1- L’ITALIA? OGGI COME IERI, UN’ESPRESSIONE GEOGRAFICA AL GUINZAGLIO DEI TEDESCHI 2- LA MERKEL ORDINÒ A NAPOLITANO LO SCORSO OTTOBRE DI CACCIARE SILVIO BERLUSCONI 3- SECONDO IL ‘’WALL STREET JOURNAL’’, NAPOLITANO AVREBBE CHIAMATO I VARI PARTITI PER VERIFICARE SE FOSSERO DISPONIBILI A SOSTENERE UN NUOVO GOVERNO. DETERMINATE LA PRESSIONE DELLA CULONA SUI VARI ESPONENTI POLITICI. ED ECCO MARIO STURMTRUPPEN 4- BEH, QUAL È LO SCOOP? IL 10 NOVEMBRE SCORSO SU DAGOSPIA SI POTEVA LEGGERE: “NON CHIAMATELO GOVERNICCHIO O GOVERNO DI EMERGENZA PERCHÉ QUELLO CHE NASCERÀ LUNEDÌ È A TUTTI GLI EFFETTI IL GOVERNO DEL PRESIDENTE. L'INQUILINO DEL COLLE HA GIOCATO LA PARTITA A SCACCHI PIÙ ECCELLENTE DELLA VITA E IN PERFETTA SINTONIA CON LA MASSAIA DI BERLINO, ANGELA MERKEL. NESSUN MEMBRO DELLO STAFF DEL PRESIDENTE E NESSUN CORAZZIERE ARRIVERÀ MAI A CONFERMARE QUESTA TESI, MA NON C'È DUBBIO CHE LA CANCELLIERA, DILEGGIATA DAL CAVALIERE LIBERTINO CON GESTI ED EPITETI VOLGARI, È STATA L'ISPIRATRICE DEL BLITZ CHE PUÒ PORTARE MARIO MONTI A PALAZZO CHIGI…”

1- LA MERKEL ORDINÃ’ A NAPOLITANO LO SCORSO OTTOBRE DI CACCIARE SILVIO BERLUSCONI
Corriere.it

La Cancelliera tedesca Angela Merkel avrebbe chiamato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo scorso ottobre per chiedergli di sostituire il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, con un altro premier, per evitare che l'avvitamento della tempesta finanziaria che stava colpendo pesantemente il nostro Paese facesse crollare l'economia europea. Lo rivela il Wall Street Journal in una ricostruzione, basata, secondo il quotidiano Usa, su notizie riferite da fonti diplomatiche.

LA RICOSTRUZIONE - Per il Wall Street Journal nella telefonata la Merkel disse a Napolitano di essere preoccupata per l'incapacità di Berlusconi di far fronte alla crisi italiana. Crisi che avrebbe potuto travolgere l'Europa e di conseguenza anche la Germania. Napolitano avrebbe risposto che non era rassicurante il fatto che Berlusconi fosse sopravvissuto poco prima a un voto di fiducia con soli pochi voti di scarto.

La Merkel in quell'occasione ringraziò il presidente della Repubblica invitandolo a far qualsiasi cosa in suo potere per promuovere le riforme. Napolitano, secondo il quotidiano economico americano, avrebbe recepito il messaggio chiamando nei giorni successivi i responsabili dei vari partiti per verificare se fossero disponibili a sostenere un nuovo governo. La pressione della Germania sui vari esponenti politici sarebbe poi stata decisiva in tal senso. E quindi sarebbe nato il governo Monti.


2- ARCHEO-DAGO: LA VENDETTA DELLA "CULONA INCHIAVABILE": ISPIRATRICE DEL BLITZ MONTI-NAPOLITANO

Penisola dei Famosi - Dagospia dell'11 novembre 2011 (Monti sarà nominato il 13 novembre)
http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/la-vendetta-della-culona-inchiavabile-ispiratrice-del-blitz-monti-napolitano5-forse-un-giorno-qualcuno-31949.htm


Non chiamatelo governicchio, governo di transizione, di emergenza, di salute pubblica perché quello che nascerà lunedì è a tutti gli effetti il Governo del Presidente, cioè di quell'arzillo vecchietto di 86 anni che ieri sera un altro arzillo vecchietto di 87anni, Eugenio Scalfari, ha definito davanti a Lilli Gruber "un genio della politica".

Forse un giorno qualcuno ci spiegherà se l'ex-comunista del Quirinale, il più amato dagli italiani, ha fatto tutto da solo, oppure se per abbattere il Muro di Arcore si è servito di qualche consigliere occulto.

Questa è materia per gli storici, ma di sicuro l'inquilino del Colle ha giocato la partita a scacchi più eccellente della vita e in perfetta sintonia con la massaia di Berlino, Angela Merkel. Nessun membro dello staff del Presidente e nessun corazziere arriverà mai a confermare questa tesi, ma non c'è dubbio che la Cancelliera, dileggiata dal Cavaliere libertino con gesti ed epiteti volgari, è stata l'ispiratrice del blitz che può portare Mario Monti a Palazzo Chigi.

