salvini antonello caporale

IL MINISTRO DELLA PAURA – ANTONELLO CAPORALE SPIEGA IN UN LIBRO COME SALVINI HA CONQUISTATO GLI ITALIANI – ''A COLPI DI "CHE SCHIFO!", PAROLA D’ORDINE CHE LO HA AVVICINATO AL "POPOLO", È DIVENUTO IL DEPURATORE DELLA NOSTRA COSCIENZA SPORCA, QUEL CHE POTREBBE INGIUSTAMENTE FARCI APPARIRE EGOISTI, TROPPO EGOISTI, E INDICATI PERSINO COME RAZZISTI..."

MATTEO SALVINI

Pubblichiamo un' anticipazione del libro ("Matteo Salvini. Il ministro della paura") di Antonello Caporale edito da Paper First e in vendita da oggi – Il Fatto Quotidiano

 

 

 Schifo, parola d' ordine Quale parola ha più senso comune di questa? Qual è il termine che meglio ci unisce quando si tratta di esprimere uno sdegno enorme e istantaneo? È proprio la realtà che fa schifo - per come sembra a noi, per ciò che è e non sarebbe dovuto essere - ad aver permesso a Matteo Salvini di entrare in casa nostra attraverso l' imprecazione più frequente tratta dal grande dizionario quotidiano degli epiteti.

 

SALVINI E ZINGARETTI NELLA VILLA SEQUESTRATA AI CASAMONICA 3

Quella parola ha avvicinato Salvini a noi. Ce lo ha fatto sentire vicino a noi: anzi lui come noi. Salvini è divenuto il potabilizzatore della nostra coscienza sporca, il depuratore dei sentimenti cattivi, legittimando la pratica dell' accusa estrema, liberandoci dal dubbio che essa non lo sia mai troppo, spiegandoci invece che il giusto è proprio l' inconfessabile, quel che potrebbe ingiustamente farci apparire egoisti, troppo egoisti, e indicati persino come razzisti.

 

caporale cover

Salvini ci slega dalla necessità di contenerci nell' uso della parola, di riflettere prima di giudicare, e ci spinge invece oltre l' ostacolo, ci insegna a essere "audaci, istintivi, fuori controllo", che è poi la linea editoriale e il sottotitolo del suo giornale online ilpopulista.

Schifo è l' epiteto che prediligiamo perché rovina su un fatto distruggendo le sue fondamenta con la forza di un bulldozer (di una ruspa italianizzerà poi lui).

 

Schifo, o anche "che schifo!" è la locuzione con cui il leader della Lega ha aperto il suo diario quotidiano con gli italiani attraverso una messaggistica iniziata con i volantinaggi ai mercati milanesi, luoghi che ha frequentato giovanissimo - già prima di conseguire il primo esame all' università - ed è proseguita col computer o lo smartphone sempre a portata di dita e in modo così tanto intenso e appassionato da non vedere mai il traguardo dell' ultimo esame universitario.

 

salvini di maio

Chissà se Salvini sa che lo schifo, dal longobardo Skif, (Treccani) designa anche una piccola imbarcazione, o ancora, che grazie all' attributo concavo, dal greco skàphe, ha la radice in comune con scabbia. Non glielo diciamo, sennò rischierebbe di eliminare schifo dal suo vocabolario togliendoci gran parte del divertimento.

 

Studente otto anni fuori corso, prima a Scienze politiche poi a Storia, "nullafacente" per sua franca e confidenziale ammissione nell' intervista televisiva guadagnata da concorrente a "Il pranzo è servito", quiz al tempo condotto da Davide Mengacci su Canale 5, dove risolve, in tempi record, il rebus "incassare tangenti", vantandosi di conoscere bene quel tipo di situazioni perché vive a Milano. È il 1993, e il piacere di essere al centro della scena si interseca fino a fare da sfondo alla felice candidatura nel consiglio comunale di Milano.

antonello caporale

 

MATTEO SALVINI

Non c' è massa indistinta, ma relazione paritaria dentro la quale Salvini sviluppa il suo percorso politico, realizza le fondamenta della sua ascesa.

 

La felpa di Salvini ha tanti appellativi (localizzata, geolocalizzata, manifesto) e insieme a polo, t-shirt autografate con ruspe e piumini sportivi, è diventata famosa come il tubino nero di Audrey Hepburn o, per rimanere in ambito politico, il portaocchiali di Bertinotti. Insomma, è un capo caratterizzante, quello che fa e parla il monaco (Eco 1976-1977), trasmettendo le sue posizioni ideologiche.

 

salvini e conte guardia di finanza

Salvini è dotato di un ricco guardaroba di felpe, che mutano a seconda della sua localizzazione geografica, per sottolineare, con tanto di scritta sul cuore, quanto tiene all' Italia, nella sua interezza. A questo punto è lecito chiedersi: e la Padania? La risposta la recita una delle sue magliette: "Padania is not Italy".

 

La paura fa milioni di followers La paura pervade la nube di senso salviniana, irradiandosi al suo interno ora silenziosamente, ora con clamore. Cos' è la paura? Consultando l' enciclopedia Treccani ci rendiamo conto che siamo dinnanzi a uno "stato emotivo consistente in un senso di insicurezza, di smarrimento e di ansia di fronte a un pericolo reale o immaginario o dinanzi a cosa o a fatto che sia o si creda dannoso".

salvini rosario

 

Matteo Salvini doma e alimenta la paura con la campagna elettorale permanente: ogni giorno accende nuovi timori e cancella quelli appena passati. Nella retorica salviniana degli ultimi anni la paura ricorre spesso, assume significati diversi in relazione ai contesti in cui viene evocata, pertanto potremmo definirla poliedrica e multifunzionale, duttile e avvezza ad adattarsi alle varie occasioni d' uso, ma anche proteiforme, dato che spesso cambia volto e nome.

 

salvini kebabSALVINI TWEET AMICIsalvini de filippisalvini di maiomatteo salvini al senato 1SALVINI AQUARIUSsalvini boldrinisalvini su boldrini e savianoMATTEO SALVINI LUIGI DI MAIOMATTEO SALVINI CON LA MELA IN BOCCA

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?