ACCHIAPPATE LE BRICIOLE E STATEVI BONUS – MARIO GIORDANO: LA CASTA DEI PRIVILEGIATI CONTINUA A PRENDERE LE SUE PENSIONI D’ORO E LA GENTE NORMALE “DEVE ACCONTENTARSI DI POCHI SPICCI, CHIAMATI AMOREVOLMENTE BONUS”

Mario Giordano per “Libero quotidiano

matteo renzi pier carlo padoanmatteo renzi pier carlo padoan

 

Alla fine la colpa è vostra, cari pensionati: siete dei fessi. Scommetto che avete pagato sempre le tasse, i contributi, le imposte aggiuntive, magari persino il treno, senza nemmeno una tessera gratis delle Fs. Se andate allo stadio vi comprate il biglietto, se dovete spostarvi con urgenza pagate il taxi, anziché farvi portare dall’auto blu o dall’elicottero blu. Lo vedete: siete proprio fessi. E allora adesso che cosa volete?

 

Prendetevi la mancetta di Stato, il rimborsino-ino-ino di agosto, scippo mio non ti conosco, prendete l’elemosina di Renzi, la paghetta governativa e siate felici di quei pochi spicci, chiamati amorevolmente "bonus", quasi fossero un gentile omaggio della ditta fiorentina. E se con quei soldi non riuscite a campare, chi se ne frega? Ai padroni del vaporetto non importa della vostra vita.

RENZI POLETTI
RENZI POLETTI

 

Al massimo, importa del loro vitalizio. Vi potrà sembrare strano un Paese in cui non si trovano i soldi per restituire il maltolto a chi ha lavorato per quarant’anni e si trovano invece per pagare assegni d’oro a chi il lavoro l’ha visto con il cannocchiale, bivaccando qua e là fra i banchi di Montecitorio e i palazzi del potere. Ma questo è quello che sta succedendo oggi, con una contemporaneità che fa male come un filo di nylon attorcigliato agli zebedei: Renzi appare a Palazzo Chigi e dice che di soldi per i pensionati scippati dalla legge Fornero non ce ne sono, che si accontentino delle bricioline, insomma, 2 miliardi sui 18 dovuti, muti, zitti e rassegnati che è fin troppo.

 

E dall’altra Libero continua a pubblicare gli elenchi dei papponi con gli assegni d’oro, chi s’è portato via già un milione di euro dalle nostre tasche, chi 900mila, Giuliano Amato 800mila, Gino Paoli 496mila, Stefano Rodotà-tà-tà 938mila, i coniugi Occhetto 700mila, Eugenio Scalfari 847mila, Mario Capanna 402mila e Toni Negri quasi 600mila, alla faccia dei rivoluzionari. Ma del resto si sa che le rivoluzioni spesso finiscono all’incrocio con il bancomat. O con la poltrona.

GIULIANO AMATO E ROMANO PRODIGIULIANO AMATO E ROMANO PRODI

 

Per anni e anni, ogni volta che denunciavamo questo scandalo medioevale e insostenibile del vitalizio, ci sentivamo rispondere sempre allo stesso modo: «Che vuoi? Io ho versato i contributi» e poi: «Non difendo un mio privilegio, difendo i diritti acquisiti di tutti». Oggi si smaschera in modo definitivo e tombale la menzogna di queste due affermazioni: non è vero che i Paperoni del vitalizio hanno versato contributi proporzionati ai loro assegni d’oro e non è vero che si sono battuti per difendere i diritti acquisiti dei cittadini.

 

Anzi, i diritti acquisiti dei cittadini vengono calpestati in modo così evidente, che il governo si permette addirittura il lusso di ridurre in coriandoli una sentenza della Corte Costituzionale. E i papponi? Alla faccia dei diritti dei cittadini, se la ridono. E continuano a difendere soltanto i loro privilegi e i loro assegni sproporzionatamente d’oro. Così l’Italia dei pensionati appare spaccata in due, e mai come oggi il mondo dei magnoni sembra lontano da quello dei comuni mortali.

 

stefano rodotastefano rodota

Da una parte i fessi che versano contributi e si vedono continuamente vessati da uno Stato che li maltratta, peggiora le loro condizioni di vita, li bastona appena può, mette le mani in tasca, porta via i soldi, poi ne restituisce una piccola parte (un euro ogni nove rubati) e dice: «Ti piace il bonus?». Dall’altra i rappresentanti di una casta che s’è auto-assegnata il diritto a vivere nel Paese del bengodi alle spalle di tutti gli altri, prende pensioni faraoniche da sempre, le prende dopo aver lavorato anche solo una manciata di giorni (anche solo un giorno) e se le chiedi se non si vergogna ti risponde: «Neanche per idea. Lo faccio per te».

 

Ecco: lo fanno per noi. Rubano, ma solo perché ci vogliono bene. Oggi queste due Italia cozzano fra di loro, si scontrano dentro le cronache, nelle pagine dei giornali, nei titoli dei Tg, e non possono non far pensare che se è possibile portar via 16 miliardi a pensionati che hanno lavorato una vita dev’essere possibile in qualche modo portare via il vitalizio ai vari Rodotà, Scalfari, Pomicino, Prodi, Visco, Bassolino, Asor Rosa, Benetton, Cacciari, Rivera, Bertinotti, Novelli, Bassanini…

 

negri toninegri toni

Ci dev’essere un modo, una strada, una giustizia, un po’ di buon senso. Perché se non ci riusciamo, cari pensionati, allora vuol dire che la colpa è proprio vostra, cioè nostra: siamo dei fessi. E allora non ci resta che continuare a pagare, farci calpestare, farci prendere in giro. Non ci resta che ascoltare la favola bella che oggi t’illude, accontentarci del rimborsino-ino-ino, della mancetta pre-elettorale, 278 euro su 6.334 dovuti, 750 su 4.236 dovuti, chinare la testa un’altra volta, guardare i papponi che ci sbeffeggiano dall’alto dei loro vitalizi eterni e dire con gli occhi bassi: «Sì, padrone, non ti preoccupare, anche stavolta starò bonus».

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