renzi luigi dagostino

I VESTITI NUOVI DELL’IMPERATORE – RIFARE IL GUARDAROBA A RENZI: ECCO IL MOTIVO DELLA VISITA A PALAZZO CHIGI DEL RE DEGLI OUTLET DI LUSSO LUIGI DAGOSTINO – INDAGATO CON BABBO TIZIANO PER LA SUA ATTIVITÀ DA LOBBISTA, DAGOSTINO A RENZI "FACEVA VOMITARE", EPPURE PITTIBIMBO LO INVITÒ INSIEME AL RAPPRESENTANTE DELLA CASA DI MODA BRIONI PER PROVARE A CAMBIARE LOOK

Giacomo Amadori per “la Verità”

 

matteo renzi da floris

I bei vestiti per Matteo Renzi devono essere una cura miracolosa contro i conati di vomito. Era l' 11 gennaio 2017 e l' ex premier, dopo aver letto le dichiarazioni rilasciate a questo giornale dall' imprenditore Luigi Dagostino, aveva scritto al padre Tiziano: «L' intervista di quello (di Dagostino, ndr) mi conferma nel giudizio: la stragrande maggioranza di quelli che ti circondano mi fanno vomitare».

 

Peccato che a questa vomitevole combriccola il fu Rottamatore si fosse affidato per il suo look presidenziale. Un' autorevole fonte della Verità ci ha rivelato che Dagostino non entrò a Palazzo Chigi solo per incontrare Luca Lotti e provare a sistemare le questioni riguardanti il giudice barlettano Antonio Savasta.

MATTEO RENZI E IL SUO STILISTA ERMANNO SCERVINO

 

L' immobiliarista avrebbe incontrato anche Matteo Renzi, per discutere con una casa di moda la possibilità di curare l' abbigliamento del premier, in quei mesi diventato testimonial insieme con la moglie di un noto stilista fiorentino, Ermanno Scervino.

 

Dagostino all' epoca frequentava Tiziano Renzi e l' avvocato Carmine Rotondaro, manager della Kering, multinazionale del lusso con interessi in mezzo mondo. Con il primo cercava sponde nel mondo della politica, con il secondo nel ricchissimo settore degli outlet d' abbigliamento.

 

luigi dagostino

Tiziano accompagnò Rotondaro e Dagostino a promuovere la nascita dei centri commerciali in Comuni a guida Pd. Forse quest' attività da lobbista è alla base delle due fatture per operazioni inesistenti pagate tra giugno e luglio 2015 da Dagostino a Tiziano, quasi 200.000 euro per progetti mai realizzati.

 

Nello stesso periodo il terzetto, a quanto risulta alla Verità, entrò anche a Palazzo Chigi con un rappresentante della casa di moda Brioni per provare a vestire il premier. L' azienda abruzzese, che in passato aveva realizzato lo smoking di James Bond, è di proprietà proprio della Kering e in quel momento era in difficoltà.

MATTEO RENZI E MARIA ELENA BOSCHI VICINI VICINI

 

A inizio 2016 c' erano 400 posti a rischio, e tra marzo e aprile scesero in campo Renzi e il sottosegretario Claudio De Vincenti per provare a risolvere la crisi. Venne trovato un accordo per tagli molto più ridotti.

 

Nei giorni scorsi abbiamo chiesto lumi alla Brioni e la risposta è stata sibillina: «Siamo spiacenti ma per motivi di privacy Brioni non rilascia informazioni relative alla propria clientela o presunta tale».

 

Renzi senior, Dagostino e Rotondaro non si interessarono solo di abiti. A un certo punto iniziarono a occuparsi dell' acquisto dello storico caffè Rivoire di Firenze. Il piano era ingegnoso: Dagostino, la compagna Ilaria Niccolai e un terzo socio nel gennaio 2016 comprarono il locale al prezzo di 7 milioni di euro scatenando la polemica politica.

