giorgia meloni marine le pen viktor orban

ORBAN È UNA BOMBA CHE PUÒ ESPLODERE IN MANO ALLA DUCETTA – CON L'INGRESSO DEL PREMIER UNGHERESE IL GRUPPO DI ECR GUIDATO DA MELONI POTREBBE DIVENTARE IL TERZO A BRUXELLES, DAVANTI AI SOVRANISTI DI IDENTITÀ E DEMOCRAZIA DI SALVINI – MA L’OPERAZIONE ORBAN È VISTA CON SOSPETTO DAI PARTITI PIÙ “CENTRISTI” (VEDI I FIAMMINGHI, I CECHI E GLI SLOVACCHI), CHE POTREBBERO CERCARE UNA NUOVA CASA NEI POPOLARI – “IO SONO GIORGIA” CONTINUA A CORTEGGIARE MARINE LE PEN PER SCIPPARLA AL “CAPITONE”…

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo e Marco Bresolin per “La Stampa”

 

GIORGIA MELONI - VIKTOR ORBAN

Operazione Orban, maneggiare con cura. Il primo passo, pubblico e ufficiale, c'è stato. L'annuncio del premier ungherese a "La Stampa" sulla volontà di portare Fidesz nella famiglia dei Conservatori dopo le europee è di certo appetitosa per Giorgia Meloni.

 

Con l'ingresso della pattuglia di Budapest (che porterà a Strasburgo 13-15 eurodeputati), il gruppo guidato dalla premier italiana, l'Ecr, si avvicinerebbe a "quota 100" e diverrebbe il terzo più grande nell'Eurocamera, dietro al Popolari – un tempo casa di Orban - e ai Socialisti, davanti ai liberali e soprattutto ai sovranisti di Identità e Democrazia, la filiale europea di Matteo Salvini e Marine Le Pen che si contende lo spazio a destra con i meloniani.

 

giorgia meloni viktor orban meme by edoardo baraldi

Eppure dentro Fratelli d'Italia c'è ancora molta cautela. Non è un caso che proprio Meloni si sia esposta poco sul tema, al termine del vertice straordinario, rinviando a dopo il voto il dibattito su questo argomento.

 

La ragione è semplice: il timore che l'ingresso di Fidesz possa spingere altri partiti a lasciare il gruppo. Si tratta della cosiddetta "area centrista", composta dai nazionalisti fiamminghi della N-VA, dai cechi del premier Petr Fiala e dagli slovacchi di Libertà e Solidarietà, attratti dal Ppe perché hanno già manifestato il loro disagio a restare in un gruppo troppo sbilanciato su posizioni anti-europeiste. Numericamente valgono molto meno degli eurodeputati di Fidesz e quindi il saldo puramente numerico sarebbe positivo

Giorgia Meloni Viktor Orban Mateusz Morawiecki

.

Ma Meloni sa bene che nel conto va messo anche l'eventuale costo politico di un'operazione del genere: il suo lavoro di tessitura per rendere i conservatori più presentabili e dialoganti, soprattutto in vista del voto per la prossima Commissione, sarebbe messo in discussione. Per questo, assicurano dal suo entourage, «l'operazione Orban andrà gestita per evitare contraccolpi interni».

 

[…] Meloni deve vestire i panni della "garante" su Orban. E per farlo deve a sua volta ricevere delle rassicurazioni. Soprattutto su un punto. Quella che viene definita «la condizione geopolitica» e che Meloni considera imprescindibile per rivendicare la sua linea atlantista.

 

matteo salvini marine le pen a pontida 1

Il gesto compiuto dal premier ungherese a dicembre, quando consentì l'avvio dei negoziati di adesione dell'Ucraina all'Ue uscendo dalla sala del Consiglio europeo, unito a quello di giovedì, con il via libera al piano di aiuti per Kiev, rappresentano segnali positivi che lo allontano dalla linea filo-russa più estremista.

 

«Per ora – spiegano fonti del gruppo dei conservatori – la condizione sembra rispettata, ma speriamo non ci siano altri episodi nei prossimi mesi». Motivo per cui fino al voto non si muoverà nulla.

 

Gli ultimi passi di Orban sulla questione ucraina sono stati accolti molto positivamente anche dall'ex premier polacco Mateusz Morawiecki, che tre giorni fa ha aperto esplicitamente all'ingresso degli ungheresi: il PiS (Diritto e Giustizia) resterà un pilastro fondamentale dell'Ecr (con almeno 20 seggi) e per loro la presa di distanza da Putin è una condizione essenziale.

 

MARINE LE PEN MELONI

È un discorso che vale anche per Marine Le Pen. Sul fronte francese i tempi per una possibile unione con la leader del Rassemblement National sono più lunghi. Da qualche tempo Le Pen e Meloni si scambiano reciproche parole al miele. Anche in questo caso ci sono stati passi in avanti e segnali precisi tra le due, con sommo disappunto di Salvini.

 

Da ultimo, è stata accolta con interesse la presa di distanza della francese dall'ultradestra tedesca dell'Afd, un partito con toni esplicitamente razzisti che agli inizi dicembre era tra gli ospiti di punta della convention nera organizzata da Salvini a Firenze, guarda caso disertata da Le Pen.

 

Ma si tratta di un discorso di prospettiva, con un orizzonte che guarda al 2027, anno delle presidenziali per l'Eliseo. Nell'immediato, i conservatori si "accontenteranno" di accogliere nel loro gruppo l'altra Le Pen, la nipote Marion, capolista di Reconquete – creato da Eric Zemmour - nonché moglie dell'eurodeputato di Fratelli d'Italia Vincenzo Sofo.

 

meloni orban

Secondo gli ultimi sondaggi, il suo partito potrebbe portare in dote circa 6 seggi. Confermati i buoni rapporti con gli svedesi e con i finlandesi, che cresceranno e hanno ruolo di governo. Ma si sta complicando la campagna acquisti nei Paesi Bassi. Il partito degli agricoltori BBB, desideroso di entrare nel nuovo governo, ha rinunciato all'ingresso nei Conservatori e ha fatto sapere che dopo le elezioni entrerà nel Ppe.

 

Tutto potrebbe però essere rimesso in discussione nel momento in cui l'operazione all'Aia non andasse in porto, per questo Ecr resta alla finestra. Nessun dialogo, invece, con il Partito della Libertà di Geert Wilders, il ciuffo biondo anti-Islam vincitore alle ultime elezioni ma considerato ancora troppo estremista.

marine le pen e matteo salvini a pontidamarine le pen matteo salvini meme by edoardo baraldiGIORGIA MELONI E MARINE LE PEN

 

Ultimi Dagoreport

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)