ursula von der leyen giorgia meloni

PSICODRAMMA EUROPEO PER I MELONIANI – LA MOZIONE DI SFIDUCIA CONTRO URSULA VON DER LEYEN, PRESENTATA DAL CONSERVATORE RUMENO PIPERE (GRUPPO ECR), IRRITA PARECCHIO FRATELLI D’ITALIA. GIOVEDÌ IL VOTO SARÀ PALESE E QUINDI ROMPERÀ IL GIOCHINO DELL’AMBIGUITÀ DI FDI, CHE NON HA MAI AMMESSO DI SEDERE NELLA MAGGIORANZA EUROPEA PUR AVENDO il “SUO” FITTO. DAL PPE RIDACCHIANO E SI CHIEDONO: “LA PREMIER ITALIANA STA CON NOI O COI POPULISTI?” – IL FOGLIO: “L’IMBARAZZO VIENE DA UN DETTAGLIO TECNICO NON DA POCO: LA MOZIONE DI SFIDUCIA NON PRENDE DI MIRA LA SOLA VON DER LEYEN MA TUTTA LA COMMISSIONE, OVVERO ANCHE IL SUO VICEPRESIDENTE RAFFAELE FITTO…”

Estratto dell’articolo di Pietro Guastamacchia per “Il Foglio”    

 

URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI - VERTICE SUL PIANO MATTEI PER L AFRICA - FOTO LAPRESSE

La maggioranza Ursula va verso la radiografia in aula. Una mozione di sfiducia presentata dal conservatore rumeno Gheorghe Piperea porterà la Commissione europea giovedì prossimo alla conta in aula.

 

Ma quella che doveva essere una grana per von der Leyen si sta trasformando in un regalo prefestivo per la presidente della Commissione Ue. Il voto consegnerà infatti alla tedesca, prima della pausa estiva, una lista dei buoni e dei cattivi, chiamando così il bluff dei socialisti che nei giorni scorsi minacciavano una crisi, e rompendo il giochino dell’ambiguità a chi, come Fratelli d’Italia, non ha mai ammesso di sedere nella sua maggioranza europea.

 

URSULA VON DER LEYEN RAFFAELE FITTO

La mozione di sfiducia arriva da destra ma stuzzica l’appetito anche a sinistra. Stando al testo depositato da Piperea, infatti, Ursula von der Leyen dovrebbe dimettersi per il suo operato nell’ambito dello scandalo Pfizergate, per aver usato la nuova legge digitale Ue per influenzare il voto nei singoli paesi e per aver approvato il Rearm Eu con la procedura d’urgenza.

 

I 77 firmatari provengono principalmente dai non iscritti, da Esn (il gruppo europeo dell’AfD) e da Ecr, la famiglia europea dei conservatori in cui siede Fratelli d’Italia.

 

ursula von der leyen giorgia meloni foto lapresse

Il gruppo presieduto da Nicola Procaccini è infatti in difficoltà davanti al voto di giovedì, visto che tra i firmatari della mozione ci sono numerosi eurodeputati polacchi del PiS e rumeni di Aur, i partiti a cui i meloniani poche settimane fa hanno steso tappeti rossi sia a Roma che a Bruxelles per aiutarli nelle rispettive campagne elettorali.

 

L’imbarazzo viene da un dettaglio tecnico non da poco: la mozione di sfiducia non prende di mira la sola von der Leyen ma tutta la Commissione, ovvero anche il suo vicepresidente Raffaele Fitto, rendendola assolutamente indigeribile per la delegazione meloniana.

 

Gheorghe Piperea

Fonti parlamentari rivelano infatti contatti serrati tra i dirigenti FdI e i loro alleati dell’Est per cercare di disinnescare il problema, ma senza successo. La quadra è: “ognuno per sé e Dio per tutti”. A tarda sera, ieri, infatti, fonti Ecr fanno sapere che la mozione è da trattare come “un’iniziativa individuale e non del gruppo”. Malumori destinati a volare a Napoli assieme ai deputati conservatori, per gli study days di Ecr al via poche ore dopo il voto sulla mozione.

 

Dal Ppe, intanto, guardano e ridacchiano: “Per Meloni è arrivato l’esame di maturità, sta con noi o coi populisti?”, gongola un dirigente. I popolari, infatti, da inizio legislatura invocano “un solco” che attraversa Ecr, dividendo “i populisti” con cui il Ppe non intende collaborare, dai “conservatori” con cui invece costruire un’alleanza stabile, solco su cui i tabulati di giovedì potrebbero offrire indicazioni precise di navigazione.

 

[…]

 

LA SQUADRA DELLA COMMISSIONE EUROPEA DI URSULA VON DER LEYEN

Imbarazzo anche tra i leghisti: le motivazioni alla base della mozione combaciano infatti appieno con le critiche mosse quotidianamente da Salvini e i suoi alla Commissione, “fosse per me la voterei anche adesso”, dice un eurodeputata del Carroccio “ma bisogna vedere cosa decide il gruppo”. Votare la sfiducia a Fitto sarebbe tuttavia per Salvini un guanto di sfida al suo governo, fronte che il segretario leghista forse non vuole aprire.

 

Pronti a capitalizzare, invece, dal Movimento 5 Stelle. Gli eurodeputati pentastellati per ora attendono che il gruppo della sinistra prenda una posizione ufficiale, ma anche se The Left – Avs inclusa – dovesse optare per l’astensione, il M5s potrebbe scegliere invece di segnare il punto. […]

GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN AL G7raffaele fitto ursula von der leyen

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?