grecia varoufakis tsipras referendum

ERA VAROUFAKIS A METTERE IL SUO EGO TRA LE RUOTE - DA QUANDO E’ ANDATO VIA L'EX MINISTRO, TSIPRAS HA “FATTO I COMPITI” E HA PORTATO A TERMINE LE RIFORME CHIESTE DALLA UE, BCE E FMI - IN CAMBIO IL GOVERNO GRECO POTREBBE OTTENERE IL TAGLIO DEL DEBITO E LA FINE DELL’AUSTERITÀ

Ettore Livini per “la Repubblica”

 

Tsipras e Yanis Varoufakis  Tsipras e Yanis Varoufakis

Il surreale copione della crisi greca si regala (lontano dai riflettori della cronaca) un Natale da lettino dello psicanalista. Il 2015 ad Atene resterà un anno indimenticabile. Il 25 gennaio il paese ha detto no all’austerity e alla Troika regalando ad Alexis Tsipras il trionfo elettorale. Il 5 luglio - dopo il braccio di ferro con i creditori costato una nuova recessione e i controlli ai capitali - ha ribadito il “no” a nuovi tagli in un referendum catartico. Poi il vento è cambiato: il premier, davanti al baratro della Grexit, ha ceduto a Bruxelles. Syriza ha consumato una dolorosa scissione.

 

varoufakis in parlamento contro l accordo firmato da tsipras varoufakis in parlamento contro l accordo firmato da tsipras

Gli elettori, in mancanza di alternative a centrodestra, hanno riconfermato la fiducia a Tsipras. E lui - il pragmatico camaleonte sopravvissuto alla bufera - trova ora sotto l’albero di Natale tre regali a sorpresa: gli applausi degli ex-nemici della Troika, («il nuovo governo ha rispettato i suoi impegni» dice il numero uno del fondo salvastati Klaus Regling), la freddezza dei greci (Syriza fatica nei sondaggi) e la speranza – una volta approvate le ultime dure riforme a inizio 2016 e grazie ai nuovi equilibri nella Ue – di ottenere il taglio del debito, togliere i controlli dei capitali e iniziare davvero a fare qualcosa di sinistra.

 

varoufakis e tsiprasvaroufakis e tsipras

IL (MEZZO) IDILLIO CON LA TROIKA

Parlare di intesa piena è forse un po’ azzardato. I primi tre mesi dell’esecutivo Syriza 2.0 hanno segnato però una svolta nel rapporto con Ue, Bce e Fmi. L’uscita di scena di Yanis Varoufakis ha aiutato a smorzare i toni. Il suo successore Euclid Tsakalotos ha privilegiato il dialogo. Risultato: al netto di qualche asperità verbale, la scelta ha pagato.

 

Il Parlamento greco ha votato quasi la metà delle “azioni prioritarie” richieste dalla Troika in cambio degli 86 miliardi di nuovi aiuti, riformando le professioni, cancellando le baby pensioni, vendendo gli aeroporti ai tedeschi e approvando una finanziaria 2016 fatta di 2,5 miliardi di tagli e 3,2 di nuove tasse. Il Governo ha traballato per i mal di pancia interni di Syriza - la maggioranza, scesa a 153 seggi su 300 – ma ha tenuto.

GREXIT GRECIA EURO EURO CRAC ATENE TSIPRAS VAROUFAKISGREXIT GRECIA EURO EURO CRAC ATENE TSIPRAS VAROUFAKIS

 

E la Troika ha premiato lo sforzo sbloccando 26 miliardi di prestiti tornati subito in buona parte (come tradizione) nelle tasche dei creditori o usati per ricapitalizzare le banche. Non tutto, naturalmente, è rose e fiori. Bruxelles – memore dell’era dell’”ambiguità creativa” di Varoufakis – è sempre sul chi va là. Ultimo episodio, pochi giorni fa, l’intervento a gamba tesa per costringere il governo a ritirare il progetto di un “programma parallelo umanitario” (estensione dell’assicurazione sanitaria e dei bonus elettricità e cibo per i meno abbienti) perché «non concordato».

 

IL PRAGMATISMO DEL PREMIER

tsipras varoufakis tsipras varoufakis

Tsipras ha evitato il muro contro muro. Ad Atene regna il pragmatismo. E il premier sa che il suo futuro politico si giocherà nei prossimi tre mesi di fuoco su altri tavoli. Tra gennaio e febbraio il governo affronterà lo scoglio più insidioso: l’approvazione della riforma delle pensioni e del regime fiscale che elimina i privilegi degli agricoltori. Temi delicatissimi sia in termini di consenso sociale che di equilibrio nel partito.

 

La speranza è che la maggioranza tenga. La carta di scorta è l’ingresso nell’esecutivo dei 13 parlamentari dell’Unione di Centro di Vassilis Leventis. Incassato questo risultato, Atene punta ad aprire subito i negoziati per la ristrutturazione del debito (“a febbraio”, auspica Tsakalotos). Nessuno, sotto il Partenone, si aspetta condoni tombali. Tutti però, falchi del rigore compresi, sono d’accordo ad allungare le scadenze dei prestiti e ridurre ulteriormente i tassi, regalando al paese l’ossigeno necessario per rilanciare l’economia e calare il sipario sul rischio Grexit.

 

v per varoufakisv per varoufakis

I TIMORI DEI FALCHI

Il percorso, come sempre quando si parla della Grecia, non è in discesa. I duri della Ue guidati da Wolfgang Schaeuble hanno una certezza: una volta ricapitalizzate le banche e ristrut- turato il debito, i creditori non avranno più armi per costringere Atene a fare i compiti a casa. E il barometro dei rapporti tra Tsipras e la Troika è destinato così a tornare verso il brutto tempo, quando Berlino userà tutte le armi a disposizione per obbligare il governo a onorare fino in fondo gli impegni.

 

La partita sarà dura. Il Partenone però ha un paio di assi nella manica. Il primo è la resistenza dell’economia. Le Cassandre avevano vaticinato uno scivolone del Pil del 2,5% nel 2015. La previdenza dei greci – che in pochi mesi hanno tolto 40 miliardi dai conti correnti mettendoli nel materasso - ha fatto però da ammortizzatore allo choc dei limiti ai prelievi.

 

varoufakis come supermanvaroufakis come superman

E il governo spera ora di chiudere l’anno con un calo marginale del Pil e prevede il ritorno alla crescita a metà 2016. Il secondo atout è la metamorfosi del quadro politico europeo. I socialisti sono al potere in Portogallo. Matteo Renzi ha avviato una dialettica vivace con Angela Merkel. A Parigi c’è un presidente di sinistra. E l’idea di un fronte unito anti-austerità è oggi qualcosa di più di un miraggio. Tsipras ci conta. Due terzi degli elettori di Syriza sono delusi all’operato dell’esecutivo.

 

Il perché è chiaro: il programma del partito prevedeva interventi per le fasce deboli, stipendio minimo, reintroduzione della contrattazione collettiva. Misure materia finora di “Chi l’ha visto?”. La sfida è tutta qui: se il governo riuscirà a far digerire al paese le misure draconiane di questo inverno, forse sarà possibile voltare pagina. I temi sociali sostituiranno le ansie contabili tra le priorità di Tsipras. E il Camaleonte potrà provare a cambiare colore un’altra volta. Rimettendosi quel manto rosso che indossava quando è stato eletto 11 mesi fa.

 

varoufakis e tsipras 3 41b3 a6e4 dc494826e81dvaroufakis e tsipras 3 41b3 a6e4 dc494826e81d

 

Ultimi Dagoreport

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDONÇA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…