giorgia meloni magistrati toghe giustizia

MELONI-TOGHE, SCAZZO CONTINUO – A GIORGIA SONO SALTATI GLI OTOLITI PER LA DECISIONE DEL TRIBUNALE DI BOLOGNA DI RINVIARE ALLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA IL DECRETO SUI PAESI SICURI PER I MIGRANTI, PER “DISSIPARE ALCUNE GRAVISSIME DIVERGENZE INTERPRETATIVE DEL DIRITTO EUROPEO” – DA PALAZZO CHIGI TUONANO: “NON DECIDONO I GIUDICI, MA IL GOVERNO” – IL RIFERIMENTO AL NAZISMO (“ANCHE LA GERMANIA SOTTO IL REGIME ERA UN PAESE SICURO PER LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DELLA POPOLAZIONE”) È VISTO DAI MELONIANI COME UNA PROVOCAZIONE: “UN PARAGONE VOLUTAMENTE ESAGERATO”

1. “DECRETO PAESI SICURI ALLA CORTE EUROPEA” LITE GOVERNO-TOGHE

Estratto dell’articolo di Eleonora Camilli per “La Stampa”

 

migranti ALBANIA

La Germania nazista era un Paese sicuro? Si sono mossi da questo paradosso i giudici del Tribunale di Bologna nell'ordinanza in cui chiedono alla Corte europea di Giustizia di dissipare alcune «gravissime divergenze interpretative del diritto europeo» derivanti dal recente decreto del governo sui Paesi sicuri.

 

Varato appena una settimana fa per arginare l'azione dei giudici, dopo le mancate convalide dei fermi dei migranti in Albania, ora il dl finisce sotto la lente della Corte di Lussemburgo con la maggioranza che insorge, riaccendendo lo scontro con la magistratura.

 

IL DECRETO LEGGE SUI PAESI SICURI - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

«La Germania sotto il regime nazista era sicura per la stragrande maggioranza della popolazione tedesca – spiegano i togati bolognesi – 60 milioni di persone vantavano una condizione di sicurezza invidiabile» fatti salvi «gli ebrei, gli omosessuali, gli oppositori politici, le persone di etnia rom ed altri gruppi minoritari». […]

 

Per questo per i giudici è necessario chiarire quale sia il parametro da applicare per definire un Paese sicuro: se solo quello geografico (senza zone di territorio a rischio) o anche il rischio di persecuzione o danno grave per alcune categorie di persone.

 

Il caso è stato sollevato nell'ambito del ricorso di un cittadino del Bangladesh, che ha impugnato la decisione della Commissione territoriale sulla sua richiesta di protezione internazionale. La domanda è stata, infatti, dichiarata manifestamente infondata in ragione della provenienza dell'uomo da «Paese di origine sicuro» e della «ravvisata mancata indicazione di gravi motivi per ritenere che quel Paese non fosse sicuro per la situazione particolare in cui lo stesso richiedente versa». […]

 

 

2. MELONI: DECIDIAMO NOI, NON I GIUDICI QUELL'ORDINANZA "UNA PROVOCAZIONE"

Estratto dell’articolo di Federico Capurso per “La Stampa”

 

migranti in albania - vignetta by vukic

Giorgia Meloni lo aveva messo in conto. Un minuto dopo l'approvazione in Consiglio dei ministri del decreto con la nuova lista dei Paesi sicuri, una settimana fa, si diceva già certa – parlando con chi le era vicino – che qualche magistrato avrebbe sollevato delle obiezioni.

 

Ieri, infatti, dopo essere stata informata della decisione del Tribunale di Bologna di chiedere un "rinvio pregiudiziale" alla Corte di giustizia europea su quel decreto, non ha nemmeno portato il tema in discussione in Consiglio dei ministri. […]

 

A Palazzo Chigi si ripete in queste ore che «non sono i giudici a poter decidere quali sono i Paesi sicuri. Quello è un compito che spetta al governo». Poco importa che non sia questo l'intento del Tribunale di Bologna, che chiede invece alla Corte Ue se i criteri con cui sono stati definiti dal governo i "Paesi sicuri" non siano in contrasto con la sentenza della Corte europea del 4 ottobre scorso […]

 

centro migranti DI GJADER IN ALBANIA

[…]  Dopo un coordinamento tra la presidenza del Consiglio, il Viminale, la Farnesina e il ministero della Giustizia, è stato dato mandato all'Avvocatura dello Stato di preparare le controdeduzioni da presentare alla Corte di giustizia europea. La risposta della Corte, però, non arriverà a breve. Potrebbero volerci anche dei mesi.

