ucraina biden putin zelensky

QUANTO DURERÀ LA GUERRA IN UCRAINA? - SENZA ARMI PIÙ POTENTI, L'ESERCITO DI ZELENSKY POTREBBE ESSERE SOPRAFFATTO IN TEMPI BREVI, FORSE NEL GIRO DI QUALCHE SETTIMANA - E SAREBBE UNA DISFATTA NON SOLO PER L'UCRAINA, MA ANCHE PER LO SCHIERAMENTO OCCIDENTALE CHE FINORA LO HA SOSTENUTO - GLI STATI UNITI DARANNO A ZELENSKY QUEL CHE CHIEDE, CIOE’ JET, CARRI ARMATI, MORTAI, SISTEMI DI CONTRAEREA, DRONI? - BEN EQUIPAGGIATA, L'ARMATA DI KIEV, SECONDO IL PENTAGONO, POTREBBE SPEZZARE L'AVANZATA DELLE COLONNE RUSSE E A QUEL PUNTO LA DINAMICA DELLA GUERRA SI RIBALTEREBBE…

1 - LA TRAPPOLA DI MOSCA E IL «BIVIO» DELLE ARMI: QUANTO PUÒ DURARE IL CONFLITTO IN UCRAINA

Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”

 

putin zelensky biden

La guerra in Ucraina sta entrando in una nuova fase. Quanto potrà durare? L'intelligence di Stati Uniti e Gran Bretagna, nonché il comando Nato, concordano sullo scenario di massima: l'armata putiniana, dopo aver mollato la presa su Kiev, si prepara ad attaccare nel sud-est del Paese.

 

TENAGLIA SUL DONBASS

I generali di Putin stanno preparando una manovra a tenaglia. Le truppe russe risaliranno dal Donbass e, nello stesso tempo, si muoveranno da Kharkiv, a oriente, per convergere verso la città di Dnipro, che diventerà l'epicentro strategico dello scontro. Obiettivo: chiudere in una sacca e poi distruggere l'esercito ucraino ora attestato a difesa di Kharkiv e da otto anni schierato nelle trincee a qualche decina di chilometri da Donetsk.

LE ARMI CHE BIDEN FARA ARRIVARE ALL UCRAINA

 

Le previsioni del Pentagono sono allarmanti. I russi concentreranno una forza d'urto poderosa: almeno 600 tank e oltre 3 mila tra blindati e altri mezzi militari. Oltre, naturalmente, ad artiglieria pesante, missili e aerei. Volodymyr Zelensky ha i mezzi per resistere e non cadere in trappola? La risposta prevalente nell'amministrazione Biden, condivisa da molti analisti indipendenti, è «no».

 

I missili Javelin anti-carro o gli Stinger anti-aereo non sarebbero sufficienti per contrastare un'avanzata massiccia e in campo aperto. Ecco perché il presidente ucraino continua a insistere: datemi jet, carri armati, mortai, sistemi di contraerea, droni. I dubbi americani Lunedì 5 aprile, Joe Biden, commentando «i crimini di guerra a Bucha», ha annunciato ai giornalisti: «Manderemo altre armi all'Ucraina». Poche ore dopo il portavoce del Pentagono, John Kirby, intervistato dalla Cnn , ha aggiunto: «Dobbiamo raddoppiare gli sforzi per aiutare militarmente gli ucraini e dobbiamo essere molto flessibili».

maschere anti gas nell equipaggiamento dei russi

 

Biden si è detto disponibile a «intermediare» la consegna di tank di fabbricazione sovietica all'Ucraina. In sostanza si tratta di rimettere in campo le centinaia di vecchi carri armati ex Urss custoditi nei Paesi dell'Est. Solo la Polonia, si stima, ne ha qualche centinaio. Con questa mossa il presidente americano, di fatto, ha già superato il limite che si era posto all'inizio del conflitto: nessuna fornitura di armi «offensive» per evitare il rischio di un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti e della Nato. Ma non è sufficiente.

 

Il nuovo scenario impone scelte più nette.In queste ore, a Washington si incrociano le analisi militari e le considerazioni politiche. La strategia fin qui seguita dal presidente Usa si sta logorando, perché stretta tra due convinzioni sempre più stridenti.

 

LE ARMI CHE BIDEN FARA ARRIVARE ALL UCRAINA

Da una parte Biden non si fida di Putin e non crede in una soluzione diplomatica a breve del conflitto. Ma dall'altra, non ha mai perseguito l'obiettivo di una sconfitta militare di Putin, temendo che il leader russo, messo alle strette, potesse fare ricorso alle armi chimiche o, ipotesi considerata più improbabile, alle bombe nucleari a corto raggio.

 

LA DURATA DELLA GUERRA

Ora, però, questo sentiero è sempre più stretto. Dalle scelte degli americani possono dipendere la durata e l'esito della guerra. Senza armi più potenti, l'esercito di Zelensky potrebbe essere sopraffatto in tempi brevi, forse nel giro di qualche settimana.

 

Sarebbe una disfatta non solo per l'Ucraina, ma anche per lo schieramento occidentale che, sia pure con gradazioni diverse, finora lo ha sostenuto. Tutto lascia pensare, dunque, che alla fine Zelensky avrà più o meno i mezzi che chiede. Se ben equipaggiata, allora, l'armata di Kiev, notano ancora al Pentagono, potrebbe spezzare l'avanzata delle colonne russe, più o meno come è avvenuto nei giorni scorsi nella zona di Kiev. A quel punto la dinamica della guerra si ribalterebbe.

