mario draghi burocrazia

IL PIANO DRAGHI PER LA BUROCRAZIA: PIÙ FONDI, PIÙ ASSUNZIONI, MIGLIORI CONDIZIONI DI LAVORO IN CAMBIO DI UNA MACCHINA PUBBLICA PIÙ EFFICIENTE - BRUNETTA DEVE RIUSCIRE A CONVINCERE LE SIGLE SINDACALI AD ACCETTARE IL CAMBIAMENTO: QUEST'ANNO, PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA REPUBBLICANA, L'ITALIA AVRÀ PIÙ DIPENDENTI PENSIONATI CHE ATTIVI. L'ETÀ MEDIA È DI QUASI 51 ANNI, IL 16,9 PER CENTO NE HA PIÙ DI SESSANTA, IL 2,9 MENO DI TRENTA. I LAUREATI SONO APPENA IL 40 PER CENTO…

Alessandro Barbera per "la Stampa"

 

videomessaggio di mario draghi alla conferenza sulla parita' di genere

Tre pagine, quattro obiettivi, sei strumenti, un titolo tanto noioso quanto importante: «Patto per l'innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale». All'ora di cena la bozza del testo era ancora oggetto di discussione, ma i termini dello scambio fra governo e sindacati sono decisi: più fondi, più assunzioni, migliori condizioni di lavoro in cambio di una macchina pubblica più efficiente. Questa mattina nella sala Verde di Palazzo Chigi si firma un accordo che somiglia a quello voluto da Carlo Azeglio Ciampi nell' ormai lontano 1993, e lo staff del premier ci tiene a sottolinearlo.

 

Ma la differenza con il predecessore è sostanziale. Il Paese sta molto peggio di allora, e Mario Draghi ha a disposizione ciò che Ciampi in quei mesi non ebbe: i soldi del Recovery Plan. L'Unione ci garantirà 191 miliardi fra prestiti e contributi a fondo perduto purché l'Italia cambi faccia alla sua burocrazia: lo invoca da anni, con alterni risultati.

RENATO BRUNETTA

 

Renato Brunetta, uno dei grandi sponsor del governo Draghi, deve riuscire nel mai facile lavoro di convincere le sigle sindacali ad accettare il cambiamento. Alcuni passaggi del suo intervento di ieri in Parlamento dicono tutto delle condizioni in cui versa la macchina pubblica.

 

Quest' anno, per la prima volta nella storia repubblicana, l'Italia avrà più dipendenti pensionati che attivi. L' età media è di quasi 51 anni, il 16,9 per cento ne ha più di sessanta, il 2,9 meno di trenta. I laureati sono appena il 40 per cento. Da settembre del 2019, complice la pandemia, sono stati messi a concorso meno di 22mila posti.

A questi ritmi, a causa anche dell' anticipo pensionistico di «quota cento» imposto da Matteo Salvini, per recuperare i posti persi ci vorrebbero più di dieci anni.

 

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Il patto che firmano governo e sindacati promette quattro cose: «un massiccio investimento in capitale umano per attenuare le disparità storiche del Paese, curare le ferite causate dalla pandemia e offrire risposte adeguate ai cittadini»; «assicurare la partecipazione attiva di lavoratrici e lavoratori nell' innovazione dei settori pubblici, sostenuta dagli investimenti in digitalizzazione»; «avviare una nuova stagione di relazioni sindacali che completi i rinnovi contrattuali del triennio 2019-2021»; infine «valorizzare il personale pubblico in servizio e stabilire il diritto-dovere soggettivo di ogni pubblico dipendente alla formazione». I patti sono fatti per essere disattesi, ma la lista degli strumenti messi a disposizione nella bozza promettono qualche risultato.

 

pubblica amministrazione

Primo: il rinnovo dei contratti. Mentre c' è un pezzo di Paese che soffre le conseguenze della pandemia, ce n' è un altro che non ha mai dovuto rinunciare nemmeno ad un euro dello stipendio. I dipendenti pubblici in Italia sono ben pagati solo ai massimi livelli, basti pensare agli insegnanti della scuola.

 

Il patto promette di distribuire al più presto i 107 euro che i dipendenti attendono dal 2019, oltre ad una nuova «disciplina del lavoro agile che garantisca condizioni di lavoro trasparenti». Il punto tre permette «una rivisitazione degli ordinamenti professionali del personale», un modo criptico per dire (lo fa più esplicitamente Brunetta in audizione) scatti di carriera per merito e non più mera anzianità.

 

pubblica amministrazione

Nelle schede presentate in audizione il ministro dice ad esempio che occorre «abbandonare i concorsi centralizzati e le graduatorie pluriennali e a scorrimento» introducendo più figure intermedie a contratto. E poi «politiche formative informatiche e digitali», «valorizzazione della contrattazione integrativa», «welfare contrattuale» e «sostegno alla genitoralità con estensione delle agevolazioni fiscali già riconosciute al settore privato per la previdenza complementare».

 

dirigente pubblica amministrazione

Quando Ciampi firmò il patto del 1993, il Paese non era nella recessione più grave della sua storia unita. Una volta firmato l' accordo con i tre milioni di dipendenti pubblici, Draghi dovrà dare un messaggio di speranza forte ad altrettante partite Iva e commercianti che attendono con l' acqua alla gola i soldi del nuovo decreto «sostegni». Il premier ne parlerà pubblicamente venerdì, a margine dell' incontro in un centro vaccinale della Capitale. La crisi innescata dal virus è più grave di quella dei partiti affossati dalle inchieste giudiziarie ormai trent' anni fa.

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI SERGIO MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA LEADER DI FRATELLI D'ITALIA VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA ALL'EUROPA E LONTANA DAL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO, EVITANDO OGNI COLLISIONE CON LA FRANCIA E FACENDO ASSE CON GERMANIA E POLONIA - MA ''IO SONO GIORGIA" HA DAVANTI DUE OSTACOLI: L'ESTREMISMO "PATRIOTA" DI SALVINI E LO ZOCCOLO DURO DI FRATELLI D'ITALIA GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...