1. SONO SPARITI I QUIRINALISTI O È SPARITO IL QUIRINALE? IL ROTTAM’ATTORE MENA DA NOVE GIORNI CONSECUTIVI LETTANIPOTE E I SUOI MINISTRELLI E DAL COLLE PIÙ ALTO NON GIUNGE NEPPURE UN MONITO. O UN SUSSULTO. SILENZIO ASSORDANTE. TANTO CHE IERI, A DIFENDERE INDIRETTAMENTE IL GOVERNINO DI MEZZE INTESE, CI HA DOVUTO PENSARE DRAGO DRAGHI, AVVERTENDO CHE LA CRISI NON È ANCORA FINITA. INSOMMA, NIENTE GIOCHETTI PERICOLOSI ALTRIMENTI IL FAMOSO CALO DELLO SPREAD CE LO SCORDIAMO 2. PROMETTENTE SORTITA DI ETTORE GOTTI TEDESCHI AL MESSAGGERO: “IL PAPA DEVE CONOSCERE LA MIA VERITÀ SULLO IOR’. CONOSCENDO IL TIPO, PRIMA GLI TELEFONA E MEGLIO È

a cura di COLIN WARD (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - 2014, L'ANNO DI RE GIORGIO IL SILENTE?
Sono spariti i quirinalisti o è sparito il Quirinale? Il Rottam'attore mena da nove giorni consecutivi Lettanipote e i suoi ministrelli e dal Colle più alto non giunge neppure un sussulto. Tanto che ieri, a difendere indirettamente il governino di Mezze intese, ci ha dovuto pensare Drago Draghi, avvertendo che la crisi non è ancora finita. Insomma, niente giochetti pericolosi altrimenti il famoso calo dello spread ce lo scordiamo.

Intanto Renzie continua implacabile a giocare a tutto campo e, per usare una banale metafora calcistica, lascia che i suoi gregari pratichino il fallo tattico e sistematico ai danni dei vari Saccomanni. Adesso, il nuovo girarrosto, per Letta, rischia di essere il famoso incontro con il nuovo segretario del pd che, tra parentesi, sarebbe anche il suo partito.

Potrebbe andare in scena oggi, ma Renzie lo sta tenendo sulla corda e pare che potrebbe slittare addirittura di una settimana, ovvero dopo la prossima direzione del partito. Ormai è una chiara guerra di nervi e l'unica tattica di Lettanipote sembra essere quella di aspettare un qualche scivolone del rivale. Uno scivolone che costringa anche Zero Moniti, da lassù, a intervenire con il fischietto.

Nella sua semplicità, il titolo di prima pagina più efficace è quello del Messaggero: "Alta tensione nel governo". Mentre il Corriere della Stabilità (bancaria) si conferma super-governativo: "Basta con il tiro al bersaglio'. Saccomanni reagisce agli attacchi. Letta: cambio di passo. Tassa sulla casa, no di Scelta Civica. Accelerazione sulla legge elettorale: in Aula il 27". Per il giornale di "Via Rizzoli", come direbbero alla Stampa, "Slitta l'incontro sul contratto di governo. Il faccia a faccia con Renzi dopo il 16 gennaio" (p. 2).

Repubblica registra le insofferenze di Lettanipote: "Adesso Letta avverte il segretario. ‘Intesa in maggioranza o salta tutto'. Il faccia a faccia tra i due leader possibile anche oggi" (p. 7). Il Giornale assiste divertito: "Fuga dal governo. Tutti contro tutti. Il Pd prova a far fuori Saccomanni. Monti prova a sabotare Letta. E Renzi se la gode" (p. 1)
Sempre ottimista, invece, la Stampa di Torino: "Renzi-Letta, prove di disgelo" (p. 1), anche se ammette che "Renzi tiene Letta sulla corda" (p. 2). Eh sì, ma giusto un po'.

Per restare in casa piddina ( o giù di lì), Repubblica prevede l'arrivo delle truppe vendo-liane: "Svolta di Vendola, il futuro di Sel è la federazione con i democratici. E già si pensa a un correntone di sinistra con Fassina. Nel congresso di fine mese il leader rilancerà la fusione da costruire con il dialogo con Renzi" (p. 9).

2 - LA FIAT E L'UTILITA' DEI GIORNALI (DEGLI ALTRI)
Supremo atto di eleganza di Sergio Marpionne, che pur disponendo di Stampa e Corriere, oggi sceglie Repubblica per parlare alla nazione. E soprattutto al governino di Lettanipote, che non osava chiedergli alcunché sul futuro degli impianti italiani. In estrema sintesi, ecco che racconta l'ingegnoso ingegnere di Zug: "La Fiat con Chrysler ha realizzato un sogno. Faremo auto di alta qualità e gli operai torneranno tutti. La società avrà un nome nuovo. Ci quoteremo dove c'è un accesso più facile ai capitali. La sede verrà decisa anche in base alla scelta di Borsa, ma avrà un valore solo simbolico. A Mirafiori-Grugliasco si faranno le Maserati. A Melfi le 500 X e le piccole Jeep. A Cassino il rilancio dell'Alfa" (pp. 2-3).

Insomma, impegni abbastanza precisi e un certo ottimismo che non può che far piacere. Atteso a ore il plauso di Fassino e compagnia salmodiante. Segnaliamo solo una risposta bizzarra alla domanda sul perché gli Agnelli-Elkann non varano nessun aumento di capitale per finanziare un'operazione che rischia di partire sotto il segno di grandi debiti. Per Marpionne, niente aumento perché "sarebbe una distruzione di valore". Chissà come sono sollevati i piccoli azionisti a leggere una spiegazione del genere.

