1. RE GIORGIO SCETTICO EPPUR CURIOSO SULLE MOSSE CONCRETE DI RENZI. CONFINDUSTRIA PREOCCUPATISSIMA: HA INCONTRATO INFORMALMENTE ALCUNI MINISTRI NEI GIORNI SCORSI E HA SCOPERTO CHE NON HANNO IDEE E PROGRAMMI 2. PERCHÉ IL PASTICCIO DELLA LEGGE ELETTORALE DEL SENATO RISCHIA DI FUNZIONARE SOLO PER BERLUSCONI, PER RENZI E PER GRILLO? SE I TRE RIFIUTANO OGNI APPARENTAMENTO, NESSUN ALTRO RIUSCIRÀ A SUPERARE LO SBARRAMENTO DELL’8 PER CENTO E SPARISCONO LEGA, NCD, SEL, SCIOLTA CIVICA E POPOLARI 3. LA BATTAGLIA DI RENZI E DEL RIO CONTRO GLI ALTI BUROCRATI È GIÀ FINITA, DI FATTO NON È MAI COMINCIATA (CONSIGLIO DI STATO E CORTE DEI CONTI NON PERDONANO) 4. SCENE DA FORZA ITALIA: SI RIVEDE GIANNI LETTA, CHE NON VUOLE LASCIARE SOLO A DENIS VERDINI IL DIALOGO CON IL PREMIER. E POI CERCHIETTO MAGICO INTORNO ALLA SPOSA MANCATA MENTRE TOTI PREPARA IL TERRENO A MARINA B. 5. CESPUGLI: FORMIGONI VUOLE MAURO, LUPI NO, ALFANO NO A CASINI NÉ MAURO 6. I 15 CINQUE STELLE ESPULSI NON FANNO IL GRUPPO MA RESTERANNO SENATORI

DAGOREPORT

1. Re Giorgio II segue con scetticismo, appena mitigato da una certa dose di curiosità, l'evolversi della situazione politica e parlamentare in attesa dei primi provvedimenti annunciati da Renzi che saranno assunti mercoledì dal Consiglio dei ministri. La domanda è: ma se era così facile, perché non lo ha fatto Letta Enrico? In realtà la coperta rimane corta, anzi cortissima: risorse aggiuntive vere per poter intervenire significativamente sulla situazione non si vedono.

Mentre i sindacati restano sottotraccia, quasi a farsi dimenticare sia l'inefficacia delle proprie posizioni sia il fatto che il premier li ignora, Confindustria aspetta Renzi al varco: o mercoledì c'è una svolta reale sul cuneo fiscale oppure il credito iniziale, peraltro scarso, è già consumato. E un motivo Squinzi ce l'ha: è preoccupatissimo perché nei giorni scorsi vi sono stati vari incontri informali con i diversi ministri e gli uomini di Confindustria hanno riscontrato una grave carenza di indirizzo politico programmatico, quasi fossero in attesa di qualcuno che dica loro qualcosa in modo da poter abbozzare un'idea e una proposta.

2. Tutti gli indicatori confermano che il vero alleato di Renzi si chiama Berlusconi "non mi sposo" Silvio, in via diretta e attraverso Verdini che con l'ex sindaco ha il canale telefonico sempre aperto. Ecco l'aggiornamento del loro accordo: lunga vita al governo Renzi anche dopo le elezioni prossime venture e lunga vita al Cav. quale unico capo riconosciuto dell'opposizione, legittimato sia da Renzi stesso che dal voto popolare quando sarà il momento.

E per fare ciò ci vuole una legge elettorale abbastanza pasticciata, persino quasi inapplicabile (lo dicono i tecnici) perché probabilmente l'esito finale sarà questo: ad un certo punto si voterà con l'Italicum per la Camera e con il Consultellum al Senato. In particolare, il risultato del Senato sarà un terno al lotto sia perché la sentenza della Consulta avendo abolito i premi regionali non garantisce più un risultato certo, sia perché sono rimasti gli sbarramenti, 3 per cento in coalizione e, udite udite, 8 per cento fuori dalle coalizioni.

E cosa accadrebbe ai piccoli partiti, tutti, se Renzi, Berlusconi e Grillo (gli unici allo stato ad avere certezza assoluta di poter superare tale sbarramento) dicessero no agli apparentamenti con altre formazioni politiche? Addirittura con la legge elettorale invariata al senato si realizzerebbe una vera e propria rivoluzione: rimarrebbero in vita solo tre partiti per cui, anche se l'Italicum resta nella formula di non applicabilità al Senato, in qualunque momento Renzi e Berlusconi possono decidere di staccare la spina, ad esempio ad ottobre, e di andare a votare: l'Italicum garantirebbe alla Camera un vincitore e lo sbarramento così alto (8 per cento) al Senato garantirebbe la prosecuzione di un'intesa, a quel punto sancita dagli elettori, tra il fiorentino e l'uomo di Arcore con un nuovo governo di medie intese.

