giovanbattista fazzolari giorgia meloni

SE “FAZZOLARI È IL PIÙ INTELLIGENTE DI TUTTI” (MELONI DIXIT), PENSA GLI ALTRI – IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DELLA DUCETTA, TEORICO DELLA STRATEGIA DELLO SCARICABARILE, FINORA HA INANELLATO FIGURACCE NEL SUO NUOVO RUOLO DI GRAN VISIR DELLA COMUNICAZIONE DEL GOVERNO: SUA LA RESPONSABILITÀ DEL FAX SUL MES E DELLO SCIVOLONE DELLA MELONI SULLA SANITÀ ALLA CAMERA – “DOMANI”: “LA VALUTAZIONE COMUNICATIVA SPETTAVA AI CONSIGLIERI PIÙ VICINI, LA FILIERA QUADROZZI-IANNIELLO-SCURTI, CHE GENERALMENTE SCANSIONANO OGNI DOSSIER. SOLO CHE IL DETTAGLIO È SFUGGITO, NEMMENO LA PREMIER SI È RESA CONTO DI QUELLO CHE DICEVA…” - VIDEO

 

Estratto dell’articolo di Stefano Iannaccone per “Domani”

 

Fazzolari Meloni

Prima il fax sul Mes sventolato per attaccare Giuseppe Conte e la presunta approvazione con «il favore delle tenebre». Poi l’assist sull’introduzione del tetto alle assunzioni in sanità, datato 2009 in pieno governo Berlusconi, durante il recente “premier time” alla Camera.

 

Nelle ultime settimane Giorgia Meloni non ha un buon feeling con le aule parlamentari: gli errori iniziano a diventare pesanti e danno fiato agli attacchi delle opposizioni, anche perché sono stati equamente distribuiti tra Pd e Movimento 5 stelle.

 

FAZZOLARI

E tirano in ballo l’efficienza dello staff, quella filiera di fedelissimi, dal potente sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, alla super consigliera Patrizia Scurti, segretaria sulla carta e factotum nella realtà. Una catena di amici di vecchia data e parenti che include la portavoce di sempre, Giovanna Ianniello, e suo cognato Paolo Quadrozzi (a palazzo Chigi nelle vesti di collaboratore del sottosegretario Alfredo Mantovano). Sono loro a dover sminare il terreno.

 

[…] Qualcosa si è inceppato […]. Gli ultimi errori non possono essere causa di un destino beffardo. I consiglieri più ascoltati sono in affanno, mostrano dei deficit, se non di preparazione quantomeno di lucidità. Il fulcro dell’apparato strategico è Fazzolari, non a caso definito «il più intelligente di tutti» dai vertici di Fratelli d’Italia.

 

PATRIZIA SCURTI E GIORGIA MELONI IN VISITA ALL ARTIGIANO IN FIERA DI MILANO -

Il primo svarione, piuttosto clamoroso, è stato quella copia del fax agitato alla Camera con l’accusa rivolta a Conte di aver approvato il trattato dopo la caduta del suo governo. Un affondo che, per qualche ora, ha rimesso insieme l’attuale leader del Movimento 5 stelle con l’ex ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che ha portato le prove della bugia di Meloni.

 

«Vorrei esprimere solidarietà a Meloni, il suo staff avrebbe dovuto proteggerla, il foglio che ha esibito la premier smentisce quello che stava dicendo in Aula», ha ironizzato poi Di Maio. Individuando, però, il problema principale: la svista dei consiglieri.

 

PAOLO QUADROZZI GIOVANNA IANNIELLO

L’idea propagandistica aveva l’impronta di Fazzolari, l’errore della data – dando per assodata la buonafede – coinvolge ogni stretto collaboratore, dagli uffici legislativi a quelli della comunicazione: una semplice verifica avrebbe risparmiato la convocazione di un gran giurì alla Camera, voluto da Conte per difendere la propria onorabilità. […]

 

Mercoledì scorso alla Camera, l’inner circle della premier ha fatto anche peggio: sul tetto per le assunzioni in sanità «ci troviamo a fare i conti con una situazione che si è stratificata negli ultimi 14 anni», ha detto in risposta all’interrogazione di Elly Schlein. Roba da far sobbalzare dalla sedia: la leader di FdI ha citato, in maniera negativa, una misura introdotta da un governo in cui era ministra.

