andrea paganella matteo salvini luca morisi

SENZA MORISI CHE FINE FARA' LA "BESTIA"? TRANQUILLI, NON HA NESSUNA INTENZIONE DI FERMARSI - RESTA IN CAMPO ANDREA PAGANELLA, SOCIO DI MORISI NELLA SISTEMAINTRANET.COM, L'AZIENDA CHE HA FATTURATO MILIONI NEL GIRO DI TRE ANNI ALLA LEGA - E SE UNO ERA LA MENTE DELLA PROPAGANDA FONDATA SUGLI ALGORITMI IN GRADO DI LEGGERE I SENTIMENTI DEGLI UTENTI IN RETE, L'ALTRO È IL CONSIGLIERE NUMERO UNO DI SALVINI...

Giovanni Tizian per "Domani"

 

LUCA MORISI

Con la ritirata strategica di Luca Morisi dalla scena la Lega di Matteo Salvini non ha intenzione di archiviare la stagione della "Bestia", l'architettura della propaganda che ha resto il leader una star dei social network. La macchina del proselitismo nazionalista di cui Morisi è stato uno degli inventori e degli ideologi ha un motore ancora funzionante. Ed è pronta a nuove sfide. Ad arginare, per esempio, i contraccolpi dell'affaire Morisi, o di indagini sui soldi al partito. Temi che Morisi & co. hanno sempre affrontato con un piano preciso. Dopo di lui, quindi, non c'è il nulla, ma la continuità.

 

andrea paganella jacopo morrone riccardo molinari foto di bacco (1)

Un esempio: ieri Salvini ha proseguito nella difesa del suo amico guru informatico e ha sferrato una bastonata alla magistratura e alla stampa colpevoli di voler colpire l'unico partito antisistema del paese. Per difendere Morisi ha persino archiviato una storia che chiusa non è: quella dei fondi russi e della trattativa di Mosca dell'ottobre 2018. Quella in cui un suo uomo era al tavolo con persone vicine al presidente Vladimir Putin per parlare di finanziamenti destinati alla campagna elettorale delle europee del maggio successivo.

 

Negli stessi minuti in cui evocava complotti contro la Lega ha lanciato anche un messaggio chiaro al suo vice Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico e referente della fronda nordista della Lega. Giorgetti aveva fatto capire che il candidato del centrodestra a sindaco di Roma, Enrico Michetti, è inadeguato e che invece Carlo Calenda è un avversario credibile. «Michetti è credibile, Roma non deve ripartire dai salotti di Calenda», la replica di Salvini.

andrea paganella foto di bacco

 

IL SOCIO DI MORISI

La fragilità politica reale del leader della Lega è in parte compensata dal team che lo assiste nel costruire la sua immagine virtuale. Anche senza Morisi, sicuramente il più creativo del gruppo. Perché ad avere trasformato la rabbia sociale in consenso reale e virtuale c'è anche un meno conosciuto signore che di nome fa Andrea Paganella. Il socio, in pratica, di Morisi nella Sistemaintranet.com, l'azienda che ha fatturato milioni nel giro di tre anni alla Lega.

 

LA CASA DI LUCA MORISI

Per la precisione la coppia, attraverso l'impresa e con incarichi personali e retribuzioni mediate da altre società riconducibili alla galassia degli uomini del partito, ha incamerato 1,5 milioni dal 2017 alla fine del 2020. E se Morisi è la mente della propaganda fondata sugli algoritmi in grado di leggere i sentimenti degli utenti che navigano sul web, Paganella è il consigliere numero uno dell'ex ministro dell'Interno e lo è tuttora con Salvini leader semplice e senatore.

 

andrea paganella

Insomma, l'indagine per droga che ha portato Morisi fuori dal cerchio magico pubblico di Salvini non ha cambiato la strategia comunicativa del movimento, che resta in modalità aggressiva. I post su Facebook continuano a parlare alla pancia dei fruitori dei canali della Lega, prede da trasformare in elettori e dunque in consenso reale. Da questa linea la squadra social non arretra, le grafiche che accompagnano i testi pubblicati sul social network, soprattutto sulla pagina personale di Salvini, sono sempre le stesse.

 

andrea paganella matteo salvini luca morisi

Così come il linguaggio, violento soprattutto quando si tratta di immigrati. La squadra che porta avanti la "dottrina Morisi" è la stessa che ha sempre composto lo staff del "Capitano": Paganella, appunto, Fabio Montoli, Daniele Bertana, Marco Messa, Alessandro Pansera, Andrea Zanelli. Unica defezione, ben prima di Morisi, quella di Leonardo Foa, il figlio di Marcello già presidente della Rai nominato dal governo gialloverde di Salvini e Conte.

