renzi berlusconi rai-way

RENZI ALLA CONQUISTA DELLA RAI – PER LA PRESIDENZA ALLA MAGGIORANZA MANCANO 5 VOTI: CI VORRÀ UN ACCORDO O CON FORZA ITALIA O CON I GRILLINI – IL PREMIER SPACCONE VUOLE UNA DONNA, MA DA PALAZZO GRAZIOLI GLI HANNO GIÀ FATTO ARRIVARE I NOMI DI CATRICALÀ E DEL NOCE

Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

paolo romani (2)paolo romani (2)

Una donna al vertice della Rai. Per dare un segnale di novità e convincere anche i dubbiosi a sostenere il pacchetto di nomine di viale Mazzini. Matteo Renzi segue dal Giappone il rebus della tv pubblica. Decidesse di colorare di rosa la direzione generale, il nome sarebbe già pronto: Marinella Soldi, ad di Discovery Italia. È possibile però che preferisca affidare il timone manageriale dell’azienda ad Antonio Campo Dall’Orto, ricevuto a Palazzo Chigi solo quarantotto ore fa. A quel punto, il premier riserverebbe a una donna l’altra poltrona di prestigio, quella di Presidente di garanzia. Che, va ricordato, dovrà comunque strappare il gradimento di Silvio Berlusconi o dei grillini.

 

Giancarlo Mazzuca Giancarlo Mazzuca

L’ex Cavaliere ha delegato ai capigruppo il primo tempo della partita. Per questo Paolo Romani e Renato Brunetta, affiancati da Augusto Minzolini, si ritroveranno oggi stesso per stilare il dossier preliminare. Subito dopo saranno ricevuti da Berlusconi e Gianni Letta: spetta a loro il via libera definitivo al pacchetto azzurro. Tra i possibili consiglieri d’amministrazione in quota FI circolano i nomi di Enzo Iacopino - presidente dell’Ordine dei giornalisti - del direttore del Giorno Giancarlo Mazzuca e di Arturo Diaconale, alla guida dell’Opinione della libertà. Ma la partita più delicata, come detto, si gioca sulla Presidenza.

carla regina antonio catricalacarla regina antonio catricala

 

Equilibri politici così precari trasformano la definizione dell’organigramma di viale Mazzini in una sfida ad alto coefficiente di difficoltà. E costringono Renzi a fare i conti con un pallottoliere sfavorevole. «Il nome del Presidente, alla fine, dovrà essere gradito a FI - giura Maurizio Gasparri - Insomma, sarà un moderato». Informalmente, gli emissari berlusconiani hanno già recapitato a Palazzo Chigi un paio di proposte: si parla dell’ex sottosegretario a Palazzo Chigi Antonio Catricalà e dell’ex direttore di Rai 1 Fabrizio Del Noce.

 

Senza suscitare particolari entusiasmi, riferiscono. «Penso che la sfida sia quella di trovare un candidato di alto profilo», rilancia Michele Anzaldi. Lui e gli altri dem in Vigilanza si vedranno oggi per decidere i nomi del cda. Comunque vada, un patto complessivo con le opposizioni va siglato. E mentre pare che Paolo Mieli si sia sfilato dalla corsa per la Presidenza, il momento della verità si avvicina.

Fabrizio Del Noce Fabrizio Del Noce

 

Per nominare definitivamente il Presidente - indicato mercoledì dal Tesoro assieme al direttore generale - occorre il via libera dei due terzi della Vigilanza, in agenda per giovedì. Servono quindi 27 membri su 40, mentre l’area di maggioranza può contare al massimo su 22 consiglieri (ai quali in extremis potrebbero aggiungersi i due verdiniani). Comunque troppo pochi. Per questo sottotraccia le trattative con Forza Italia e grillini sono già avviate.

GiuliettiGiulietti

 

La composizione della commissione, tra l’altro, subirà nelle prossime ore un paio di modifiche: per rispettare la rappresentanza dei gruppi, un parlamentare azzurro e uno pentastellato dovranno fare posto a un fittiano e a un esponente di Gal.

 

milena gabanelli blumilena gabanelli blu

Sul cda si combatte una sfida nella sfida. Ai tre membri della minoranza dem in Vigilanza (Gotor, Martini e Fornaro) spetterà l’indicazione di uno dei consiglieri di amministrazione del Pd (circola il nome di Beppe Giulietti), mentre i renziani starebbero valutando le ipotesi Nino Rizzo Nervo, Mario Morcellini (dipartimento comunicazione della università La Sapienza) e Stefano Balassone, già in passato nel cda Rai. Quanto ai cinquestelle, si fanno i nomi di Milena Gabanelli - giornalista di Report - e Carlo Freccero. Nel bel mezzo della trattativa si fa sentire anche l’Usigrai: «Se per ogni riga sul totonomine Rai ne dedicassimo una alla missione di servizio pubblico - ironizza Vittorio Di Trapani - avremmo il dibattito più ampio d’Europa».

dmtia45 nino rizzo nervodmtia45 nino rizzo nervo


http://www.repubblica.it

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?