La mossa del cavallo di Napolitano è stata la nomina a senatore a vita che spoglia il professore di Varese dai panni del tecnocrate e gli mette tra le mani un'investitura politica di cui il Quirinale è il garante assoluto.

A sciogliere le riserve del professore bocconiano pare che sia stato soprattutto l'invito, garbato e perentorio, a procedere senza indugi e senza una maggioranza stratosferica per arginare il crollo di credibilità e dei mercati. Adesso Monti sul quale la City, la BCE, il Fondo Monetario e il governo di Berlino hanno scommesso, può inoltrarsi nella foresta della politica sapendo di aver al suo fianco un Presidente disposto a mettere la sua firma su tutto anche su quei decreti che faranno piangere gli italiani.

E c'è da scommettere che tra i primi atti del futuro governo ci saranno i tagli alla politica, l'allungamento dell'età pensionabile, la lotta all'evasione fiscale, una patrimoniale sufficientemente equa e le liberalizzazioni. Nel pacchetto dovranno trovar posto anche misure per la crescita e per l'occupazione in modo da dare una risposta alla schiera di commissari europei vestiti di grigio che ieri sono scesi dai pullmini accolti dal saltellante Renatino Brunetta.

Il governo Monti vuol dire sacrifici pronti e la buona volontà degli italiani a donare il sangue nei prossimi mesi si dovrà misurare con la disponibilità dei partiti e di molti politici a mettere da parte i loro interessi. Sarà un'operazione difficile, non priva di insidie (qualcuno sta già rovistando nella gestione di Monti quando era Commissario a Bruxelles), ma la palla di neve che ieri sera intorno alle 19 è rotolata dal Quirinale sta diventando una valanga che sul Pdl e sull'opposizione. Per adesso l'unica cosa certa è che la palla di neve è servita a mettere con le spalle al muro Silvio Berlusconi, l'uomo che all'ultimo vertice di Cannes è stato schizzato dai potenti della Terra.

Sarebbe bene comunque capire quale è stata la pallottola d'argento che ha messo fine al "Truman Show" del Cavaliere che per 17 anni ha cercato di far sognare gli italiani. E qui sembra che il motivo scatenante sia stata ancora una volta la difesa dei propri interessi personali, l'antico vizietto che lo ha portato alle leggi ad personam e ad aziendam.

Dopo un inizio di giornata in cui sembrava che volesse chiudersi nel bunker indicando il nome del suo successore, Berlusconi si è alzato dal tavolo e la partita a scacchi è finita nelle mani di Napolitano. La domanda di fondo è questa: che cosa ha indotto il Presidente Patonza alla resa finale?

Nella sua infinita miseria Dagospia è riuscita a raccogliere qualche informazione che illumina la scena prima della calata del sipario. Sembra infatti che dopo il vertice famigliare con Confalonieri, Ermolli e i figli Marina e Piersilvio, a far tremare la statua del Cesare di Arcore sia stato il crollo in Borsa del titolo Mediaset, un segnale registrato con enorme preoccupazione nella galassia delle aziende che costituiscono l'impero.

A picchiare sulla cassaforte del Cavaliere controllata per il 38,9% da Fininvest, sono arrivati i fondi stranieri che fanno parte dell'azionariato. Il primo è il fondo canadese Mackenzie Cundill Investment che detiene il 3,44% di Mediaset, oltre ad alcune partecipazioni in altre realtà italiane come la Cir di De Benedetti e la Exor degli Agnelli.

Il secondo bulldozer che ha fatto tremare i vetri di Arcore e di Cologno Monzese è BlackRock, la più grande società di investimento nel mondo che ha sede a New York ed è presente tra i soci di Mediaset con un 2,28% di azioni. Stiamo parlando di un colosso che gestisce poco meno di 3.500 miliardi di dollari in tutto il mondo ed è presente con partecipazioni in molte aziende e banche italiane.

Da queste due roccaforti della finanza internazionale sono arrivati al quartier generale di Mediaset messaggi inequivocabili che i famigliari e i famigli del Cavaliere hanno trasmesso a Palazzo Chigi di enorme preoccupazione di fronte al rischio di vedere crollare l'impero televisivo e mediatico.

 

ANGELA MERKEL MARIO MONTI VIGNETTA BENNY MERKEL E MONTI ESIBIZIONISTA BERLUSCONI MERKEL CAMPAGNA BENETTON INEDITAla stretta di mano Berlusconi Merkel al Consiglio EuropeoBERLUSCONI BACIA MERKELMario MontiFRANCESCO RUTELLI BARBARA PALOMBELLI FRANCESCO RUTELLI sca20 mario monti gianni letta mario stirpeDAlema Monti WALL STREET JOURNAL SU MERKEL E BERLUSCONI

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL COLLE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI, E A FRANCESCO GAROFANI C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA) - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? FORSE NON ESISTE. D'ALTRONDE SE CI FOSSE, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA?

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…