btp giancarlo giorgetti giorgia meloni

IL PIATTO PIANGE: CHI COMPRERÀ I NUOVI BTP? I DEPOSITI BANCARI DELLE FAMIGLIE SI RIDUCONO PER COLPA DELL’INFLAZIONE, LE RISERVE BANCARIE SONO IN DISCESA - “IL FOGLIO”: “IL TESORO DOVRÀ CORRERE AI RIPARI CON ALTRE EMISSIONI TIPO BTP VALORE, AVRÀ ASSOLUTO BISOGNO CHE ENTRI AL PIÙ PRESTO LA QUARTA RATA DEL PNRR, PARI A 16,5 MILIARDI, OLTRE ALLA TERZA RATA DI 18,5 MILIARDI APPENA VERSATA DALL’UNIONE EUROPEA, E NON SARÀ ANCORA SUFFICIENTE”

Estratto dell’articolo di Stefano Cingolani per “il Foglio”

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti

Il titolo è già eloquente: “Btp, incombono nuvole oscure”. E tra le molte analisi sui conti pubblici italiani quella di Intesa Sanpaolo pubblicata il 3 ottobre è accurata. Che arrivi il brutto tempo lo ha già detto la Banca d’Italia nell’audizione in parlamento: “L’elevato rapporto tra il debito e il pil è un serio elemento di vulnerabilità: riduce gli spazi di bilancio per far fronte a possibili futuri choc avversi, espone il paese al rischio di tensioni sui mercati finanziari, aumenta il costo del debito per lo stato, le imprese e le famiglie”, ha spiegato Sergio Nicoletti Altimari, capo del dipartimento Economia e Statistica.

 

btp e spread con il governo meloni

L’agenzia britannica Scope Ratings e quella americana Fitch che pubblicherà la sua valutazione sul debito italiano il 10 novembre (apre le danze tra una settimana esatta Standard & Poor’s), ritengono che la Nadef rappresenti “un significativo allentamento della politica fiscale rispetto agli obiettivi precedenti”.

 

[…]  Il disavanzo di cassa quest’anno è diventato più alto del deficit pubblico in generale e l’anno prossimo è destinato a peggiorare. […] Di qui a dicembre il Tesoro stima di emettere titoli a medio-lungo termine per 60 miliardi di euro, ma quelli in scadenza ammontano a 72 miliardi. L’incertezza aumenta perché i finanziamenti extra mercato nel periodo gennaio-luglio di quest’anno sono peggiorati. I fondi delle Poste, per esempio, si sono ridotti di 5,2 miliardi, i depositi nel conto del Tesoro sono stati inferiori di 13,4 miliardi, i prestiti dalle istituzioni finanziare sono cresciuti di 9,1 miliardi.

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti

Ciò vuol dire che, mentre la Nadef prevede per l’anno prossimo un deficit pubblico generale pari al 4,3 per cento del prodotto lordo, il disavanzo del settore statale sarà del 6,3 per cento, due punti più alto, un divario che si trascinerà anche nel 2025: 5,6 per cento invece di 3,6. […] La forbice resta nel 2026 (102 e non 56), […] Anche perché, e questa è la nuvola oscura che s’aggiunge alle altre, non c’è più il salvagente della Bce. A Francoforte si sta discutendo come gestire il gonfio portafoglio titoli e nello scenario base ci saranno 40 miliardi in meno che salgono a 66 miliardi nello scenario più rischioso.

 

Chi comprerà dunque i nuovi Btp? I depositi bancari delle famiglie si stanno riducendo per colpa dell’inflazione, anche le riserve bancarie in eccesso sono in discesa. Insomma, le istituzioni finanziarie italiane verrebbero chiamate ad assorbire oltre la metà dell’offerta netta il prossimo anno. Con l’aggravante che i tassi d’interesse resteranno elevati e con essi rimarrà alto lo spread arrivato alla fatidica quota di 200 punti base (cioè 2 per cento in più rispetto al Bund decennale tedesco).

 

BTP VALORE

Il Tesoro dovrà correre ai ripari con altre emissioni tipo Btp Valore, avrà assoluto bisogno che entri al più presto la quarta rata del Pnrr, pari a 16,5 miliardi, oltre alla terza rata di 18,5 miliardi appena versata dall’Unione europea, e non sarà ancora sufficiente. Nella peggiore delle previsioni, sottolinea lo studio di Intesa Sanpaolo, bisognerà adottare “una strategia non convenzionale di gestione del debito pubblico” simile a quella utilizzata durante il Covid. Chiara Manenti non vuol insegnare il mestiere al direttore generale del Tesoro, ma Riccardo Barbieri Hermitte dovrà far ricorso non solo a tutta la sua conoscenza tecnica, ma anche a molta immaginazione.

BTP ITALIA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…