LA POLITICA DEI MORTI CHE SI SENTONO HIGHLANDER: NELLO “SCONTRO FINALE” TRA IL CAPOCOMICO E IL NANO, L’UNICO TRAPASSATO E’ L’ITALIA

Filippo Ceccarelli per "La Repubblica"

Oh, anche questa è bella, seppur non nuovissima. "Ce la giocheremo in due, buoni e cattivi - ha concluso Grillo il suo comizio romano - e alla fine, come in Highlander, ne rimarrà solo uno".

E qui purtroppo le cronache si fanno frammentarie e fuggevoli, ma i protagonisti dello scontro finale, "che arriverà molto presto" - naturalmente - i due immortali che si affronteranno e da cui emergerà il vincitore dell'ultimo e decisivo duello della cine-fantasy applicata alla storia italiana altri non sarebbero che lui, Grillo, o Berlusconi, anzi per l'esattezza: "o il capocomico o il nano".

Ora, va bene che la cultura pop ha preso il sopravvento, per cui il richiamo ai quattro o cinque polpettoni con Christopher Lambert, che proprio in quegli anni flirtava con Alba Parietti, ci può anche stare.

Ma per una generazione di osservatori politici cresciuta con l'idea - di Ignazio Silone, poi ripresa anche da Hannah Arendt - che la battaglia finale, l'Armageddon delle incandescenti passioni ideologiche sarebbe avvenuta tra comunisti ed ex comunisti, beh, l'imprevedibile e buffonesca alternativa prospettata da Grillo, plausibile o meno che sia in un paese così segnato dalla commedia, pretende certo un'autocritica, ma anche un minimo di approfondimento.

Per cui, con il dovuto scrupolo, si noterà che la faccenda degli Highlander non è affatto inedita. Umberto Bossi, per dire, adorava Braveheart, ma risulta che nel 2000, sempre per galvanizzare il pubblico padano, almeno una volta lo tradì con il personaggio di cui sopra, dotato "di cuore e coglioni per sfidare il potere". Dopo di che, come si ricorderà, egli ebbe un serio coccolone da cui si riprese nel 2005. O meglio, il giorno in cui si mostrò di nuovo in pubblico, dalla finestra di una casa in Svizzera, affacciandosi pure lei, l'ineffabile Rosi Mauro così volle salutarlo: "Bossi è immortale"; e quindi, come in un'invocazione: "E' un highlander".

E vabbè. Nel 2008, commentando i risultati elettorali, Grillo riacchiappò l'immagine: "Ne rimarrà uno solo, o forse nessuno", aggiunse con il consueto ottimismo. Ma siccome l'immaginario, appunto, è un'entità problematica e per certi versi anche beffarda, si ha qui la possibilità e un po' anche il gusto di notare che il 13 aprile scorso, a Bari, nella piazza in cui Berlusconi tenne il suo comizio, tra bandierine "Anch'io con Silvio" e altre la cui cannibalica minaccia era "Zio Silvio se li mangia tutti", nel mezzo della folla, in vetrina per le telecamere, si ergeva uno striscione con su scritto, molto calorosamente: "Berlusconi highlander".

Forse Grillo non lo sapeva, o forse invece s'è risentito. Fatto sta che il mese dopo partiva con il suo Highlander doc: a Corato (Bari), a Vicenza, a Imola, a Viterbo, a Roma. Tutto sta per crollare, la lotta è terminale, o io o lui.

Si converrà a questo punto che la diffusione, la persistenza e per certi versi il contagio degli eroi imperituri nella vicenda politica corrente qualche spunto lo offre. Come se al di là di ogni ridicolo effetto, o trash, la comune evocazione dello stesso mito puntasse allo stesso target, a occhio di bocca non buona, ma buonissima.

Quanto al contesto, che pure come archetipo simbolico e letterario risale alle Sacre scritture, i due highlander vorranno accogliere con il dovuto interesse che l'espressione "scontro finale" ricorre in ben quattro fra titoli e sottotitoli dei bestseller che Bruno Vespa ha pubblicato tra il 1995 e il 2001 - senza tuttavia che l'insistito e replicatissimo duello generasse nella realtà un vincitore definitivo - ma pazienza.

Difficile stabilire se alla fine dei tempi vincerà il capocomico o il nano, con rispetto parlando, due eminenti italiani che in Germania, e non solo, erano stati assimilati nell'unica figura del clown - sul terzo rappresentante della categoria, Bossi, ammaccato highlander, si può pensare che l'Italia avesse approfittato di uno sconto.

Ma al netto dei diritti di primogenitura e delle pedanterie filologiche, sempre più la fantasia di Grillo va sbrigliandosi verso l'apocalittica. Davvero molto istruttiva è in tal senso la lettura di un saggio della professoressa Giuseppina Muzzarelli sui predicatori e le piazze alla fine del Medioevo, "Pescatori di uomini" (Mulino, 2005). A proposito di un'oratoria che, proprio come nel caso del leader cinquestelle, cercava la catarsi delle platee suscitando riso e indignazione, si trovano dei versi di Dante: "Or va con motti e con iscede (beffe, ndr)/ a predicare, e pur che ben si rida,/ gonfia il cappuccio...".

Ecco. Varrà giusto la pena di ricordare che nel 1998 Grillo fece uno spettacolo dal titolo "Apocalisse morbida" nel quale entrava in scena indossando un saio con un cappuccio e un bastone al grido: "Siamo nel Medioevo". E si potrà sempre dire che era una provocazione, per giunta comica, ma intanto qui nei comizi sono tornati i buoni e i cattivi, gli eroi immortali e i nani malvagi, i buffoni e i quaresimalisti dell'ultimo giorno utile a votare il sindaco - che poi magari tra due domeniche c'è pure il secondo turno.

 

Silvio BerlusconiBERLUSCONIBerlusconi D'OroBeppe Grillo sul palco di piazza del popolo bossi umberto bossi umberto highlanderhighlander

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO