A 20 ANNI DA TANGENTOPOLI, IL CONDANNATO SERGIO CUSANI, UOMO DI CRAXI MESSO AL FIANCO DI RAUL GARDINI, INCONTRA IL MAGISTRATO FRANCESCO GRECO - L’IDEA DEI PARTITI: “PRENDIAMO DALL´ELENCO DEGLI ISCRITTI 500 NOMI OGNI MESE, E FINGIAMO CHE CIASCUNO FACCIA UNA DONAZIONE E TRASFORMIAMO LE SOMME IN NERO IN FINANZIAMENTI UFFICIALI” - GRECO AMARO: “OGGI LE LOBBY SONO LO STATO” - CUSANI: “MAI SI ERA VISTO, PRIMA DI OGGI, UN GRANDE BANCHIERE TRADIZIONALE COME MINISTRO ECONOMICO, O NO?”....

Piero Colaprico per "la Repubblica"

«Ah, ho capito, volete giocare a guardia e ladri», dice Sergio Cusani, indimenticabile imputato unico del «padre di tutti i processi» di Tangentopoli. La diretta tv dedicata al suo processo, con la carrellata di leader di partito a libro paga (Lega Nord compresa), polverizzò ogni record d´ascolto, e dette una spallata definitiva alla Prima Repubblica. «Accetto l´incontro solo se guardiamo un bel po´ al futuro, altrimenti so che perdiamo tempo, e perde tempo anche il lettore», premette il procuratore aggiunto Francesco Greco.

È l´Highlander dell´antico pool Mani Pulite, il superstite di quella stagione rimasto al suo posto in procura. L´appuntamento è all´ora di colazione in un ristorante dietro il palazzo di giustizia. Di vista ci si conosce in tanti, spuntano avvocati, carabinieri, magistrati, giornalisti. Una signora spiega alle amiche: «Eh, già, sono vent´anni da Mani pulite, era il 17 febbraio del ´92 quando arrestarono Mario Chiesa. Da allora non è cambiato niente, "come prima, più di prima, ruberò"». Un collega saluta: «Vent´anni dopo, cavolo, ci pensi?, è cambiato tutto. Allora c´erano i politici, ora ci sono professori e banchieri».

Insomma, vent´anni dopo, è cambiato tutto o non è cambiato niente? «Se vogliamo capire, dovremmo fare una specie di "punto nave"», riassume Cusani, e Greco approva. I due hanno un rapporto curioso, in parte sono reduci, in parte sono proiettati al futuro: una sorta di esigenza di "fare qualche cosa" li accomuna. E Cusani - va detto - dopo il carcere (su più di 1.400 condannati, uno dei pochi a scontarlo) s´è esfiltrato da tutto, fa il consulente della Fiom e della Cgil, per un euro all´anno.

Da un primo sguardo al passato viene rivelato un aspetto inedito anche per chi scrive: «No, l´arresto di Chiesa dentro la Baggina, che molti ritengono il punto di rottura, non fece scattare un particolare allarme rosso nella politica e nelle imprese. I politici si sentivano così potenti che ognuno pensava che dietro Di Pietro ci fosse un burattinaio, non si creò il panico, all´inizio, e la magistratura era considerata consonante con il potere politico», diciamo pure controllabile.

E allora, Cusani, quando capiste che si metteva male? «Quando i giornali non si fermarono. Nessuno ne fu capace». Il primo arrestato era socialista, e cioè del partito di Bettino Craxi, che il direttore Eugenio Scalfari aveva ribattezzato Ghino di Tacco, come il bandito che chiede il pizzo a ogni passaggio. Noi di Repubblica chiamammo quello che accadeva Tangentopoli, il neologismo dilagò, l´ondata giornalistica divenne uno tsunami «anche perché irruppe sulla scena della comunicazione la televisione, con le sue dirette a ritmo incessante», ricorda Cusani. E Bettino Craxi non ebbe il trattamento di favore del «giornalismo salvaguai» (copyright Clemente Mimun) di cui disporrà in seguito Silvio Berlusconi.

SEGRETARI POLITICI E AMMINISTRATIVI
Cusani aggiunge anche un´altra sfumatura: «Mentre i segretari politici si facevano la guerra in pubblico, i segretari amministrativi si sentivano in continuazione, avevano tutti il medesimo problema, mantenere gli enormi apparati territoriali dei partiti. Perciò si erano passati un´idea: "Prendiamo dall´elenco degli iscritti, che non sanno nulla, 500 nomi ogni mese, e fingiamo che ciascuno faccia una donazione sotto i 5 milioni di lire, non dichiarabili. In questo modo trasformiamo le somme in nero in finanziamenti ufficiali", e così andò, praticamente una lavanderia legale», e sicuramente bancaria.