 

Nel frattempo, il governo conta di poter proseguire con le procedure di rimpatrio accelerato, pur sapendo che altri Tribunali potrebbero seguire l'esempio di Bologna. È lo stesso atteggiamento avuto finora con il ricorso in Cassazione presentato dal governo contro la decisione del Tribunale di Roma di invalidare i trattenimenti dei richiedenti asilo nei centri per i rimpatri accelerati in Albania e di riportarli in Italia.

giorgia meloni edi rama - hotspot per migranti in albania

 

Quel che Meloni non si aspettava, invece, era di trovare nelle motivazioni del rinvio alla Corte Ue del Tribunale di Bologna un riferimento alla «Germania nazista» e l'«Italia fascista», messi sullo stesso piano dei Paesi sicuri decisi dal governo: sicuri per chi ci abitava, fatta eccezione per le minoranze, dai rom agli omosessuali, fino agli oppositori politici. In questo passaggio delle 25 pagine di ordinanza, per i fedelissimi di Meloni, c'è «la prova che certi giudici cercano strumentalmente lo scontro con il governo».

 

La considerano una provocazione: «Un paragone volutamente esagerato – dicono dal quartier generale di Fratelli d'Italia –, inutile ai fini giurisprudenziali, inserito sapendo che avrebbe provocato una reazione da parte del governo e della maggioranza».

 

MEME GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI

Infatti reagiscono e lo fanno con tono sdegnato di fronte ai microfoni, ma è, tutto sommato, quasi un regalo. Nel centrodestra considerano ormai inevitabile lo scontro con la magistratura.

 

E sottolineano più volte come questo clima di tensione sia salito, dal loro punto di vista «in modo tutt'altro che casuale», proprio nel momento in cui entra nel vivo la riforma costituzionale con cui il governo vuole separare la carriera dei pubblici ministeri da quella dei giudici, intervenendo anche sull'assetto del Consiglio superiore della magistratura. «[...]

arrivata in albania a Shengjmn la nave della marina con 16 migrantiNUOVI CENTRI PER I MIGRANTI IN ALBANIA

giorgia meloni in albania con i militari italiani

Ultimi Dagoreport

FLASH! – SE URBANO CAIRO NON CONFERMA MENTANA ALLA DIREZIONE DEL TGLA7 ENTRO IL PROSSIMO 30 GIUGNO, CHICCO ALZA I TACCHI E SE NE VA – IL CONTRATTO SCADE A FINE 2026 MA A LUGLIO C’E’ LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI – PARE CHE QUESTA VOLTA NON CI SIA DI MEZZO IL DIO QUATTRINO, BENSI’ QUESTIONI DI LINEA POLITICA (GIA' NEL 2004 MENTANA FU PRATICAMENTE “CACCIATO” DAL TG5 DOPO UN VIOLENTISSIMO SCAZZO CON SILVIO BERLUSCONI E I SUOI “DESIDERATA”, E FU SOSTITUITO DAL SUO VICE MIMUN…)

meloni macron merz starmer trump iran usa attacco bombardamento

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI STA SCOPRENDO CHE VUOL DIRE ESSERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI UN PAESE CHE NON HA MAI CONTATO UN TUBO: PRIMA DI PROCEDERE AL BOMBARDAMENTO DEI SITI IRANIANI, TRUMP HA CHIAMATO IL PREMIER BRITANNICO, KEIR STARMER, E POI, AD ATTACCO IN CORSO, HA TELEFONATO AL TEDESCO MERZ. MACRON È ATTIVISSIMO COME MEDIATORE CON I PAESI ARABI: FRANCIA, REGNO UNITO E GERMANIA FANNO ASSE NEL GRUPPO "E3", CHE TIENE IL PALLINO DEI NEGOZIATI CON L'IRAN  – L’AFFONDO DI RENZI: “LA POLITICA ESTERA ITALIANA NON ESISTE, MELONI E TAJANI NON TOCCANO PALLA”. HA RAGIONE, MA VA FATTA UN’INTEGRAZIONE: L’ITALIA È IRRILEVANTE SULLO SCACCHIERE GLOBALE, INDIPENDENTEMENTE DA CHI GOVERNA...

