1. RENZI ROTTAMATO DALLA BCE DI DRAGHI, DAL COLLE DI RE GIORGIO, DALLA BANKITALIA DI IGNAZIO VISCO, PER CITARE SOLO QUELLI CON PASSAPORTO ITALIANO, CHE GLI VOLEVANO IMPORRE LA RICONFERMA DI SACCODANNI E ORA STANNO PREMENDO PERCHÉ IL BAMBOCCIO ACCETTI COMUNQUE UN ALTRO BRILLANTE TECNICO, DA SCEGLIERE TRA TABELLINI E PADOAN 2. GUIDO TABELLINI NON È UN SEMPLICE PROFESSORE DELLA BOCCONI, MA UN SIGNORE CHE SIEDE NEI CDA DI FIAT, CIR E FONDAZIONE MATTEI. NON MALE, PER UN GOVERNO DI ROTTAMAZIONE, METTERE IL DICASTERO PIÙ IMPORTANTE NELLE MANI DI UN “TECNICO” CHE SI MUOVE COSÌ AGEVOLMENTE TRA UN MARCHIONNE, UN DE BENEDETTI E UNO SCARONI. PIER CARLO PADOAN HA UN PROFILO PIÙ DA CIVIL SERVANT, MA IL SUO OCSE SI È APPENA SEGNALATO PER UN CLAMOROSO INFORTUNIO SULLE STIME MACROECONOMICHE

a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - PADRINI A CASA NOSTRA
Ok, Matteo Renzi arriva a Palazzo Chigi con la sola investitura delle primarie del Pd, ma è un politico e prima o poi si sottoporrà al giudizio di tutti gli elettori. Non si accomoderà su qualche poltrona in banche d'affari anglosassoni e non ha l'età per fare il senatore a vita. Vorrebbe tanto scegliersi un ministro dell'Economia politico, ma superiori entità non sono d'accordo. La Bce di Mario Draghi, Re Giorgio, il governatore Ignazio Visco, per citare solo quelli con passaporto italiano, gli volevano imporre la riconferma di Saccodanni e ora stanno premendo perché il Rottam'attore accetti comunque un altro brillante tecnico, da scegliere tra Guido Tabellini e Pier Carlo Padoan.

Tabellini non è un semplice professore della Bocconi, ma un signore che siede nei consigli di amministrazione di Fiat, Cir e Fondazione Mattei. Non male, per un governo di rottamazione, mettere il dicastero più importante nelle mani di un personaggio che si muove così agevolmente tra un Marchionne, un De Benedetti e uno Scaroni. Padoan ha un profilo più da civil servant, ma il suo Ocse si è appena segnalato per un clamoroso infortunio sulle stime macroeconomiche e quindi magari anche no.

Davvero Renzie non può resistere alle pressioni di Francoforte e Bruxelles - ma anche ai consigli interessati di una certa Milano - e davvero ha bisogno di quello che la Repubblica del Sor-genio oggi definisce ipocritamente "scudo protettivo" nei confronti delle istituzioni europee?

In realtà, la Corte dei Conti gli sta fornendo un assist perfetto per respingere i famosi tecnici che si sa fin troppo bene a chi rispondono. Il tecnico Saccodanni avrebbe calcolato male 13,7 miliardi di entrate nella legge di stabilità (Sole, p. 1) e rischia di essere questa l'eredità impazzita dell'ossequioso governo di Aspenio Letta.

Il balletto dei poteri forti intorno a Renzie fa venire in mente uno al quale vengono offerte mantelle, ombrelli e sciarpone di (finta) seta e poi, alla fine, si scopre che gli hanno fregato il portafogli.

2 - LO FANNO SOLO PER IL SUO BENE
Il premier incaricato con riserva sarà felice oggi di leggere i giornaloni. Il Corriere delle bad bank titola a tutta prima: "Renzi all'esame del Qurinale". E dentro riporta i compiti assegnati: "Economia, torna l'idea di un tecnico. Si rafforza il nome di Padoan. Per Delrio il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio" (p. 8).

Anche Repubblica sottolinea "i paletti del Colle per l'Economia" e poi riporta fedelmente "I suggerimenti di Visco a Matteo. ‘In economia serve continuità'. Il nodo del deficit al 3%. E' stato il presidente incaricato a salire a via Nazionale. Anche Monti vide il governatore. Le priorità fisco e lavoro condivise da Palazzo Koch, ma occorre tagliare la spesa pubblica". Eccoli lì: i due principali giornali gli hanno già sfilato il giubbotto di pelle alla Fonzie e gli hanno consegnato il cappottino per conto di Lor signori.

Il resto è solo totoministri in ordine sparso: "Spunta una lista per l'Economia. Venuta meno l'opzione Visco, in pole Padoan e Tabellini. Subito dietro Delrio. Da rimescolare le deleghe ai ministri del Ncd. E anche Bonino potrebbe rischiare" (p. 3). "Renzi frena su Alfano ministro. Due ore di colloquio: ‘Il mio non sarà un governo-fotocopia del precedente, al Ncd anche 4 dicasteri però voglio volti nuovi" (Messaggero, p. 1). Il Giornale dà per certi Tabellini all'Economia, Franceschini all'Interno e Alfano agli Esteri (p. 3). Sarà contento il Kazakistan.

Bel pezzo di Franco Bechis su Libero: "Chi c'è dietro Renzi. Non solo l'ingegnere e la sua Repubblica. Da Marchionne a Carrai, da Serra a Della Valle, da Vitale a Micheli fino all'americano Phillips: ecco tutti quelli che mettono becco nella formazione del governo".