 

sistema di lancio TOS1a

Gli ucraini avrebbero le retrovie libere per ricevere i rifornimenti e le munizioni dai partner occidentali, facendo perno sullo snodo ferroviario di Dnipro e forse anche riattivando l'aeroporto. Inoltre potrebbero estendere la linea delle trincee, costruendo una specie di arco fortificato dal Donbass fino a Kharkiv. In quelle condizioni potrebbero essere in grado di inchiodare i russi per mesi. Naturalmente non sappiamo fino a quando Putin insisterebbe nell'offensiva.

 

Gli americani non escludono che il leader russo possa raddoppiare i bombardamenti indiscriminati contro le città, anche quelle fuori dal quadrante sud-orientale. E purtroppo non può essere escluso l'uso di ordigni chimici o batteriologici. I più ottimisti, invece, pensano che Putin, preso atto del secondo fallimento, potrebbe decidere, finalmente, di iniziare un negoziato serio per la pace.

LE ARMI CHE BIDEN FARA ARRIVARE ALL UCRAINA

 

2 - LA NATO DETERMINATA A DARE ALTRE ARMI ALL'UCRAINA L'OCCIDENTE ACCELERA SUI NUOVI MISSILI IPERSONICI

Da “il Giornale”

 

Gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l'Australia coopereranno nello sviluppo di armi ipersoniche, ampliando il patto di sicurezza per aiutare Washington e gli alleati a rispondere alla rapida ascesa militare della Cina. Lo riporta il Financial Times citando alcune fonti, secondo le quali Joe Biden potrebbe annunciare l'ampliamento del patto Aukus.

 

LE ARMI INVIATE IN UCRAINA DALL ITALIA

Intanto ha parlato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg alla vigilia del consiglio atlantico. Ha usato parole dure contro Putin, parlando chiaramente di crimini di guerra compiuti contro civili, «atrocità che in Europa non si vedevano da tempo». E ha subito assicurato «determinati a continuare a inviare aiuti all'Ucraina». La Nato ha ribadito che il Paese non verrà lasciato solo, ma anzi.

 

«Siamo determinati - ha ribadito - a dare altro sostegno all'Ucraina, incluso armi anticarro, sistemi di difesa e altri equipaggiamenti. Ma non solo: gli alleati guarderanno anche a come dare assistenza nella cyber sicurezza ed equipaggiamenti per aiutare gli ucraini a proteggersi da minacce chimiche e biologiche». Uno sguardo ampio, che comprende tutti i Paesi in pericolo.

 

sistema di lancio TOS1a 4

«Mi aspetto - ha aggiunto - che decideremo anche di fare di più per gli altri partner della Nato, che sono vulnerabili alle minacce e alle interferenze russe, comprese la Georgia e la Bosnia-Erzegovina». «Giovedì - ha quindi annunciato - saremo raggiunti dal ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. Al tavolo ci saranno Finlandia, Svezia, Georgia e Unione Europea. E saremo raggiunti dai partner Asia-Pacifico della Nato, Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Repubblica di Corea, perché questa crisi ha implicazioni globali, che riguardano tutti noi», ha aggiunto ricordando che «la Cina non è stata disposta a condannare l'aggressione russa e si è unita a Mosca nel mettere in discussione il diritto delle nazioni a scegliere la propria strada».

 

Bombardamenti a Mariupol 2

Durante la conferenza stampa si è toccato un altro tema fondamentale: la possibile adesione alla Nato della Finlandia e la Svezia. «Dovranno prendere la loro propria decisione nazionale se vogliono o no unirsi all'Alleanza, la Nato non fa inviti» ha risposto l'ambasciatrice degli Usa alla Nato, Julianne Smith, «Dal punto di vista degli Usa noi daremmo il benvenuto a questi due membri che già danno uno straordinario contributo all'Alleanza, con cui ha già una stretta relazione, stanno facendo importanti contribuiti per l'Ucraina», da anni partecipano già ad addestramenti ed esercitazioni Nato. Ovviamente non mancheranno gli aiuti finanziari e di «assistenza umanitaria».

 

Bombardamenti a Mariupol 3

E proprio pensando alla popolazione, rivolge il suo pensiero: «Le immagini dei civili uccisi a Bucha rappresentano una brutalità non vista in Europa in decenni». «Colpire i civili è un crimine di guerra: tutti i fatti devono essere stabiliti e i responsabili puniti. Gli alleati della Nato sostengono le indagini dell'Onu e della corte penale dell'Aja». Nel suo durissimo attacco, Stoltenberg ha anche lanciato l'allarme sul tema delle armi chimiche e nucleari: «Sappiamo che la Russia ha usato agenti chimici.

 

sistema di lancio TOS1a 2

Lo ha fatto contro l'opposizione, l'ha fatto a Salisbury. Abbiamo visto anche che ha sostenuto il regime di Assad in Siria dove le armi chimiche sono state usate. La Russia che ha accusato noi e gli ucraini di prepararci ad usare armi chimiche, cosa che è assolutamente errata. Lo stesso vale per le armi nucleari. Vediamo una retorica davvero pericolosa dalla Russia, minacciando l'uso di armi nucleari».

 

Ultimi Dagoreport

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…