RAGLIO E BAVAGLIO – BERLUSCONI DISPONE: “SE LORO ALZANO IL TIRO SULLA CORRUZIONE, TU BUTTA SUL TAVOLO LE INTERCETTAZIONI”. E ALFANO DISPONE: “È CHIARO CHE NON POSSIAMO ASPETTARE IL PROSSIMO SCANDALO PER INTERVENIRE”. PIÙ CHE UNA MINACCIA, UNA CHIAMATA IN CORREITÀ PER CASINI E BERSANI. PERCHÉ UNA LEGGE CHE TENGA A BADA LE PENNE DEI CRONISTI IN UN DELICATO MOMENTO PRE ELETTORALE (INCARICA PAOLA SEVERINO PER LA NUOVA LEGGE) – ECCO IL SALVACONDOTTO PER IL BANANA: CAMBIA LA CONCUSSIONE E LA FARA’ FRANCA LA PROCESSO RUBY…

Sara Nicoli per Il Fatto

Berlusconi l'aveva detto chiaramente ad Alfano: "Se loro alzano il tiro sulla corruzione, tu butta sul tavolo le intercettazioni". Così, l'altra sera alla cena-vertice a Palazzo Chigi, non appena Monti ha introdotto lo spinoso tema dell'armonizzazione del ddl anticorruzione - ora in commissione Giustizia e Affari costituzionali della Camera - con la Convenzione di Strasburgo (approvata al Senato), il segretario azzurro ha subito riproposto "l'irrisolta questione del ddl intercettazioni".

"È chiaro - avrebbe sottolineato l'ex Guardasigilli, firmatario del disegno di legge pidiellino in materia - che non possiamo aspettare il prossimo scandalo per intervenire". Più che una minaccia, la frase è suonata come una chiamata in correità. E le orecchie di Casini e Bersani, per non dire quelle di Monti, si sono fatte attente. Perché una legge che tenga a bada le penne dei cronisti in un delicato momento pre elettorale "ci vuole - ecco il commento sempre di Alfano - e ci vuole per tutti...". Il bavaglio alla stampa, dunque, come un toccasana per gli accordi tra politici di ogni colore.

E COSÌ, paradossalmente, quella che il giorno prima era stata sbandierata quasi come un avvertimento da Schifani ("è l'ora di rispolverare il ddl intercettazioni"), è diventata il punto da cui si è partiti per trovare un'intesa anche su tutte le altre "note dolenti" del capitolo giustizia. Intanto: il ddl Alfano verrà accantonato per far posto a un nuovo articolato (che nelle intese dovrebbe avvicinarsi al ddl Mastella) che porterà la firma di Paola Severino.

Ieri, durante il Consiglio dei ministri, la Guardasigilli ha ricevuto ufficialmente l'incarico di stilare un testo che "tenga conto delle indicazioni dei capigruppo" e che "prenda il meglio" dei due precedenti ddl. A quanto sembra, il provvedimento dovrà essere legge prima dell'estate, in modo da arrivare "nell'imminenza della campagna elettorale" con un bavaglio nuovo e pronto. Più leggero di quelli minacciati in precedenza, certo, ma comunque un bavaglio. Portata a casa la questione intercettazioni ("un risultato ottimale" anche secondo il Cavaliere) si è poi passati a parlar di corruzione.

Ma lì c'è stato poco da fare; l'Italia deve recepire la Convenzione di Strasburgo e dunque il ddl ora alla Camera (sempre a firma Alfano) dovrà essere modificato attraverso due o tre emendamenti che presenterà il governo "e che terranno conto dell'intesa raggiunta", ha spiegato ieri Bersani. Nel dettaglio, verrà modificato il reato di concussione così com'è scritto oggi nel nostro ordinamento.

Nel senso che il concusso, oggi vittima del reato, ne diventa soggetto attivo, quanto meno in relazione alla fattispecie di concussione per induzione. Verranno poi introdotte due nuove forme di reato: quello della corruzione nel settore privato (in Italia vige solo il reato contro la Pubblica amministrazione) e quello di traffico di influenza illecita. Questa norma stabilisce che chiunque millanta credito presso un pubblico ufficiale e, adducendo di doverne "comprare" il favore, chiede denaro o altro come prezzo per la propria mediazione, è punito con la reclusione da 3 a 7 anni.

QUELLO che preoccupa ancora Berlusconi (che, tuttavia, con la "scomparsa" del reato di concussione potrebbe veder saltare la sua imputazione al processo Ruby, ma questo lo si capirà meglio a seconda di come verrà riscritta la norma) riguarda la necessità di mettere mano anche alla struttura dei reati fiscali e del falso in bilancio (che proprio B. ha depenalizzato) nonché l'introduzione della punibilità del cosiddetto autoriciclaggio.

Faccende spinose su cui, però, pare che Alfano non abbia alzato mai più di tanto il sopracciglio, ma è anche vero - per dirla con il ministro dell'Interno Cancellieri - che "su questi argomenti è appena iniziata un'attività parlamentare, vediamo come va". In ultimo, la responsabilità civile dei magistrati. Su questo Alfano ha puntato i piedi: "Per noi resta valido il principio che chi sbaglia paga".

L'Amn ha risposto in modo netto: "Sulla responsabilità non si tratta". Però sembra siano stati evidenziati margini di manovra. Anche su questo, Monti ha dato mandato alla Severino di trovare "una soluzione equilibrata e condivisa" e in tempi brevi, visto che la questione è contenuta nella legge comunitaria, di prossimo passaggio alla Camera per la lettura definitiva. Anche lì il governo potrebbe intervenire con un emendamento che cancelli la responsabilità dalla comunitaria per poi affrontare l'argomento con un provvedimento ad hoc. Ma non subito, prima ci sono altre priorità. Come il bavaglio.

 

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