maurizio landini giorgia meloni cgil

SALUTAME A ELLY E CONTE: ORA È LANDINI IL NEMICO NUMERO UNO DI GIORGIA MELONI – LA PREMIER, DURANTE L’ULTIMO CONSIGLIO DEI MINISTRI, HA CHIESTO AI MINISTRI DI SAPERE “I COSTI ESATTI” DELLO SCIOPERO GENERALE DI IERI: “POI SARÒ IO A PARLARNE AGLI ITALIANI” – LA DUCETTA È CONVINTA CHE IL SEGRETARIO DELLA CGIL STIA CAVALCANDO LA QUESTIONE GAZA PER SCENDERE IN CAMPO COME FEDERATORE DEL CENTROSINISTRA (MA I MODERATI DEL PD E RENZI NON ACCETTEREBBERO MAI), E VUOLE NEUTRALIZZARLO SPACCANDO IL FRONTE SINDACALE: PER QUESTO FRENA SULLE SANZIONI E CAUZIONI PROPOSTE DA SALVINI, E PREPARA L’ATTACCO A TEMPO DEBITO…

1. MELONI: DITEMI QUANTO SONO COSTATI I CORTEI MA È CAUTA SULLA STRETTA VOLUTA DALLA LEGA

Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”

 

landini meloni

Vuole vederci chiaro «sui costi». Ma si tiene alla larga, per ora, dalla stretta che minaccia il Carroccio su scioperi e cortei. Giorgia Meloni fino a sera resta in silenzio, sulla mobilitazione cigiellina per Gaza e Flotilla.

 

Ai suoi parla di «operazione politica». Spartito che la grancassa di FdI suona per tutto il giorno. La premier, per 24 ore, pubblicamente evita d'infilarsi nella bega di giornata. Un paio di ministri però raccontano che nell'ultimo Cdm, quello dell'altro ieri, Meloni abbia preso la parola, subito dopo l'informativa di Matteo Salvini sugli scioperi. E in quel contesto la premier ha fatto una richiesta che non è sfuggita alle orecchie più attente: «Fatemi sapere quali sono i costi esatti. Poi sarò io a parlarne agli italiani».

 

maurizio landini sciopero generale per gaza a roma foto lapresse

Una postilla che fa immaginare […] un ulteriore inasprimento dei toni. Una campagna sempre più martellante attorno alla Cgil di Maurizio Landini. Per ora composta solo di attacchi, dichiarazioni a tamburo battente, dossier confezionati dall'ufficio studi di via della Scrofa, propaggine della comunicazione diretta dal sottosegretario Giovanbattista Fazzolari.

 

La Lega invece chiede, a viso aperto, una sterzata molto più concreta. A suon di leggi o decreti. Il Carroccio, già dopo le mobilitazioni di fine settembre, a cui erano seguiti incidenti alla stazione centrale di Milano, aveva ipotizzato di fissare alcune «cauzioni» da far pagare agli organizzatori delle manifestazioni. Una sorta di caparra, con cui rimborsare gli eventuali danni.

 

Giorgia Meloni - congresso Cisl

Anche se a causarli spesso non è chi convoca un'adunata, ma gruppuscoli autonomi. Ora il secondo passo: aumentare le sanzioni per chi sciopera, nel caso in cui l'autorità garante riscontri alcuni vizi nella convocazione della mobilitazione. Com'è avvenuto ieri.

 

Salvini ha ricordato a quanto ammontano le multe con le normative attuali, che risalgono al ‘90: «Oggi possono essere fra 2.500 e i 50mila euro». Anche se una bozza definitiva ancora non c'è, nemmeno al Mit, fonti di primissimo piano della Lega spiegano che il tetto minimo dovrebbe essere portato a 10mila euro, mentre quello massimo salirebbe fino a un milione.

 

MATTEO salvini - GIORGIA meloni

L'entourage del ministro dei Trasporti sta ragionando su come procedere: l'auspicio è una mossa del governo. Cioè un decreto. L'alternativa è un disegno di legge di iniziativa parlamentare.

 

[…] FI ha bocciato già, pubblicamente, l'ipotesi di cauzioni. Quanto alle sanzioni è più possibilista: «Se la Cgil trasforma gli scioperi, che sono sacrosanti, in una baracconata, qualcosa si dovrà pur fare», sostiene il portavoce nazionale degli azzurri, Raffaele Nevi.

 

E Meloni? La premier, raccontano i suoi, sarebbe stata piuttosto pessimista sulla possibilità di introdurre cauzioni per le manifestazioni. Anche solo per gli intoppi giuridici. Mentre ancora deve valutare la stretta sulle sanzioni. Prima, appunto, vuole sapere «i costi». E in FdI non si sbilanciano.

