lorenzin beatrice

SÌ, LA NOMINA È ESATTA! – ILFATTOQUOTIDIANO.IT AFFIDA A UN NOTAIO I NOMI DI DUE DIRIGENTI DELLA LORENZIN CHE VINCERANNO UN CONCORSO E LI AZZECCA COMPLETAMENTE – QUANDO IL “MERITO” CI VEDE BENISSIMO

Fabrizio De Feo per "il Giornale"

 

BANDA DELLA MAGLIANA GLI UFFICI DEL MINISTERO DELLA SANITA DOVE ERA NASCOSTO LARSENALE DELLA BANDA BANDA DELLA MAGLIANA GLI UFFICI DEL MINISTERO DELLA SANITA DOVE ERA NASCOSTO LARSENALE DELLA BANDA

Il ministero della Salute completa il suo organigramma e procede ad alcune nomine pesanti. Una plancia di comando, quella del dicastero guidato da Beatrice Lorenzin, in cui approdano come nuovo capo della direzione Prevenzione Raniero Guerra, e Renato Botti alla Programmazione. Sui criteri di nomina, però, si apre una polemica a causa di un «esperimento» messo in campo dal fattoquotidiano.it.

 

La redazione online diretta da Peter Gomez ha esaminato tempo fa il bando notando che i requisiti per i due nuovi direttori generali apparivano troppo specifici e tali da «adattarsi, in apparenza, solo a due nomi». «Per questo, mentre il concorso era ancora aperto, abbiamo depositato presso un notaio una scrittura con la previsione dell'esito». Una «scommessa» consegnata molto tempo prima della nomina - in data 1 agosto - e certificata da un controllore terzo. Risultato: perfetta coincidenza tra previsione e realtà, con la nomina dei dirigenti indicati nella busta: Botti e Guerra.

LORENZIN BEATRICELORENZIN BEATRICE

 

Il quotidiano online fa notare come i due incarichi non facciano parte di quelli fiduciari su cui è possibile da parte del ministro procedere a chiamata diretta. È, invece, prevista una selezione pubblica in cui il ministero può indicare i requisiti necessari per il ruolo. Una procedura che consente di circoscrivere il campo ed escludere in partenza potenziali concorrenti. Il quotidiano sposa questa tesi con convinzione. E fa notare come per la prima volta il bando abbia richiesto per il Dg Programmazione un titolo di studio in campo economico, ovvero quello del futuro vincitore.

 

Alberto Zangrillo il medico di BerlusconiAlberto Zangrillo il medico di Berlusconi

La replica che arriva da fonti del ministero respinge ogni addebito. «Si tratta di nomine conseguenti a un riordino a cui il ministro doveva procedere obbligatoriamente. L'interpello ha avuto evidenza pubblica, tutto è stato pubblicato sul sito. Stiamo parlando di nomine che non avranno aggravio aggiuntivo per lo Stato, al contrario di quanto viene scritto. Anzi Guerra rispetto al precedente incarico di consigliere scientifico d'ambasciata ci andrà a perdere. Inoltre stiamo parlando di professionisti dal valore conclamato sui cui nomi oggi c'è stato il via libera della Corte dei Conti».

Il prof Alberto Zangrillo e Paolo BonaiutiIl prof Alberto Zangrillo e Paolo Bonaiuti

 

Chi la pensa diversamente è Alberto Zangrillo, capo della terapia intensiva del San Raffaele e medico personale di Silvio Berlusconi, che su Twitter lancia la sua stoccata. «Formalmente tutto regolare ma è una vergogna. Deputati e Senatori di Fi, mi raccomando: Silenzio o Ncd si turba!».

 

peter gomezpeter gomez

Nello stesso giorno in cui il fattoquotidiano.it indaga sulle nomine, un altro quotidiano online, lanotizia.it, punta il dito contro un progetto, sempre del ministero della Salute, che punta all'introduzione del fascicolo sanitario elettronico. Un piano ambizioso «veicolato dall'Associazione Nova, ente no-profit presieduto da un deputato Pd, Federico Gelli, toscano di Pisa, renziano di ferro». Spostandosi dal fronte ministeriale a quello politico, per Ncd non arrivano buone notizie dalle Marche. Giacomo Bugaro espulso per l'ormai nota questione del «selfie» con Silvio Berlusconi, ha annunciato il rientro in Forza Italia. «Avevo aderito a Ncd ritenendomi diversamente berlusconiano - spiega - ma mi sono ritrovato in un partito visceralmente antiberlusconiano». Con lui anche la consigliera regionale dell'Umbria, Maria Rosi. E un altro consigliere regionale marchigiano di Ncd Daniele Silvetti - che aveva espresso solidarietà a Bugaro - ha rassegnato le dimissioni dal partito di Alfano. L'«editto Bugaro» insomma, sembra davvero aver lasciato il segno su umori ed equilibri territoriali.

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