3 - A COSA SERVONO I GIORNALI
La notizia del probabile buco nei conti pubblici scovato dalla Corte dei conti viene messa giustamente in prima pagina dal Sole 24 Ore. Il Corriere dei tecnici (della ciambella) invece la nasconde in un colonnino a pagina 11. Si supera il Messaggero, che la impiomba in 40 righe in fondo a pagina 7.

Quotidiani sempre pronti a registrare ogni sospiro sull'Italia in arrivo dal Nord Europa fanno invece a gara a ignorare una lunga intervista di Weidmann, della Bundesbank, uscita ieri sulla Faz. Il banchiere centrale, come racconta Repubblica (p. 12) alludendo al nostro Paese ha detto che ci serve una patrimoniale.

4 - NON SONO STATO, IO
Veramente fantastica l'ultima pensata der Gelatina: "E Saccomanni decide di disertare il G20. Frenato dal rischio di un avvicendamento durante il summit" (Repubblica, p. 4). Bene, fanno tutti finta di niente, ma è semplicemente allucinante che un ministro della Repubblica italiana lasci la sedia vuota al G20 perché deve rimanere a Roma a brigare per la sua poltrona. Oltre a tutto, faceva ampiamente in tempo a tornare ancora da ministro, se il giuramento è lunedì. Nessun Paese ha mai fatto nulla di simile.

5 - LA BAVA SEPARATA DALLE NOTIZIE
"Delrio, l'alter ego (pacato e riservato) del segretario. Il ministro ha 9 figli e ama il calcio. I due in privato si chiamano tra loro Mosè e Ietro, suo suocero e consigliere politico. E' il Gianni Letta del premier incaricato. Giovane anarchico, poi la fede cattolica e come Renzi ha il mito di La Pira" (Corriere, p. 6). Non potendo più parlare bene del futuro premier i giornaloni iniziano l'agiografia sistematica di tutto il suo staff. E che fantasia, i paragoni con Lettazio.

6 - MA FACCE RIDE!
Isabella Rauti (in Aledanno): "Io alle Pari opportunità? E' nel mio dna" (Corriere, p. 9). In effetti viene da una storia familiare (d'origine e matrimoniale) nota per la spiccata tendenza all'inclusione.

7 - AVANZI DI SPETTACOLO
Il giorno dopo la penosa diretta streaming di Montecitorio, commenti in stile bar sport.
Per Repubblica, "Il Movimento si spacca su Beppe. ‘Si è comportato come un bambino'. Proteste sul web e tra i parlamentari crescono i critici. Quattro senatori fanno una nota per criticare il leader: ‘Occasione persa'" (p. 7).

Sulla Stampa, scende in campo il regista Virzì e attacca Grillomao: "Show angosciante, figlio della vanità da attore. Monologo con la bava alla bocca da Brancaleone del web" (p. 5). Retroscena del Messaggero dal Nazzareno: "Se fossi solo segretario Pd gli sarei saltato sul tavolo" (p. 5). Somiglia un po' a quelli che le hanno prese e poi dicono agli amici cose del tipo: "se non fossi stato con mia figlia l'avrei gonfiato".

8 - E DUDY PREFERISCE PAGARE
"Pier Silvio Berlusconi evita i sigilli. Rti versa 8 milioni alla Procura. Processo Mediatrade: è la somma secondo i pm frodata al fisco. Mediaset: ‘I prezzi non erano gonfiati. A Roma imputati già assolti perché il fatto non sussiste" (Corriere, p. 21). Come spiegano Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella, si tratta di una somma che in caso di assoluzione tornerebbe indietro, ma quasi esclusivamente per essere poi girata all'Agenzia delle Entrate, "con la quale è in corso un tentativo di conciliazione del contenzioso tributario".

9 - IL RITORNO DI BISI
Gli appalti di Palazzo Chigi e una girandola di assunzioni di "figli di" costano una nuova grana a Luigi Bisignani, l'uomo che sussurrava ai potenti. "Appalti a Palazzo Chigi, Bisignani ai domiciliari. Tangenti e assunzioni in cambio della gara per i servizi informatici. Coinvolto l'ex capo del dipartimento Antonio Ragusa: fece vincere ad amici il contratto da 4 milioni" (Stampa, p. 8). Si tratta della Italgo di Anselmo Galbusera, imprenditore piuttosto trasversale.

10 - LA GIUSTIZIA UGUALE PER TUTTI
Vado Ligure è una tragedia, con 400 morti sospette, e non bisognerebbe specularci sopra. Ma qualche domanda è legittima, anche sul funzionamento della giustizia italiana. Libero prova a fare un paragone con i Riva: "Coi De Benedetti le fabbriche puzzano molto meno. Niente commissariamento. Accuse tremende nell'inchiesta per disastro ambientale su Tirreno Power, ma nessuno s'indigna. Per l'Ilva invece..." (p. 13).

11 - IL LEONE SCUOTE LA CRINIERA (MA NON MORDE VERAMENTE)
Come ampiamente Dagoanticipato, è scattata ieri l'azione legale contro gli ex vertici delle Generali. "Il cda impugna le buonuscite di Perissinotto e Agrusti. La replica: ‘Sorpresi e amareggiati'. Lorenzo Pellicioli è stato l'unico in consiglio a dare voto contrario al provvedimento" (Repubblica, p. 24). Giusto, fare chiarezza sulle operazioni con parti correlate. Ma scommettiamo che si parte con i "veneti" e ci si ferma ai veneti? Sull'investimento sbagliato in Telecom, per fare un piacere a Mediobanca, nulla da dire?

 

 

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