IL RUGGITO DI LEONE XIV CONTRO LA CURIA (UN BEL COVO DI VIPERE): "CESSINO LE SMANIE DI PRIMEGGIARE E I SOTTERFUGI" - IL DISCORSO DURISSIMO DEL PONTEFICE: "L'AMAREZZA A VOLTE SI FA STRADA ANCHE TRA DI NOI QUANDO, MAGARI DOPO TANTI ANNI SPESI AL SERVIZIO DELLA CURIA, NOTIAMO CON DELUSIONE CHE ALCUNE DINAMICHE LEGATE ALL'ESERCIZIO DEL POTERE, ALLA SMANIA DEL PRIMEGGIARE, ALLA CURA DEI PROPRI INTERESSI, NON STENTANO A CAMBIARE. E CI SI CHIEDE: È POSSIBILE ESSERE AMICI NELLA CURIA ROMANA?" - "NON SIAMO PICCOLI GIARDINIERI INTENTI A CURARE IL PROPRIO ORTO, MA SIAMO DISCEPOLI E TESTIMONI DEL REGNO DI DIO, CHIAMATI AD ESSERE IN CRISTO LIEVITO DI FRATERNITÀ UNIVERSALE"
(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 22 DIC - "L'amarezza a volte si fa strada anche tra di noi quando, magari dopo tanti anni spesi al servizio della Curia, notiamo con delusione che alcune dinamiche legate all'esercizio del potere, alla smania del primeggiare, alla cura dei propri interessi, non stentano a cambiare. E ci si chiede: è possibile essere amici nella Curia Romana?". Lo dice il Papa.
"Nella fatica quotidiana, è bello quando troviamo amici di cui poterci fidare, quando cadono maschere e sotterfugi, quando le persone non vengono usate e scavalcate, quando si riconosce a ciascuno il proprio valore e competenza, evitando di generare insoddisfazioni e rancori".
Leone ha indicato come "compiti quanto mai urgenti ad intra e ad extra", "missione e comunione". "Ad intra - ha spiegato -, perché la comunione nella Chiesa rimane sempre una sfida che ci chiama alla conversione", "noi siamo la Chiesa di Cristo, siamo le sue membra, il suo corpo. Siamo fratelli e sorelle in Lui" e "pur essendo molti e differenti, siamo una cosa sola", ha aggiunto citando il suo motto, "In Illo uno unum".
"Siamo chiamati anche e soprattutto qui nella Curia - ha sferzato Leone -, ad essere costruttori della comunione che chiede di prendere forma in una Chiesa sinodale, dove tutti collaborano e cooperano alla medesima missione, ciascuno secondo il proprio carisma e il ruolo ricevuto".
papa leone xiv saluta i malati piazza di spagna, roma, 8 dicembre 2025
"Ma questo - ha avvertito - si costruisce, più che con le parole e i documenti, mediante gesti e atteggiamenti concreti che devono manifestarsi nel nostro quotidiano, anche nell'ambito lavorativo. C'è una conversione personale che dobbiamo desiderare e perseguire, perché nelle nostre relazioni possa trasparire l'amore di Cristo che ci rende fratelli. Questo diventa un segno anche ad extra - ha sottolineato Prevost -, in un mondo ferito da discordie, violenze e conflitti, in cui assistiamo anche a una crescita di aggressività e di rabbia, non di rado strumentalizzate dal mondo digitale come dalla politica".
"Il Natale - ha detto quindi - reca con sé il dono della pace e ci invita a diventarne segno profetico in un contesto umano e culturale troppo frammentato. Il lavoro della Curia e quello della Chiesa in generale va pensato anche in questo orizzonte ampio: non siamo piccoli giardinieri intenti a curare il proprio orto, ma siamo discepoli e testimoni del Regno di Dio, chiamati ad essere in Cristo lievito di fraternità universale, tra popoli diversi, religioni diverse, tra le donne e gli uomini di ogni lingua e cultura. E questo avviene se noi per primi viviamo come fratelli".
papa leone xiv alla moschea blu di istanbul 6
papa Leone XIV in libano


