boccia schlein meloni

“LA MELONI VA FERMATA PER IMPEDIRLE ‘LA SCALATA AL COLLE’ E ‘I PIENI POTERI’” – PARTE LA CAMPAGNA DEL PD SUL NO ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA - IL REFERENDUM SULLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE PRECEDERÀ LE ELEZIONI POLITICHE E FINIRÀ PER DECIDERLE: SE IL CENTROSINISTRA DOVESSE VINCERE SAREBBE LA PROVA CHE LA VITTORIA POSSIBILE, MA SE IL PD DOVESSE PERDERE SARÀ IL SEGNALE CHE MELONI È IMBATTIBILE – BOCCIA E ORLANDO SPIEGANO CHE I DEM NON FARANNO UNA CAMPAGNA IN DIFESA DEI PM: HANNO “PERSO CREDIBILITÀ” - DAVID ERMINI, EX VICEPRESIDENTE DEL CSM ED EX DEPUTATO DEL PD PROFETIZZA UN’ITALIA DA APOCALISSE GIUDIZIARIA...

Carmelo Caruso per il Foglio – Estratti

 

Fermarla “in nome della Costituzione e non dei magistrati”, fermarla per impedire “la scalata al Colle” e “i pieni poteri di Meloni”. Fermarla. E’ la linea del Pd per vincere il referendum sulla riforma della giustizia, la separazione delle carriere.

 

Dice Francesco Boccia al Foglio: “Il referendum sarà un passaggio decisivo. Il Pd chiederà al paese di dire ‘no’ alla riforma. Lo farà per impedire a Meloni di assumere i pieni poteri.

 

ELLY SCHLEIN E FRANCESCO BOCCIA

Lo farà spiegando che il referendum non è un referendum sui magistrati ma sulla natura delle istituzioni. Fermare la riforma per fermare Meloni e impedirle di cambiare la Carta”. Il 28 ottobre il ddl sulla separazione delle carriere arriva al Senato per il suo ultimo passaggio parlamentare.

 

Lo pensa Dario Franceschini, lo pensa Boccia, lo pensa il sindaco dell’Anci, Gaetano Manfredi, lo sa anche Elly Schlein. Il referendum sulla separazione delle carriere precederà le elezioni politiche e finirà per deciderle. Se il centrosinistra dovesse vincere è la prova che il governo è contendibile, la vittoria possibile, ma se il Pd dovesse perdere sarà il segnale che Meloni è imbattibile.

 

francesco boccia elly schlein

Il Pd, e lo anticipa Boccia, ma lo dice anche l’ex ministro della Giustizia, Andrea Orlando, non farà una campagna elettorale in “difesa dei magistrati”, una categoria che “ha perso la sua credibilità”.

 

Spiega Orlando che “la riforma sulla separazione delle carriere fa schifo e l’ho già detto a una conferenza di Area, la corrente della magistratura, ma pensare di fare una campagna referendaria per difendere i magistrati sarebbe sbagliato. Io non farò una campagna in difesa della magistratura ma solo contro una riforma che ritengo pericolosa, che non toglie potere ai magistrati ma che ne aumenta l’arbitrio.

ANDREA ORLANDO .- CONFERENZA STAMPA DOPO LA SCONFITTA.

 

Penso di più: c’è da aver paura. Peseranno i social e i magistrati si sentiranno in dovere di assecondare le emozioni del momento”. Dice sempre Orlando: “E’ un paradosso ma preferirei che il potere della magistratura fosse sotto l’esecutivo perché saprei con chi prendermela. Con questa riforma il potere giudiziario non avrebbe più controllo”. Sta uscendo di scena “il partito dei magistrati” come alleato del Pd, surclassato dal “popolo di Garlasco” alleato di Meloni.

 

Giovanni Donzelli, responsabile di FdI, lo teorizza per la prima volta: “Il referendum sulla separazione delle carriere lo vincerà il popolo di Garlasco. Quel popolo silenzioso di italiani che sono rimasti sconvolti dalle sviste, dalle indagini condotte male. Il caso Garlasco ci aiuta”. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, è un altro che parla di “Garlasco come caso che fa riflettere. Con questa magistratura è quasi meglio riparare all’estero che affrontare un processo”.

 

FRANCESCO BOCCIA

Il 28 ottobre, quando la riforma verrà votata, sarà legge, i senatori del Pd parleranno in Aula “di smantellamento della Costituzione” e non di “attacco alla magistratura altrimenti rischiamo perdere la battaglia con Meloni”. E’una novità.

 

L’adagio della campagna referendaria che il Pd vuole portare avanti sarà “Meloni e i pieni poteri”, “Meloni che usa la riforma per scalare il Quirinale, essere eletta presidente della Repubblica”. Va ribaltato un racconto che oggi vede vincente Meloni, quello dei “magistrati fuori controllo”, che non pagano, protagonisti di scandalo. E’ la premier che ha postato sui social la parola “cortigiana”, usata da Maurizio Landini, la premier che risponde: “La sinistra per criticarmi di dà della prostituta.

 

Landini è obnubilato dal rancore”. Convincere gli italiani che la separazione delle carriere sia un errore è difficile, ma si può spiegare che la riforma serve a Meloni soltanto per “ottenere i pieni poteri” che la separazione delle carriere rende ancora più sfrenati i magistrati.

ANDREA ORLANDO - DAVID ERMINI

 

Lo pensa David Ermini, ex vicepresidente del Csm, ex deputato del Pd che profetizza un’Italia da apocalisse giudiziaria: “Io conosco il meccanismo. Sono stato al Csm. Si corre il rischio di avere un esercito senza controllo. Polizia giudiziaria e pm non aspetteranno. Sarà una corsa a indagare, a rincorrere le emozioni del momento come è accaduto con le inchieste di Milano e Garlasco. Per dieci giorni gli indagati sono stati distrutti dai giornali per poi essere scagionati, uscire puliti”. La riforma Meloni sta già cambiando la natura del Pd, quella parte di mondo che è sempre stato accusato di arrivare al governo “grazie alla giustizia a orologeria”.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…