 

lotti tiziano renzi

Alla Verità risulta che la Kering, nei piani di Dagostino-Rotondaro-Renzi, avrebbe dovuto ricomprarlo, valutandolo 15 milioni e versandone 10 per il 51% delle quote, considerando un premio per il controllo.

 

L' idea nacque perché nello stesso periodo altri marchi del lusso avevano inglobato storici caffè milanesi: i francesi di Lvmh avevano acquistato Cova, e Prada aveva risposto con Marchesi. Nell' agenda di Dagostino c' è traccia di un incontro con Tiziano proprio per discutere del Rivoire. Il 5 novembre era segnato: «10 Tiziano Renzi per varie Rivoire».

tiziano renzi e laura bovoli

 

Da Parigi l' ufficio stampa del gruppo ci ha risposto che la Kering non ha mai intavolato una trattativa ufficiale per il caffè, ma non ha specificato se fosse giunta un' offerta. Comunque, a tagliare la testa al toro ci pensarono le vicissitudini giudiziarie di Rotondaro: nell' autunno 2016 venne travolto da un' inchiesta della Procura di Milano, in seguito alla quale ha subito un sequestro di 7 milioni di euro.

 

Pure Dagostino non se la passa bene. È agli arresti domiciliari per aver tentato di falsificare alcune prove mentre era sotto indagine per reati fiscali. Il prossimo 4 settembre sarà alla sbarra con Tiziano e la moglie Laura Bovoli per le presunte fatture false.

 

Eppure l' immobiliarista di origini pugliesi, tra il 2015 e il 2016, ha bazzicato le stanze del potere. È riuscito a portare a Palazzo Chigi il magistrato che in teoria avrebbe dovuto indagare su di lui e che, invece, non lo iscrisse mai sul registro delle notizie di reato.

rivoire luigi dagostino

 

In compenso i due si incontravano fuori dal Tribunale per scambiarsi favori. Per questo entrambi, insieme con l' avvocato R.S., compagno di liceo di Savasta, sono sotto inchiesta per corruzione in atti giudiziari. Il giudice, trasferito a Roma nel 2017 al Tribunale civile, a giugno ha subìto anche una perquisizione domiciliare. I carabinieri hanno registrato a verbale la presenza di un cittadino straniero nell' abitazione, forse un domestico.

 

MATTEO E TIZIANO RENZI

Ma torniamo alle accuse. Nel 2015 Savasta era sotto procedimento disciplinare presso il Consiglio superiore della magistratura, e temeva ripercussioni sulla sua carriera.

Nelle carte è riportata un' intercettazione che i magistrati ritengono significativa. Secondo gli inquirenti al centro della telefonata tra Dagostino e l' avvocato R.S. ci sarebbe la camera di consiglio a porte chiuse della Prima sezione disciplinare del Csm, che doveva discutere del trasferimento d' ufficio di Savasta per «incompatibilità ambientale e funzionale».

 

matteo renzi in senato 2

Il pm, a ottobre, aveva cercato di giocare d' anticipo chiedendo il trasferimento. Il 15 novembre, una settimana prima della riunione, l' avvocato dice a Dagostino che «quella cosa bisognava accelerarla». L' immobiliarista prova a tranquillizzare l' interlocutore: «Ho parlato ieri sera, ha detto non ti preoccupare che ci pensa lui e lo chiama anche adesso». Il legale è dubbioso: «Cioè lo chiama sul cellulare?». Risposta: «Sa lui come.

Mi ha detto: "Me la vedo io"».

 

R.S. non pare rassicurato: «Sì perché prima del 22, il 22 succedehai capito?». L' imprenditore aggiunge: «Se non ha chiamato giovedì mattina chiama, comunque ieri sera l' ho visto personalmente».

 

Non è chiaro se il misterioso personaggio che avrebbe dovuto sistemare le cose (che in effetti si aggiustarono, con la sospensione del trasferimento d' ufficio) sia stato individuato. La risposta potrebbe arrivare a settembre, quando la Procura di Lecce dovrebbe scoprire le sue carte. Magari con la soluzione dell' enigma.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)