 

2. MELONI: SOLO UN’OPERAZIONE POLITICA E IL GOVERNO ORA STUDIA MAXI -MULTE

pierpaolo bombardieri giorgia meloni maurizio landini a palazzo chigi

Estratto dell'articolo di Francesco Malfetano per “La Stampa”

 

Spaccare il fronte sindacale. È l'ossessione che attraversa da ore i palazzi della maggioranza. Non si tratta solo di gestire l'ennesima piazza difficile, ma di indebolire l'avversario considerato in questa fase più temibile: Maurizio Landini.

 

A Palazzo Chigi lo guardano ormai come a un leader del centrosinistra più che a un capo sindacale, accusandolo di aver messo in piedi una «campagna politica» mirata a logorare l'esecutivo.

 

MAURIZIO LANDINI E LO SCIOPERO GENERALE PER LA FLOTILLA - VIGNETTA BY GIANNELLI

E la risposta che Giorgia Meloni e i suoi stanno preparando è di quelle muscolari: sanzioni più pesanti in caso di scioperi dichiarati illegittimi dalla Commissione di garanzia e una narrazione tutta incentrata sullo smascherare il segretario Cgil davanti all'opinione pubblica. Frenata, almeno per ora, l'ipotesi messa sul tavolo da Matteo Salvini di cauzioni per chi organizza manifestazioni violente.

 

Il ragionamento parte da lontano. Landini – dicono nei corridoi di governo – ha fallito la mobilitazione economica, non ha sfondato sul referendum, e ora sfrutta il clima internazionale per cavalcare la tensione.

 

Per alcuni ministri sarebbe il preludio a una sua discesa in campo come federatore del cosiddetto "campo largo". Non a caso, nelle chat dei membri dell'esecutivo tornano a circolare le parole del novembre scorso, quando il sindacalista invitò alla «rivolta sociale». «Vuole terremotare l'esecutivo», si ripetono tra loro.

PRECETTO LA QUALUNQUE - MEME BY EMILIANO CARLI

 

A dimostrarlo ci sarebbero proprio le piazze di ieri, riempite nonostante la Commissione di garanzia abbia chiarito che Cgil e Usb non hanno rispettato il preavviso di dieci giorni previsto dalla legge del 1990. Accusa da cui Landini si difende richiamandosi all'articolo 7, quello che permette eccezioni in caso di protesta per «gravi eventi lesivi della sicurezza dei lavoratori» o in difesa dell'ordine costituzionale.

 

E sostiene che quelle condizioni ci fossero: l'Italia, dice, viola i propri limiti costituzionali sulla pace collaborando con Paesi che non rispettano i diritti umani, e gli italiani a bordo della Global Sumud Flotilla erano lavoratori a rischio.

 

landini sciopero piazza del popolo

[…] Lo sa anche Meloni. Per questo, raccontano fonti interne, la premier avrebbe frenato […]. […] Non a caso, tra i più cauti nell'esecutivo c'è chi immagina un percorso diverso: aprire un tavolo con tutte le sigle sindacali e ragionare sull'aggiornamento delle leggi. L'obiettivo più che normativo è però politico, e sta nella volontà di evidenziare le differenze tra la Cgil di Landini e l'Usb, con Cisl e Uil.

 

Perché a Palazzo Chigi sono convinti che la mobilitazione di ieri sia stata più una scelta personale del segretario generale che una battaglia unitaria.

 

Un'operazione che, paradossalmente, avrebbe secondo il governo limitato il diritto allo sciopero degli altri sindacati. Ecco allora la strategia: usare la rigidità del leader Cgil per provare a dividerlo dagli altri, offrendo magari qualche concessione in legge di bilancio per convincere la Cisl e, soprattutto, la Uil a sfilarsi.

STRISCIONE CONTRO MELONI, TAJANI E SALVINI IN UN CORTEO PRO PAL - SCIOPERO GENERALE PER GAZA

 

La premier, a Palazzo Chigi, venerdì, ha sintetizzato la linea in questo modo: lo sciopero può diventare un'occasione. «Voglio sapere quanto costa la mobilitazione», ha chiesto ai suoi.

 

«Poi lo spiegherò agli italiani». È il cuore della controffensiva: mostrare ai cittadini non solo l'eventuale violenza delle piazze, ma anche il prezzo economico che lo Stato e le famiglie pagano per la protesta in termini di interruzione di servizi pubblici e relativi disagi.

Meloni, insomma, fiuta l'opportunità: se riuscirà a dipingere Landini come un politico travestito da sindacalista, è convinta che la partita potrebbe persino trasformarsi in consenso per la maggioranza.

giorgia meloni maurizio landini landini meloniMAURIZIO LANDINI E GIORGIA MELONI CON MARIO SECHI E PATRIZIA SCURTI ALLE SPALLE

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