Con un grande vantaggio rispetto ad oggi: la sparizione politica di Alfano e della sua pattuglia, della Lega, di Sciolta civica e del suo drappellino, di Sel, dei Popolari di Mauro e chi più ne ha più ne metta. Un azzardo ed un rischio, quello dello sbarramento all'8 per cento, troppo grande per tutti, tranne che per Renzi, per lo sposo mancato della Pascale e per Grillo Beppe.


3. L'accoppiata Renzi/Del Rio stava per realizzare uno tsunami nei gabinetti e negli assetti di vertici dei dipartimenti della presidenza del consiglio e dei vari ministeri, ma di fronte alle reazioni delle magistrature amministrative dello stato (consiglio di stato e corte dei conti innanzitutto) che non solo hanno resistito ma anche minacciato azioni clamorose di ammutinamento, tale epurazione prima ha rallentato e poi si è fermata, tanto che cominciano ad arrivare le prime conferme tra consiglieri di stato e soliti noti nei posti chiave della burocrazia.

4. Nel giro di Berlusconi si delineano sempre di più le squadre destinate a fronteggiarsi. Prende sempre più forma e quote l'alleanza di donne intorno alla Pascale, nonostante il matrimonio non più alle porte: Rossi Maria Rosaria, Santelli Jole, Giammanco Daniela e Biancofiore Micaela innanzitutto. Resta sempre in auge Verdini ma ormai sempre più affiancato da una "new entry", Letta Gianni, il quale sta sempre di più cercando di inserirsi nei rapporti tra fiorentini, attenuandone l'esclusività, mentre tutto intorno è si vanno consolidando cordate interne sia in chiave difensiva sia in chiave offensiva.

Ed è già guerra aperta sulle candidature alle elezioni europee, sui capilista (Scajola ci tiene moltissimo, anche a sua insaputa, ad essere capolista nel nord ovest) e sulle candidature. Il cavaliere si lamenta solo di una cosa: che quando stava sotto pressione aveva mille donne, adesso che è meno impegnato ne ha una sola, che poi lo vuole pure sposare.

Toti Giovanni assiste senza pathos e senza incidere, anche perché (e la decisione è ormai definitivamente assunta), la sua presenza serve semplicemente a preparare il terreno per far si che il nuovo candidato premier berlusconiano sia una e una sola persona: Marina B. Ormai quasi tutti nei gruppi parlamentari la danno per certa come candidato premier del centro destra, sia che le elezioni siano a breve sia che siano fra un anno, alla faccia di tutti coloro che proclamano ancora l'esigenza di fare le primarie.

5. Nell'universo dei partitini l'ultima battaglia si sta invece consumando su di una lista del Partito Popolare europeo in Italia per Strasburgo: Pierfurby Casini, De Poli e D'Alia vogliono farla insieme a Forza Italia: Cesa, che ha vinto il congresso udc per 8 voti su D'Alia, vuole fare la stessa cosa ma con Alfano: Mauro ondeggia tra Tabacci e tutti coloro che sostengono il governo (e quindi senza Berlusconi) e l'idea di entrare nell'Alde, cioè nei liberaldemocratici europei.

Ma per i cespugli centristi ci sono due problemi. Il primo: Alfano ha fatto un blitz e ha messo il proprio nome nel simbolo per le europee, e questo è un ostacolo alle convergenze. Il secondo: Formigoni vuole Mauro, Lupi no. Per chiudere il cerchio, Alfano non vuole né Casini né Mauro.

6. Sempre in tema di elezioni europee, al Senato stanno preparando un blitz per abbassare lo sbarramento dal 4 al 3 per cento, forti di una pronuncia della Corte Costituzionale tedesca che ha addirittura appena cancellato ogni sbarramento per l'elezione dei deputati di Germania a Strasburgo sostenendo che quell'assemblea è esclusivamente rappresentativa, non ha il compito di votare la fiducia ad un governo, e quindi bisogna garantire soltanto la massima rappresentatività.

7. Cinque stelle, alla fine della fiera saranno in quindici ad uscire e malgrado potrebbero fare subito un gruppo (il minimo è 10) per il momento non lo faranno perché fra di loro ci sono enormi differenze. Di certo, nessuno andrà a casa sia che decide di dimettersi sia che decide di non dimettersi: il Senato infatti respingerà le dimissioni e saranno "costretti" a rimanere in carica. Tuttavia quello dei 15 espulsi non appare come un bacino cui Renzi possa attingere in caso di necessità: troppo presto, troppo pericoloso.

 

 

Ti lascio una canzone Renzi SUSANNA CAMUSSO E GIORGIO SQUINZIRIVISTA PARODIA - IL MIO MATTEOANGELINO ALFANO BERLUSCONI PASCALE DUDU silvio e pascale B AB RENZI E DELRIOFRANCESCA PASCALE MARIA ROSARIA ROSSI BERLUSCONI E PASCALE CON MARIAROSARIA ROSSI DA BA GHETTOMARINA E BERLUSCONIGIOVANNI TOTI A PORTA A PORTA berlusconi alfano santanche verdini lupi Lupi D e il vicepremier e ministro degli Interni Angelino Alfano MATTEO RENZI E DENIS VERDINI

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