Man mano che emergevano concussioni e corruzioni, l´opinione pubblica si schierò contro i politici. «A volte - spiega Greco - esistono delle alchimie impreviste. Se Antonio Di Pietro riusciva a fare interrogatori impensabili, e mi ricordo la sua domanda, "Ma in punta di diritto, i soldi li hai presi o non li hai presi?", tutto il nostro gruppo, il pool, interagiva. Colombo, Davigo, con il loro passato di inchieste difficili, io che mi ero sempre occupato di criminalità politico-finanziaria, con Icomec, Lombardfin, metropolitana milanese.

Eravamo liberi e ci misero insieme e, come coordinatore, avevamo D´Ambrosio, rimasto uno "di battaglia". E Borrelli, procuratore capo, raffinata testa pensante, a farci da chioccia. A volte, ci dicevamo, è incredibile, non resiste nessuno. E se subivamo un attacco politico, l´opinione pubblica, finalmente informata dei fatti, ci dava sostegno...».

PER CHI SI RUBA OGGI
Gli occhi chiari del magistrato Greco, al paragone con quello che accade oggi, si rannuvolano: «Oggi, quando arrestiamo qualcuno, per esempio un dirigente dell´Enel che s´era preso 20 milioni, scopriamo che si tiene i soldi tutti per sé. Allora, quando scoprivamo un episodio di corruzione in un´azienda pubblica, emergevano flussi di denaro in direzione di vari partiti.

Se pure qualche somma di denaro oggi finisce al politico, resta al politico, fine. Questo è un grande cambiamento criminale che racconta però il grande cambiamento della politica. La tangente, ai tempi di Mani pulite e anche prima, era il punto d´incontro. Era la sintesi, sbagliata finché si vuole, e infatti perseguita penalmente, tra la politica e l´imprenditoria. Cioè tra due soggetti diversi... I partiti avevano allora un ruolo di mediazione tra tutti gli interessi del Paese, quello dei cittadini, dei lavoratori, delle imprese, delle chiese e via dicendo».

«La storia di Tangentopoli infatti non può essere letta come un unico filo, ma è un grande ordito. Mi spiego meglio. Oggi - dice Cusani - si parla molto di "Alta velocità" nelle ferrovie, bene, il programma degli appalti comincia prima del ´92, ma in che modo? Se c´erano cento imprese a spartirsi i lavori, in quell´occasione non si volle avere a che fare con troppi interlocutori. Venne deciso dall´alto che si doveva semplificare, e le società capofila degli appalti diventarono solo tre, Fiat, Eni, Iri, e tagliano fuori da quello che sarebbe stato il grande "appalto-paese" la Ferruzzi Montedison di Raul Gardini. E così intervengo io con i partiti».

Molte intermediazioni lasciano tracce, così come i pagamenti estero su estero, «e infatti - puntualizza il procuratore aggiunto - quasi nessuno parla dell´importanza delle rogatorie in Svizzera, ci davano velocemente gli estratti-conto». Lasciano tracce denari e bonifici, così come i gigantismi dei congressi dei partiti di governo, le campagne elettorali continue, i disinvolti comportamenti personali: i puff con i lingotti d´oro, il politico che mantiene un voto mandando un imprenditore a dare a un santuario una «elemosina che non si può rifiutare». Se fatti, reati e personaggi sono stranoti, il «punto nave» della lettura del Paese attraverso Tangentopoli che cosa dice?

LE CRICCHE E I TECNOCRATI
«I partiti, screditati, perdono immagine e funzione, e gli imprenditori, con Berlusconi, entrano direttamente nella politica. Non portano più diritti e doveri dei cittadini, ma interessi privati e collettivi, dando il via anche alla politica dell´annuncio», dice Cusani. «E io dalla mia scrivania - continua Greco - non vedo più correre le mazzette tra imprenditori e politici, ma mi accorgo che alla crisi della politica corrisponde l´aumento vertiginoso della criminalità economica, con frodi, aggiotaggi, il riciclaggio. Il nuovo gangsterismo economico prospera anche senza partiti.

Vedo le grandi imprese che attraverso quella che chiamano ottimizzazione fiscale sottraggono soldi alle casse dello Stato, e ridistribuiscono gli utili ai loro top manager, pagando un´aliquota prima del 12,5 per cento e ora del 23 per cento, quando sugli stipendi normali il prelievo è del 43 per cento.