donald trump mondo terra brucia guerra iran nucleare

DAGOREPORT – BENVENUTI AL CAOS MONDIALE! AL DI LA' DEL DELIRIO DI PAROLE, ANNUNCI E BOMBARDAMENTI DI TRUMP, C’È LA DURISSIMA REALTÀ DEI FATTI. L’ATTACCO ALL’IRAN AVRÀ CONSEGUENZE POTENZIALMENTE DEVASTANTI IN OGNI ANGOLO DEL MONDO – UN'EVENTUALE CHIUSURA DELLO STRETTO DI HORMUZ FAREBBE SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, CON CONTRACCOLPI ENORMI SULLA CINA (PRIMO CLIENTE DEL GREGGIO IRANIANO) E DANNI PESANTI SULL'EUROPA – I TRE POSSIBILI SUCCESSORI DI KHAMENEI SONO TUTTI PASDARAN: SE MUORE LA GUIDA SUPREMA, IL REGIME DIVENTERÀ ANCORA PIÙ OLTRANZISTA – UN'ALTRA FACCIA DEL BUM-BUM TRUMPIANO E' LA FRATTURA NEL PARTITO REPUBBLICANO USA: L'ALA “MAGA” CAPITANATA DA JD VANCE SI SENTE TRADITA DAL TRUMP BOMBAROLO (L’HA VOTATO PERCHÉ SI OCCUPASSE DI FAR TORNARE "L'ETA' DELL'ORO" IN AMERICA, NON PER BUTTARE MILIARDI DI DOLLARI PER ARMI E INTELLIGENCE IN UCRAINA E ISRAELE)

giorgia meloni francesco acquaroli antonio tajani matteo salvini donald trump

DAGOREPORT: A CHE PUNTO È L'ARMATA BRANCA-MELONI? TORNATA SCORNATA DAL G7 MENO UNO (TRUMP SE NE FOTTE DI LEI E DELL'EUROPA), I PROBLEMI REALI BUSSANO ALLA PORTA DI PALAZZO CHIGI. A PARTIRE DALL'ECONOMIA: LA GUERRA IN MEDIORIENTE POTREBBE FAR SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, E CONSEGUENTE AUMENTO DI OGNI PRODOTTO - AGGIUNGERE LA LOTTA CONTINUA CON SALVINI, LA PIEGA AMARA DEI SONDAGGI NEI CONFRONTI DEL GOVERNO E LA POSSIBILE SCONFITTA NELLE MARCHE DEL SUO FEDELISSIMO ACQUAROLI: IL PD CON MATTEO RICCI E' IN VANTAGGIO DI 5 PUNTI E LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA DI ANTICIPARE IL VOTO NELLE MARCHE A SETTEMBRE – SULLE ALTRE QUATTRO REGIONI, LA FIAMMA E' INDECISA SUL TERZO MANDATO CHE FAREBBE FELICE ZAIA IN VENETO, DESTABILIZZANDO IL PD IN CAMPANIA. MA IERI, PRESSATO DA VANNACCI, SALVINI HA PRESO A PRETESTO IL "NO" DI TAJANI, PER SFANCULARE VELOCEMENTE (E SENZA VASELINA) I SUOI GOVERNATORI, ZAIA E FEDRIGA - IL ''NO'' DI TAJANI ERA TRATTABILE: L'OBIETTIVO E' LA FUTURA PRESIDENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA (IL CANDIDATO ''COPERTO'' DI FORZA ITALIA È..)

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...