MAZZETTE PER PANAMA DISCUSSE A PALAZZO CHIGI? - PONZELLINI VUOTA IL SACCO E RACCONTA AI PM DI NAPOLI L’INCONTRO CON BERLUSCONI E LAVITOLA - PER L’APPALTO DELLA METRO DI PANAMA MARTINELLI CHIEDEVA A IMPREGILO SOLDI TRAMITE VALTERINO - NON SE NE FECE NULLA MA ARRIVO’ LA PROMESSA DI UN OSPEDALE - DA LI’ LA TELEFONATA CON SILVIO INTERCETTATA - LAVITOLA ERA “ARROGANTE” E PARAPONZIPONZELLINI SUGGERI’ AL PATONZA DI LIBERARSENE…

Antonio Massari e Valeria Pacelli per Il Fatto Quotidiano


Il presidente panamense Ricardo Martinelli pretendeva un riconoscimento economico per l'aggiudicazione dell'appalto della metropolitana a Panama. E per ottenerlo, da Impregilo, si affidava a Walter Lavitola. Che a sua volta, per fare pressioni su Impregilo, si affidava a Silvio Berlusconi.

Incontri che avvenivano nella cornice istituzionale di Palazzo Chigi, con il presidente di Impregilo che consigliava al premier di lasciar perdere l'ex direttore de l'Avanti: "Vi dico chiaramente che dissi a Berlusconi che, secondo me, Lavitola era una persona da lasciar stare".

A rivelarlo è Massimo Ponzellini, ex presidente di Impregilo e della Banca Popolare di Milano, indagato dalla procura milanese per associazione per delinquere sui finanziamenti elargiti al re delle slot Francesco Corallo. Un'intercettazione tra Berlusconi e Ponzellini, del 3 agosto 2011, anticipata due giorni fa da Il Fatto, è stata trasmessa alla procura di Napoli, che indaga per il reato di corruzione internazionale su Valter Lavitola e i suoi rapporti con il presidente Panamense.

E Ponzellini, interrogato il 27 luglio, conferma tutto. L'atto è stato depositato al tribunale del Riesame , per l'arresto di Lavitola per l'estorsione di 5 milioni a Silvio Berlusconi, per il tramite di Carmelo Pintabona. E ieri proprio il Riesame ha confermato la custodia cautelare in carcere per Lavitola, modificando il reato (che ora viene contestato solo al faccendiere, escludendo altri) da estorsione consumata a tentata, oltre aver eliminato l'accusa di intestazione fittizia di terreni da Lavitola a Pintabona.

Così Ponzellini conferma di aver ricevuto da Berlusconi una telefonata per la costruzione di un ospedale a Panama, su richiesta di Lavitola, che riferiva di pressioni di Martinelli: "Non ricordo chi mi presentò Lavitola - spiega Ponzellini - ma posso dire che ricordo bene di averlo conosciuto meglio e di averci parlato a lungo presso Palazzo Chigi insieme a Berlusconi".

Poi sugli appalti precisa: "Impregilo si è aggiudicato, nel 2007/2008 (in consorzio con altre società), l'appalto per il raddoppio del canale di Panama, un'opera da 7 miliardi di dollari. Il presidente di Panama non era Martinelli e in relazione all'appalto per il canale di Panama, il Lavitola non era ancora entrato in gioco. Il Lavitola entra in gioco dopo la nomina di Martinelli".

Sulle telefonate intercettate Ponzellini spiega: "Per venire alle telefonate, vi dico che dopo esserci aggiudicati, come Impregilo, l'appalto del Canale di Panama, partecipammo alla gara di appalto riguardante il metrò di Panama, opera che doveva essere finanziata in parte dal governo panamense, a quel tempo già presieduto da Martinelli, e in parte con altri finanziamenti di istituzioni pubbliche internazionali".

Ed è su questo appalto, aggiunge, che intervengono Martinelli e Lavitola: "Fu in relazione a tale appalto (...) che entrarono in gioco Martinelli e Lavitola con le loro pretese, o meglio Lavitola come intermediario delle pretese del presidente Martinelli".

Il presidente Panamense, spiega Ponzellini, chiedeva un riconoscimento economico: "Lavitola ci fece chiaramente intendere che Martinelli, per aggiudicare a Impregilo il predetto relativo appalto al metrò di Panama, pretendeva un riconoscimento economico per lui e per il suo entourage".

E per rafforzare il concetto fa intervenire Berlusconi: "Tale inequivocabile messaggio il Lavitola ebbe a rappresentare sia da una parte, parlando direttamente con me, che ero presidente di Impregilo, sia con l'ad di Impregilo Rubegni, sia per il tramite della presidenza del Consiglio e cioè tramite Berlusconi e dell'ambasciata di Panama Vigo.

Lavitola (come portavoce e intermediario di Martinelli) pretendeva con arroganza, lasciando intendere e ventilando ostacoli e problemi per Impregilo, nel caso non avessimo ceduto a tali pretese (come dimostra il tenore delle conversazioni in cui Berlusconi paventa addirittura ritorsioni da parte di Martinelli)".

Stando al racconto di Ponzellini, però, Impregilo non avrebbe ceduto: "Respingemmo tali pretese limitandoci a proporre che, nel caso Impregilo si fosse aggiudicata la gara del metrò, al massimo avrebbe potuto finanziare la costruzione a Panama di un ospedale che si sarebbe chiamato "città di Milano".

Ed è proprio l'ospedale di cui Berlusconi parla al telefono con Ponzellini : "Nelle due telefonate che mi avete letto, emerge come Martinelli, tramite Lavitola avesse minacciato ritorsioni che addirittura avrebbero potuto incidere sul titolo. Come si intuisce dalla mia telefonata con il Rubegni, non se ne fece più nulla dal momento che Impregilo non si aggiudicò l'appalto e non fu finanziata la costruzione del suddetto ospedale".

 

LAVITOLA E BERLUSCONI INSIEME A PANAMAberlusconi e lavitola a panamaMASSIMO PONZELLINI E BARBARA MACCAFERI IL PRESIDENTE DI PANANA, FRATTINI E LAVITOLABARBARA MACCAFERI MASSIMO PONZELLINI ANNAMARIA BERNINI SERGIO DE GREGORIO E VALTER LAVITOLALavitola appena sbarcato a FiumicinoBERLUSCONI COL PRESIDENTE DI PANANA. NEL CERCHIO LAVITOLAFRATTINI-LAVITOLA BERLUSCONI MARTINELLLI E LAVITOLA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?