3 - NANO UNCHAINED
Come previsto, falchi agitatissimi in Farsa Italia per l'operazione Toti. Repubblica racconta: "Big in rivolta, Berlusconi va avanti. ‘Senza Toti finiamo fuori mercato'. Il direttore del Tg4 sarà coordinatore. Verdini: ci può spaccare" (p. 15). Coraggiosa intervista della Biancofiore che dice: "E' Silvio che decide, gli altri si adeguino" (p. 15).

Per il Corriere, "Falchi in rivolta, slitta la nomina di Toti. Battaglia per il ruolo di coordinatore. Berlusconi: basta veti, devo rinnovare. La scelta del direttore del Tg4 è vista con favore dagli alfaniani" (p. 10). Centra il punto fondamentale la Stampa: "Feeling tra Toti e Alfano. Il Cavaliere riapre un canale con il Ncd. Ma i notabili proprio per questo non vogliono il neo-coordinatore" (p. 9). Il Giornale di famiglia si dedica alle alte strategie: "Berlusconi scrive ai club: ‘Caccia ai voti dei grillini'. L'ex premier vuole convincere i delusi. Vertice con Toti e Verdini sulla nomina del nuovo numero due: prima va definito l'Ufficio di presidenza di Forza Italia" (p. 9).

4 - UN, DUE, TRE, GRILLINO!
La fantasia è sempre al potere dalle parti di Grillomao. Il Corriere ficca il naso nel movimento Cinque Stelle ed ecco che si prepara in vista delle elezioni di maggio: "Europee, il piano di Grillo per selezionare i fedelissimi. La scelta dei candidati via web, ma a doppio turno. Il Movimento studia un sistema per filtrare dissidenti e meteore" (p. 11). Ci sarebbe una prima scrematura a livello regionale, e una seconda a livello di circoscrizione (alle Europee sono più grandi). Dopo il Porcellum l'"e-bordellum"?

Dispiaceri anche dalla Repubblica dei renziani che accusa: "Sicilia, ora il M%S ha due portaborse per seggio. Record assunzioni: da 12 a 28. La difesa: tutti esperti che ci aiutano a fare le leggi. In campagna elettorale i grillini avevano promesso: rinunceremo agli assistenti personali" (p. 14).

5 - SILENZIO, PARLA GOTTI TREDESCHI
Promettente sortita di Ettore Gotti Tedeschi al Messaggero: "Il Papa deve conoscere la mia verità sullo Ior'. L'ex responsabile dello Ior rompe il silenzio: ‘La mia destituzione fu un sopruso, sono state dette molte falsità'. ‘Bergoglio sta portando avanti la questione della trasparenza nelle finanze e sono sicuro che vorrà comprendere meglio come andarono quegli eventi" (p. 17). Conoscendo il tipo, prima gli telefona e meglio è.

6 - BARBE FINTE E FINTI COMMERCIALISTI (MA PER CASO SPIAVANO IL BANANA?)

Nuova puntata della storia di Paolo Oliverio, l'ex fiscalista dei Camilliani sul quale è dovuto intervenire perfino l'Ordine nazionale dei commercialisti per smentire che sia iscritto all'albo. Adesso viene fuori che "lavorava per i servizi segreti e ha controllato la Began per conto degli 007" (Corriere, p. 23). Pare abbia lavorato due anni per l'Aisi (gestione Piccirillo) e che non sia stato retribuito, ma giustamente Fiiorenza Sarzanini chiede: "Chi decise di mettere sotto controllo la ‘preferita' del presidente del Consiglio?".

7 - Il SENSO DI PRADA PER LE TASSE (QUANDO LO STATO INDOSSA I GUANTI BIANCHI)
"Infedele dichiarazione dei redditi', indagati Prada e il marito Bertelli", spara Repubblica di oggi. Poi riferisce con mille cautele: "'Sede fiscale in Olanda'. La replica: non più, tutto in regola. ‘Elusione di 470 milioni di euro'. I legali del gruppo: la posizione è stata sanata" (p. 20). Sul Corriere, Luigi Ferrarella fa notare con garbo che i Prada "scommettono sul futuro, e cioè sull'approvazione a breve di una legge (di cui il premier Letta ha affidato lo studio proprio al procuratore aggiunto milanese Francesco Greco) che escluderebbe la punibilità penale per il contribuente che volontariamente riporti in Italia i capitali, ne ricostruisca la genesi, indichi i professionisti gestori, e paghi tutte le imposte evase con sanzioni inferiori alle attuali" (p. 24). Un incrocio armonioso sul quale non servono commenti.

8 - MA FACCE RIDE!
"Poste, parte la privatizzazione alla tedesca. Lo Stato cederà fino al 40%. L'ipotesi di dipendenti nel consiglio. Il nodo del rapporto con Cdp" (Correre, p. 29). Come si possa spacciare per "privatizzazione" un pasticcio del genere è mistero tutto italiano. Ma se è "alla tedesca" sarà buono per forza. Aspettiamo solo di sapere che "ce lo chiede l'Europa".
colinward@autistici.org

 

 

QUIRINALE CERIMONIA PER LO SCAMBIO DI AUGURI CON LE ALTE CARICHE DELLO STATO NAPOLITANO LETTA BOLDRINI GRASSO NAPOLITANO RICEVE PAPA FRANCESCO IN QUIRINALE FOTO LAPRESSE NAPOLITANO RICEVE PAPA FRANCESCO IN QUIRINALE FOTO LAPRESSE MATTEO RENZI E LA BOMBA A ENRICO LETTA ario Draghi e Christine Lagardee cf fc e df c a d EFFETTO DOMINO SULLO SPREAD jpegSACCOMANNI E LETTA RIVA E VENDOLA resize Ezio Mauro Giovanni Toti

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…