ una persona. Noi ricevevamo tantissime segnalazioni, sfigati, non sfigati, io se c’ho bisogno poi ne prendo quando c’ho bisogno. Se invece lei me chiama e me dice: “Me la devi prende’, allora diventa una cosa diversa».

 

luigi nieriluigi nieri

Poi si concentra su Mirco Coratti, uno degli indagati e racconta: «Abbiamo assunto per sei, sette mesi, non mi ricordo per quanto tempo, un consigliere municipale indicato da Coratti che non è nemmeno mai venuto in cooperativa. L’abbiamo pagato per sei, sette mesi, non mi riesco a ricordare il nome». E quando il procuratore aggiunto Michele Prestipino lo incalza: stipendio senza controprestazione lavorativa? Buzzi risponde: «Esatto».

 

Poi si concentra sul presidente del consiglio regionale del Lazio, Daniele Leodori: «Mi chiamò, diciamo che siamo già nella seconda metà del 2014, per assumere una persona...me lo ricordo perché questo tizio venne pure con l’aria strafottente che non c’aveva tempo per venire a lavorare subito, doveva veni’ a lavora’ dopo, doveva pia’ 6 mila euro al mese se no non veniva a lavora’, al che di fronte ad un atteggiamento del genere non procedemmo all’assunzione». 


I lotti Ama
Un capitolo che i magistrati vogliono approfondire riguarda gli appalti dell’Ama. «Ci interessa», insiste il pubblico ministero Paolo Ielo e Buzzi sostiene di poterlo accontentare di fatto ammettendo di aver compiuto una turbativa d’asta. «Con la nuova giunta di Marino — dice Buzzi — praticamente Ama cammina da sola. Infatti nella delibera si ridefiniscono i lotti e siccome sono approssimativi i lotti non coincidono più con quelli uscenti.

mirko corattimirko coratti

 

Quando esce la gara Carlo ed Emanuela, li avete incriminati tutti, poverini, cominciano a fare i raffronti per vedere quali erano i lotti nostri e i lotti di Edera e i lotti di Serviplus. Era un guazzabuglio, non se ne veniva più fuori. Che succede? Cancelli (una delle coop in corsa ndr ) forte del cambiamento che c’era stato, che l’assessore all’Ambiente del Comune di Roma è Estella Marino, fa parte della componente diciamo vicina a Patanè... la filiera sarebbe Patanè, Atos De Luca e Estella Marino.

 

Stanno tutti con Renzi... Quindi Cancelli ha questo punto di riferimento e pensa “io c’ho Patanè, c’ho l’assessore che è mio, comando io” e allora lui praticamente non vuole arrivare ad un accordo e dice: “io voglio il primo e il secondo lotto”, mo’ non mi ricordo bene. Io sarei andato francamente allo scontro perché me ne sarei fregato, interviene Serviplus e va a chiedere l’intervento dei suoi referenti politici, che in questo caso era la componente di Astorre, che è un deputato del Pd nel consiglio regionale. Consigliere di riferimento è il presidente Leodori.

 

Allora praticamente questi di Serviplus vanno da Leodori e gli dicono: “guarda che ci sta Cancelli che non vuole fare un accordo, non vuole rispettare gli impegni che aveva preso a suo tempo e siamo costretti a fare la gara”.

daniele leodoridaniele leodori

 

Io presumo che Leodori interviene con Patanè, Patanè chiama Cancelli, Cancelli mi chiama al telefono a me: “ci accordiamo”». Ielo insiste: Vi mettete d’accordo tra di voi per fare le offerte? Create l’accordo e poi va bene tutto? Buzzi risponde sicuro: «Succede che, a febbraio, la gara viene aggiudicata». 


La tangente per Atac
Dichiara Buzzi: «Noi come Cns (il Consorzio delle cooperative) avevamo l’appalto di Atac per le pulizie degli automezzi, poi lo perdemmo perché ci fu un’offerta abbastanza strana, veramente strana. Poi dopo noi vinciamo questa gara nel 2012, 2013, 10 milioni di euro di pulizia degli automezzi. Credo sia pulizia degli automezzi, però non ricordo bene. La nostra quota come cooperativa “29 giugno” è il 10 per cento dei 10 milioni, quindi un milione.

IGNAZIO MARINO AUTOBUS ATACIGNAZIO MARINO AUTOBUS ATAC

 

Pino Cinquanta ci dice che dovevamo conferire questo 1 per cento della commessa a Carlini, che era il consigliere d’amministrazione in quota Pd. Noi abbiamo provveduto ai 10.000 euro nostri per parte nostra direttamente perché io c’avevo una conoscenza diretta con Carlini. Non mi ricordo se glieli abbiamo dati in mano a Carlini o gli abbiamo pagato qualcosa, però abbiamo pagato». 
 

 

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)