POTEVA MANCARE BANCA ETRURIA NELLA FONDAZIONE DI RENZI, E DUNQUE CARRAI? CERTO CHE NO! L'ISTITUTO FALLITO HA FINANZIATO LA ''OPEN'' DI CARRAI E ALBERTO BIANCHI, CHE ORGANIZZA LA LEOPOLDA - LA RISPOSTA DI BIANCHI: ''QUOTE RISIBILI''. MA CHI HA MESSO I SOLDI NELLA LEOPOLDA HA RICEVUTO IN CAMBIO POLTRONE

SPUNTA LA PISTA CHE DA ETRURIA PORTA ALLA FONDAZIONE DI RENZI

Fabrizio Boschi per “il Giornale

 

renzi carrai   renzi carrai

Gira che ti rigira ci siamo arrivati. È spuntata una pista che da Banca Etruria porta a Matteo Renzi.

 

L' istituto aretino, infatti, ha finanziato la Fondazione Open che sostiene le iniziative elettorali, le campagne e tutti i giochini che si inventa il presidente del Consiglio un giorno sì e l' altro pure. Tra le altre cose la Fondazione è quella che ha organizzato (e pagato) le Leopolde.

 

RENZI CARRAIRENZI CARRAI

Questi soldi sono arrivati alla Fondazione attraverso una società, fondata dagli azionisti della fallita Banca Etruria, l' Intesa Aretina Scarl, di cui la banca è uno dei soci privati insieme a Mps. L' azienda fondata nel 1999 gestisce il servizio idrico integrato di 31 comuni nell' Alto Valdarno e il suo nome compare sul sito della Fondazione Open, tra i finanziatori: un bonifico da 15mila euro.

 

«È gravissimo che Renzi abbia varato il salva-banche dopo aver ricevuto quei soldi da Banca Etruria che maggiormente ne ha beneficiato - commenta il consigliere regionale della Toscana, Giovanni Donzelli (Fratelli d' Italia) - Il conflitto d' interessi non coinvolge soltanto Maria Elena Boschi, ma lo stesso Matteo Renzi».

 

GIOVANNI DONZELLI jpegGIOVANNI DONZELLI jpeg

Renzi ha sostenuto quattro campagne elettorali (in cinque anni): due nel 2009 (primarie e amministrative a Firenze), una nel 2012 e un' altra nel 2013. Il tutto senza sostegno economico da parte del Pd, rimborsi elettorali, né fondi pubblici. Dunque, Renzi dove li ha trovati i soldi? Il deus ex machina di tutto il sistema di reperimento fondi, è il solito Marco Carrai al quale Renzi vorrebbe affidare la cybersecurity del governo. Da sempre fundraiser del premier, ha fondato insieme ad Alberto Bianchi, avvocato di Renzi, la Fondazione Big Bang.

 

Dal 2007 la premiata ditta Carrai&Bianchi ha messo in piedi una galassia di associazioni, società, imprese e contatti che ruotano attorno a Renzi. Insieme hanno racimolato oltre quattro milioni di euro per coprire le spese della corsa alla guida del Paese del loro amico. Lo dimostra l' elenco dei finanziatori della Fondazione Big Bang, fondata dallo stesso Carrai il 2 febbraio del 2012. Nel 2013 (anno della conquista della segreteria del Pd) la Fondazione ha raccolto 980mila euro. Nel 2015 era a due milioni e 800mila.

ALBERTO BIANCHIALBERTO BIANCHI

 

Il consiglio direttivo della Fondazione era composto oltre che da Bianchi (presidente) e da Carrai (segretario generale), dai consiglieri Giuliano da Empoli, Federico Berruti, Ernesto Carbone e dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti. L' 11 novembre 2013 la Fondazione Big Bang si trasforma in Open sempre con Bianchi e Carrai ai vertici, ma con una diversa composizione del consiglio direttivo che, oltre a Lotti, vede spuntare come segretario generale, la ministra Maria Elena Boschi che ha portato Banca Etruria dentro la Fondazione.

 

Carrai in quegli anni ha organizzato diverse cene di raccolta fondi (Milano, Firenze, Roma) con la finanza che conta, alle quali partecipavano anche i vertici di Banca Etruria e di Banca Federico Del Vecchio (acquista nel 2006 da Etruria).

 

renzi con il padre suo e di boschi e rosi di banca etruria stile amici mieirenzi con il padre suo e di boschi e rosi di banca etruria stile amici miei

Scorrendo la lista dei finanziatori si scoprono nomi e numeri interessanti: il finanziere di Algebris Davide Serra insieme alla moglie Anna Barassi ha dato a Renzi la bellezza di 225mila euro. Paolo Fresco, ex presidente Fiat con la moglie ha donato 50mila euro e Jacopo Mazzei, ex presidente dell' Ente Cassa di Risparmio di Firenze, 10mila euro.

 

Alberto Bianchi (30.400 euro), Maria Elena Boschi (8.800), Luca Lotti (9.600), il segretario Pd toscano Dario Parrini (12.600), il direttore dell' Unità Erasmo D' Angelis (6.400), Simona Bonafè 4mila euro come Ermete Realacci, Francesco Bonifazi (12.800), Ernesto Carbone (20mila), Davide Faraone (1.600), il sindaco di Firenze Dario Nardella (6.600), 7.800 euro per Ivan Scalfarotto e 4.800 per Yoram Gutgeld. Spicca per taccagneria il neo nominato direttore generale della Rai Antonio Campo Dall' Orto che ha ringraziato Renzi con sole 250 euro. Ogni favore ha un prezzo.

 

matteo renzi maria elena boschimatteo renzi maria elena boschi

 

Dall'articolo di Fiorenza Sarzanini per il ''Corriere della Sera''

 

Alberto Bianchi, presidente di «Open», si dice «allibito perché affermare che la Fondazione sia finanziata da una banca che possiede solo il 2% della finanziatrice, una quota irrilevante ai fini delle decisioni che prende, è voler fare una polemica senza uno straccio di argomento».

 

In realtà a complicare la vicenda c’è il fatto che tra i consiglieri di «Intesa Aretina» c’è Gaia Checcucci, moglie di Giacomo Billi, uomo forte del Pd toscano e grande amico di Renzi, che proprio il presidente del Consiglio ha nominato nel dicembre scorso capo della Direzione generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del ministero dell’Ambiente.

GAIA CHECCUCCIGAIA CHECCUCCI

 

Un incarico di grande prestigio per la donna che era anche consigliere di amministrazione della «Nuove Acque», gestore del servizio idrico integrato nell’alto Valdarno.

Ultimi Dagoreport

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…