meloni

LA SINDROME (DELL'ASSEDIO) DI GIORGIA – BELPOLITI SUL LIBRO-INTERVISTA SCRITTO DALLA MELONI CON ALESSANDRO SALLUSTI: "LA PREMIER SOFFRE DELLA SINDROME DELL’ACCERCHIAMENTO, DEGLI AVVERSARI E DEI PROBLEMI REALI. LA QUESTIONE È CHE L'ASSEDIO GIORGIA L'HA INTERIORIZZATO SOTTO FORMA DI VITTIMISMO” - DAGO AVEVA SCRITTO (“IL MAGGIOR PROBLEMA DELLA MELONI RESTA LA SUA TENUTA PSICO-FISICA…UNA SINDROME DELIRANTE DI ACCERCHIAMENTO”) E LA SORA GIORGIA AVEVA PARLATO DI "MISOGINIA PURA". ORA CHE FARA’ LA MELONI, DARA’ ANCHE A BELPOLITI DEL MISOGINO? - DAGOREPORT

DAGOREPORT

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/salvini-che-sfancula-tajani-meloni-che-infinocchia-salvini-tajani-che-366856.htm

 

 

Marco Belpoliti per la Repubblica - Estratti

GIORGIA MELONI

 

Giorgia, che ci guardava dritto negli occhi sulla copertina di Io sono Giorgia , era una giovane donna dallo sguardo intenso e seduttivo: mano appoggiata alla guancia, capelli appena scostati, occhi sgranati, labbra ripassate con il rossetto. Il tutto in bianco e nero.

 

Ora sulla copertina di La versione di Giorgia, intervista firmata con Alessandro Sallusti (Rizzoli), è a colori, la mano appoggiata al mento, guarda verso destra, verso un interlocutore che non c'è: è bionda ed è sicura di sé, compiaciuta . 

 

(...) La parola che torna più volte nelle prime cento pagine è “sinistra”: un'ossessione. 

 

(...)

La sindrome di cui soffre questa donna ambiziosa, e anche vanitosa – nonostante la negazione che ne fa – è quella dell'accerchiamento. Si sente assediata, prima di tutto dagli avversari, e poi dai problemi, che ovviamente hanno creato gli altri. Non pensa che essere dei politici veri significhi risolvere i problemi, chiunque li abbia creati. No, per lei i problemi sono il lascito degli altri, il che può anche essere vero, ma non basta. La questione è che l'assedio Giorgia l'ha interiorizzato sotto forma di vittimismo, come si evidenzia dal libro. Interiorizzare vuol dire che è spinta ad assediare lei gli altri. Venire? Occupando il potere.

 

meme giorgia meloni matteo salvini

Il suo profilo psicologico che emerge dal libro è quello di una donna sicura di sé, ma al tempo stesso insicura. L'ambivalenza che mostra verso il suo stare a Palazzo Chigi – le sottrae tempo di vita, di vita privata – o è una finzione – è ben attaccata a quella poltrona –, oppure manifesta una forma di repulsa verso qualcosa che da sempre riguarda chi ha il potere: sacrificio e solitudine. A un certo punto, evocando l'assassinio di Mattei – una delle vicende oscure della nostra storia patria –, evidenzia il timore di essere fatta fuori nello stesso modo. Ride, per scaramanzia, ma evidentemente non conosce le regole del potere.

 

Quando Aldo Moro, il più acuto politico italiano del dopoguerra, mediatore e democristiano, essenza stessa del potere in ogni sua forma, fu sequestrato dalle Brigate rosse, Italo Calvino scrisse in un memorabile articolo di critica de L'affaire Moro di Sciascia: sceglie di fare l'uomo politico lo sa, gli addii alla famiglia li ha fatti nel momento in cui ha scelto questa carriera”.

 

giorgia meloni

Il potere significa solitudine. Così non è la vita di questa ex-missina abituata alla vita di gruppo, che ha portato al governo il marito della sorella, che ha posto la stessa in cima al partito che ha fondato, che si circonda di yes-woman e yes-man , che mostra un complesso mai sopito d'inferiorità, che combatte a parole insistendo sull'importanza dei rapporti personali nella politica internazionale e nazionale, cosa indispensabile ma non basta.

la versione di giorgia meloni cover

 

Se il buon giorno si vede dal mattino, ci attendono mesi, e forse anni, difficili, perché un paese complesso, e a suo modo diviso come l'Italia, ha bisogno non di certezze programmatiche – per altro molto difficili da realizzare – come quelle esposte in questo libro, ma di saggezza, sapienza, delicatezza, unione e non certo di scontro. 

 

MELONI ALTANgiorgia meloni giorgia meloni giorgia meloni giorgia meloni giorgia meloni

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giorgia meloni

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