TE LO DO IO IL CAINANO – MUGHINI RIPASSA IN PADELLA LUCI E OMBRE, TELEVISIONE E CORRUZIONE, GIOCO E SBRACO DEL VENTENNIO DEL BERLUSCONISMO SENZA LIMITISMO – “DAL FATTO DI NON ESSERE NÉ CONTRO DI LUI NÉ UN SUO FAN HO AVUTO SOLO DANNI”

Giampiero Mughini per Dagospia

 

MUGHINIMUGHINI

Caro Dago, ho due o tre cose da dire nel momento in cui uno dei grandi protagonisti della recente storia repubblicana, Silvio Berlusconi, compie 80 anni e ovviamente gli rivolgo i miei seppure irrilevanti auguri. Premetto che a differenza di caterve di italiani, tanto filoberlusconiani che antiberlusconiani, i quali a fine mese hanno avuto di che vivere dal fatto che esistesse quell’imprenditore milanese che dal nulla s’era inventato la televisione commerciale – caterve di italiani a libro paga nell’una o nell’altra delle aziende del patron Silvio o che dalla polemica frontale contro di lui 24 ore su 24 traevano un mercato editoriale e politico -, io dal fatto che lui ci fosse e primeggiasse ho avuto solo danni. Spiego adesso perché.

 

BERLUSCONIBERLUSCONI

Solo danni dal fatto di non essere contro di lui, ma di non essere neppure un suo fan o sicario. Ho scritto un editoriale dal titolo “Né di qua né di là” sull’ “Indipendente” diretto da Pialuisa Bianco, e sto parlando di quando Berlusca era appena entrato in politica. Siccome non potevo assolutamente votare per la “macchina da guerra” capeggiata da Achille Occhetto e dove figuravano la bellezza di due partiti sedicenti “comunisti”, ho votato per Berlusca alla Camera nel 1994 e poi mai più.

 

berlusconi arrigo sacchiberlusconi arrigo sacchi

Dal punto di vista professionale per me è stata una tragedia; perché ero una delle firme di punta del settimanale “Panorama” diretto da Claudio Rinaldi, e quel settimanale è morto il giorno stesso in cui ne è divenuto proprietario il Berlusca. Morto e sepolto il giorno stesso, impossibile fare un giornale connesso all’attualità politica di cui fosse proprietario uno dei capintesta politici del Paese.

 

A partire da quel momento e se lavoravi nei giornali, lo dovevi incidere sulla tua fronte che lo volevi santo oppure che lo volevi appeso per i piedi a Piazzale Loreto. A me non passava neppure per la testa né la prima né la seconda ipotesi.

massimo sestini berlusconi letta e galliani massimo sestini berlusconi letta e galliani

 

Santo non lo era davvero. I primissimi soldi li ebbe anche dalla mafia “buona”, soldi che ha utilizzato bene e poi reinvestito. Lo “stalliere” Mangano lo prese in casa perché gli garantiva che non rapissero sua figlia Marina Berlusconi, che lo “stalliere” accompagnava a scuola: esattamente quel che avrei fatto io al posto suo.

 

Nel mettere in piedi il suo impero ha fatto di tutto per schivare il più di fisco possibile, lo ha fatto anche il sommo Gianni Agnelli. Più tardi ha sottratto al fisco parecchi miliardi, solo che ne pagava circa 800 l’anno nell’aver creato una decina di migliaia di posti di lavoro.

silvio berlusconi con marinasilvio berlusconi con marina

Condanna a parte, ci si può stare sul piano etico. Ha di certo fatto corrompere uno dei giudici che dovevano sentenziare sul Lodo Mondadori: mi pare di capire che quella sentenza ci sarebbe stata anche senza la corruzione e comunque in fin dei conti le due parti in causa (lui e Carlo De Benedetti) si accordarono per spartirsi il bottino, contenti tutti e due.

 

Condanna a parte, ci si può stare in termini di realismo imprenditoriale. Come capo della “rivoluzione liberale” Berlusca ha fatto poco e niente, ma in questa Italia al bivio tra i due millenni non ci sarebbe riuscito neppure uno che fosse una summa di Ercole e Adolf Hitler e Leo Messi.

 

MONTANELLI BERLUSCONIMONTANELLI BERLUSCONI

Quanto alle sgualdrine da cui amava essere circondato a cena, erano di certo impresentabili: il reato di sbraco c’era tutto, non quello di induzione alla prostituzione: quelle fanciulle non avevano alcun bisogno di essere “indotte”, la fatidica minorenne prima di tutte. Devo continuare?

 

CLINTON BERLUSCONI RUTELLICLINTON BERLUSCONI RUTELLI

Non vorrei mi fraintendeste. Conosco i testi. Libri di Marco Travaglio ne ho (e ne ho letti) una dozzina. La “Repubblica” e i suoi 20-25 articoli al giorno contro Berlusca la compravo ogni mattina. Leggevo anche il “Fatto” che compro ancor oggi, non essendo uno di quei 30-40 mila lettori che lo hanno mollato da quando Berlusca non è più in vetrina. Critiche sacrosante molte delle loro, certo che il Berlusca non era un santo.

berlusconi ditoberlusconi dito

 

E comunque se una specie di democrazia bipartitica ha funzionato nel “disastro chiamato Seconda Repubblica” (titolo di un mio bellissimo libro di una dozzina d’anni fa) lo si deve al Berlusca. L’armata Brancaleone detta di centro-destra la teneva insieme, al governo ci andava lui e non è che fosse peggio di molti altri.

lele mora silvio berlusconilele mora silvio berlusconi

 

E comunque io non ho mai scritto un articolo contro di lui. Anzi sì. Sul quotidiano “Libero” diretto dal mio amico Maurizio Belpietro e lui mi rispondeva in prima pagina. Perché mai avrei dovuto scrivere contro di lui, dato che contro di lui c’erano paginate e paginate su alcuni giornali di punta? Il Male Assoluto, lo descrivevano. Ovvio che non lo era. Perché mai avrei dovuto scriverne male anch’io?

 

Bastava questo a screditarmi. Una volta venne a pranzo a casa mia una bella americana quarantenne che mi piaceva molto, e con cui chiacchieravamo mentre mangiavamo. Capii da un suo accenno che non sapeva chi diavolo io fossi e facessi. Mi disse che lo sapeva benissimo, che i suoi amici glielo avevano detto: ero “un berlusconiano che tifava per la Juventus”. Avrei dovuto cacciarla da casa a pedate in culo, ma è un mio dogma che una donna non si sfiora neppure con una rosa.

john elkann lavinia borromeo silvio berlusconijohn elkann lavinia borromeo silvio berlusconi

 

silvio berlusconi all uscita del san raffaele  silvio berlusconi all uscita del san raffaele

Per motivi professionali ho conosciuto e un tantino frequentato Berlusca. Senza chiedermi nulla di nulla, era persona squisita. Non lo dimentico, e lo saluto. Beninteso, e a differenza di molti, non ho mai scritto una riga a fargli da sicario, a dire che i comunisti mangiano i bambini, a insultare i giudici d’accusa eccetera. A tale riguardo vi viene in mente qualcuno che lo abbia fatto e che oggi si autodichiara “indipendente”?   

 

 

 

Obama-Berlusconi-MedvedevObama-Berlusconi-MedvedevBERLUSCONI Pompei BERLUSCONI Pompei gianni letta silvio berlusconigianni letta silvio berlusconi

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…