E magari questi bonus glieli pagano in parte anche alle isole Cayman o in qualche paradiso fiscale. Una volta, diciamo quando c´era Tangentopoli, il grande capo di una banca guadagnava cinquanta volte di più dell´usciere, ora, in questo nuovo sistema degli imprenditori entrati in politica, guadagna 250 volte, se non di più, tra superstipendio e superliquidazione».

Le cricche spadroneggiano e i favori reciproci (notti e massaggi con escort compresi), sono il sistema «gelatinoso» vigente. Ma chissà, domandiamo, attraverso il fisco, attraverso la trasparenza delle dichiarazioni dei redditi, potrà essere debellato il sistema basato sulle tangenti? Sia Greco, sia Cusani, sono meno ottimisti: «La società italiana s´è americanizzata, i partiti coincidono con i loro portavoce, Di Pietro, Casini, sino a ieri Berlusconi, o Fini, e si sono svuotati, mentre le lobby prendono il potere.

Mai - puntualizza Cusani - si era visto, prima di oggi, un grande banchiere tradizionale come ministro economico, o no?». «Se le corporazioni si sono fatte Stato, se tassisti, notai, farmacisti e altri si ribellano, chi è rimasto a proteggere diritti e doveri?», domanda retorico Greco. «Si parla tanto dell´articolo 18, ma non mi pare che sia quello della licenziabilità il primo problema.

Noi magistrati da anni chiediamo che, per il bene del Paese e del cittadino, la vicenda di Tangentopoli servisse a inquadrare meglio lo spessore dei reati, per punire il falso in bilancio, per comprendere la pericolosità delle frodi finanziarie, per tutelare il risparmiatore che ha avuto fiducia di imprenditori e banche.

Nel frattempo, la corruzione è stata superata dal traffico di influenze, dal pubblico ufficiale che approfitta della propria funzione e del proprio ruolo. In America infliggono trent´anni di carcere, qui da noi nessun governo osa affrontare la questione. Solo che queste disuguaglianze sociali, in così forte aumento, mi ricordano un po´ il clima che c´era negli anni Novanta. C´è gente che rivuole la legalità, difende il diritto di vivere dignitosamente, onestamente».

Si fischia, si manifesta, la disoccupazione e il posto fisso che sparisce mettono angoscia e il «punto nave» dei due sembra dirci che vent´anni dopo Tangentopoli, e dopo le bugie di Berlusconi sullo «state tranquilli, la crisi non esiste», noi italiani siamo ancora in mare aperto: questo, in fondo, un po´ lo sapevamo. Però Greco e Cusani, testimoni del crollo della prima Repubblica, nell´orizzonte cercano a sorpresa una stella. Quella della Politica, e chissà se spunterà.

 

Sergio CusaniFrancesco Grecomario chiesaRaul GardiniBettino CraxiEUGENIO SCALFARI 2p05 antonio dipietro

Ultimi Dagoreport

vladimir putin roberto vannacci matteo salvini

DAGOREPORT: ALLARME VANNACCI! SE L’AMBIZIONE DETERMINATISSIMA PORTASSE IL GENERALISSIMO A FAR SUO IL MALCONCIO CARROCCIO, PER SALVINI SAREBBE LA FINE - E IL "VANNACCISMO ALLA VODKA", CIOE' FILO-RUSSO, ALLARMA NON POCO ANCHE GIORGIA MELONI – CON LA CONQUISTA DI CIRCA UN TERZO DEL CONSENSO ALLE EUROPEE, VANNACCI POTREBBE FAR DIVENTARE LA "PREVALENZA DEL CREMLINO" GIA PRESENTE NELLA LEGA DI “SALVINOVSKIJ” DEFINITIVAMENTE DOMINANTE - L’EX PARÀ SI BAGNA PARLANDO DI PUTIN: “NEGLI ULTIMI VENT’ANNI, HA FATTO RIFIORIRE LA RUSSIA’’ - SE RIUSCISSE A ESPUGNARE LA LEGA, IL GENERALISSIMO CHE FARÀ? MOLLERÀ LA "CAMALEONTE DELLA SGARBATELLA", CHE ABBRACCIA ZELENSKY E ELOGIA GLI UCRAINI PER LA LORO “RESISTENZA EROICA”, DECISO A SFIDARE I FRATELLINI SMIDOLLATI D’ITALIA CHE HANNO MESSO IN SOFFITTA IL BUSTO DEL DUCE E I SILURI DELLA DECIMA MAS? - I VOTI DELLA LEGA SONO IMPRESCINDIBILI PER VINCERE LE POLITICHE DEL 2027, DOVE L’ARMATA BRANCA-MELONI DUELLERA' CON UN INEDITO CENTROSINISTRA UNITO NELLA LOTTA...

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO