IL ‘’PECCATORE’’ FRANCESCO SCEGLIE IL DOPO-BERTONE. O NO?

Franca Giansoldati per Il Messaggero

In Vaticano raccontano che lo spirito libero di Papa Bergoglio si sia manifestato sin dal primo momento, quando nella Cappella Sistina si raggiunsero i tre quarti dei voti. E scattava il battimano dei cardinali, mentre lo spoglio continuava. 77 voti, 78 voti, 79 voti fino a sfiorare il centinaio. E' a quel punto che il decano dell'assemblea, il cardinale Re, si è alzato dal suo posto, per avvicinarsi al futuro Papa e rivolgergli solennemente la domanda di rito in latino: Accetti?

Raccontano ancora che Bergoglio alquanto pallido ma assai fermo, ha fornito una risposta che mandava all'aria il cerimoniale previsto dall'Ordo rituum conclavis. Invece che limitarsi a dire: Accepto, avrebbe aggiunto: «Peccator sum, sed misericordia et gratia Dei accepto», «Sono peccatore, ma con la grazia e la misericordia di Dio, accetto». Il tema della misericordia a lui caro sarebbe emerso poi nei giorni a venire, ma intanto ai cardinali elettori il neo eletto dava già in quel frangente prova di saper stupire con gesti e parole.

Più tardi si sarebbe visto: il pulmino, l'anello d'argento, la stanza a Santa Marta, la croce di ferro, l'abolizione della mozzetta bordata d'ermellino (finto). Insomma il profilo di un innovatore al quale adesso viene richiesta la capacità di riformare la curia, renderla più snella.

IDEE
Qualche idea in questi giorni è circolata anche se il progetto richiede tempo, è complesso e, come ha detto il cardinale Braz de Aviz, sarà realizzato attraverso il dialogo. «Si è preso un po' di tempo per valutare e poi si vedrà». Al di là del Tevere danno per scontato che dopo Pasqua vi saranno i primi passaggi decisivi per il futuro, tra cui quello del cambio del segretario di Stato, principale collaboratore del Papa.

Diversi prelati potrebbero avvicendarsi a Bertone per la loro esperienza internazionale e perché assai stimati da Bergoglio. Bertello, in primis, attuale capo del Governatorato, anche se poco tempo fa, prima delle dimissioni di Ratzinger, non nascondeva la sua stanchezza e si augurava un futuro meno impegnativo. Poi Baldisseri, già nunzio in Brasile, ma ultimamente dato in calo di possibilità e, infine, Celli, attuale presidente del Pontificio delle Comunicazioni Sociali.

Un passato in diplomazia, segretario di nunziatura a Buenos Aires durante gli anni difficili della dittatura di Videla, gode dell'apprezzamento di Bergoglio. A suo favore gioca anche il fatto che conosce bene la realtà in Oriente, visto che è l'uomo del dialogo impossibile con Pechino ma, soprattutto, che sa leggere i bilanci avendo trascorso diversi anni all'Apsa.

MODERATOR CURIAE
In attesa che Francesco sciolga la riserva sul suo principale collaboratore (dicono sia un «gesuita solitario e abituato a decidere da solo») si affacciano ipotesi per una razionalizzazione della curia, immaginabile negli anni a venire meno pesante economicamente e strutturalmente. Potrebbe essere introdotto un Moderator Curiae, una specie di Ufficio della semplificazione con il compito di coordinare meglio i vari settori per evitare i doppioni, informare delle iniziative, uniformare i progetti inter dicasteriali.

 

 

CLAUDIO MARIA CELLICARDINALE TARCISIO BERTONE INAUGURAZIONE DI PAPA FRANCESCO BERGOGLIO CARDINAL LORENZO BALDISSERI

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?