LA DATA SUL FAX DI LUIGI DI MAIO SVENTOLATO DA GIORGIA MELONI

 

Il più comodo degli assist alla segretaria del Pd, che ha gentilmente raccolto per affondare il colpo e andare a segno. Le responsabilità, come il “finto fax” sul Mes, ricadono sullo staff che non ha vagliato gli elementi, benché la premier avrebbe potuto essere più attenta in fase di intervento. E ricordare che nel 2009 non era all’opposizione.

 

Di sicuro la lunga macchina di controlli è andata in panne. L’interrogazione di Schlein riguardava la sanità e quindi […] ha sollecitato gli uffici del ministero competente per materia, in questo caso la Salute di Orazio Schillaci.

 

GIORGIA MELONI GIOVANNA IANNIELLO

I tecnici, però, hanno badato solo ai riferimenti normativi da inserire nel documento. La bozza è stata quindi inviata a palazzo Chigi. E qui c’è stato il vero inghippo: per prassi gli uffici legislativi della presidenza del Consiglio valutano la bontà della documentazione, approvandola. La valutazione politica e comunicativa spettava ai consiglieri più vicini, la filiera Quadrozzi-Ianniello-Scurti, che generalmente scansionano ai raggi X ogni dossier. Solo che il dettaglio è sfuggito, nemmeno la stessa premier si è resa davvero conto di quello che diceva.

 

ELLY SCHLEIN - VIGNETTA BY MANNELLI PER IL FATTO QUOTIDIANO

Nel caso specifico, risulta a Domani, Fazzolari non ha avuto un ruolo in questa commedia: da sottosegretario non si occupa di interrogazioni parlamentari. Ma, fanno notare fonti di FdI, resta una sorta di responsabilità oggettiva: è il grande teorico della strategia dello scaricabarile, dare sempre la colpa agli altri, a quelli che c’erano prima.

 

Finora ha funzionato. Almeno fino a quando non è stata tirata troppo la corda. E in mezzo a tutti gli errori dei fedelissimi, chi rischia di pagare il conto è paradossalmente il consigliere economico – ufficialmente per politiche di bilancio – Renato Loiero, che negli infortuni comunicativi e legislativi non ha precise responsabilità.

 

Secondo le indiscrezioni, non ha convinto Meloni che starebbe valutando due opzioni: la sostituzione tout court o l’affiancamento di un altro esperto, che sarebbe una sorta di commissariamento. Solo che non è facile individuare profili adatti al compito. Il problema dello staff, insomma, inizia a sentirsi.

 

giorgia meloni sventola il fax di luigi di maio sul mes in senato

Anche perché, nella giornata di mercoledì alla Camera, c’è stato un altro svarione dettato dalla foga propagandistica: sulle privatizzazioni Meloni ha accusato il centrosinistra, con parole pesantissime, di aver agito come con gli oligarchi russi dopo il crollo dell’Unione sovietica. Insomma, il ritorno dell’accusa di «amichettismo», cioè di fare favori agli amici.

 

Un’affermazione spericolata, da cui dovrebbe mettersi in guardia. In un’intervista a La Stampa, il leader di Italia viva, Matteo Renzi, ha ricordato che la convenzione con i Benetton per Autostrade fu chiusa dal «Berlusconi quater, di cui Meloni era ministra». Un riferimento al cosiddetto emendamento salva Benetton, che dava maggiori garanzie agli imprenditori sulla concessione, votato dalla maggioranza di allora. Meloni compresa.

fazzolari melonigiovanbattista fazzolari giorgia meloni al senato

elly schlein alla camera

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”