 

Foa junior ha lasciato il gruppo per nuove esperienze: dai primi mesi del 2021, sul suo profilo LinkedIn, si definisce «digital communications strategist» e «Aspen junior fellow», cioè membro del network di giovani dell'Aspen Istitute, organizzazione la cui succursale italiana è guidata dall'ex ministro Giulio Tremonti. Dallo scatenare gli odiatori del web contro i tecnocrati a collaborare con il "nemico" il passo è stato breve.

matteo salvini e luca morisi 5

 

NEUTRALIZZARE IL CLAMORE

Ora che Morisi attende nelle retrovie e si limiterà a gestire l'ordinaria amministrazione della società Sistemaintranet.com è Paganella il frontman della propaganda. Proprio lui che aveva fatto di tutto per rimanere nell'anonimato seppure attivissimo nel suggerire a Matteo la strada da seguire, gli interventi da fare, le relazioni da mantenere.

 

Paganella è il portavoce ombra di Salvini, lo ha seguito ovunque. Ufficialmente è inquadrato nel ruolo di capo segreteria, anche quando Salvini era al Viminale. Paganella così come Morisi e altri del team hanno percepito nel periodo di governo gialloverde soldi dal partito e contemporaneamente dalle casse dello stato per incarichi fiduciari affidati dal ministro.

 

andrea paganella gianluca giansante foto di bacco

Ma Paganella era anche sul volo Roma-Mosca del 17 ottobre 2018. Insieme a Salvini era diretto a una conferenza organizzata da Confindustria Russia in cui l'allora vicepremier e ministro era l'ospite d'onore. Il giorno dopo veniva documentata la trattativa tra uno dei leghisti più fedeli a Salvini, Gianluca Savoini, e personaggi molto vicini all'entourage del presidente russo Putin. La trattativa era incentrata su una partita di gasolio la cui vendita serviva a mascherare un finanziamento milionario alla Lega in vista delle elezioni europee del maggio 2019.

 

matteo salvini e luca morisi 4

All'incontro del 18 ottobre nella hall dell'hotel Metropol c'erano Savoini, altri due italiani, e tre russi. Non c'erano Salvini e Paganella, che però il giorno prima aveva incontrato Savoini nella sala conferenze che ospitava l'allora ministro dell'Interno: una foto li ritrae sorridenti mentre chiacchierano. Se Savoini abbia informato Paganella dell'incontro al Metropol del giorno successivo resta un mistero, che certamente i magistrati della procura di Milano avranno provato a risolvere nella loro indagine per corruzione internazionale avviata dopo lo scoop sul Russiagate leghista pubblicato il 28 febbraio 2019.

andrea paganella jacopo morrone riccardo molinari foto di bacco (2)

 

Un'inchiesta in fase di conclusione, in cui è indagato Savoini insieme agli altri due italiani protagonisti della trattativa moscovita. I pm hanno sentito numerosi testimoni, anche russi, per contestualizzare la vicenda e capire se i vertici del partito fossero a conoscenza delle manovre di Savoini, che fino a due anni fa alcuni media russi definivano «consigliere di Salvini».

 

A Milano non c'è solo la partita russa che preoccupa la Lega già tesa per la caduta di Morisi. Un altro filone di indagine riguarda i conti del partito dai quali sono usciti milioni di euro per pagare fornitori vari. Operazioni che sono state segnalate in questi anni in decine di relazioni dell'antiriciclaggio alla Guardia di finanza e ai magistrati che si sono occupati dell'indagine sui commercialisti del partito condannati in primo grado per peculato nell'affare Lombardia film commission (soldi pubblici della regione Lombardia finiti a società riconducibili ai contabili scelti da Salvini e dal tesoriere, Giulio Centemero, per amministrare le finanze della Lega).

 

matteo salvini e luca morisi 2

Quella sui professionisti di cui Salvini «si fida ciecamente», per citare parole sue, era solo un anticipo di un'inchiesta più ampia che sta ricostruendo flussi di denaro che anche dal partito e da società controllate da esso sono finiti a imprese fornitrici. Movimenti bancari per svariati milioni considerate anomali soprattutto per un motivo: l'arco temporale in cui questi soldi lasciavano i conti della Lega coincideva con le sentenze che condannavano il partito alla restituzione dei 49 milioni di euro frutto della truffa sui rimborsi elettorali della gestione precedente, con Umberto Bossi capo politico e Francesco Belsito tesoriere.

 

matteo salvini e luca morisi 3

Il fronte milanese è dunque quello che più preoccupa Salvini e lo staff comunicazione, che studia le contromosse. Di fronte a guai giudiziari relativi ad affari di soldi e potere il principio cardine della propaganda leghista, firmata Morisi-Paganella, è sempre stato uno: spostare l'attenzione su altro. Il processo contro l'ex ministro per il sequestro dei migranti bloccati in mezzo al mare sulla nave Open Arms è l'esempio di questa strategia.

 

L'unico processo e l'unica inchiesta che Salvini e l'apparato comunicativo non hanno paura di affrontare. Anzi, lo portano come esempio di una magistratura ideologizzata, che ha l'obiettivo di mettere in difficoltà il partito. Esasperare il ruolo di vittima di Salvini serve a compattare un movimento assai sfilacciato e a ridurre l'impatto delle altre grane su temi più delicati da spiegare e sui quali il leader quasi sempre evita di dare risposte serie scevre da battute da bar sport: dai 49 milioni alla Russia fino ai fondi amministrati dai commercialisti della Lega condannati.

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO