fabio fazio matteo salvini roberto poletti

ALTRO CHE EPURAZIONE, A SALVINI CONVIENE TENERE FAZIO IN PRIMA SERATA! – LA RAI SOVRANISTA NON PAGA IN TERMINI DI SHARE, E ALLORA MEGLIO LA RAI ANCORA DI SINISTRA CON FABIOLO CHE INDIRETTAMENTE REGALA CONSENSI A SALVINI – LA LEGA HA SONDATO LA POSSIBILITÀ DI INGAGGIARE L’EX INVIATO DI DEL DEBBIO ROBERTO POLETTI, MA IN RAI CI SONO TROPPI PALETTI SUGLI ESTERNI – MA IL CARROCCIO NON HA FRETTA…

Paolo Bracalini per www.ilgiornale.it

 

SALVINI FAZIO

Il pachiderma Rai si muove con lentezza, quando poi la guida politica non è sicura i motori si bloccano. Tipo sul pacchetto di nomine fermo ormai da mesi, e parliamo delle vicedirezioni delle reti Rai, le poltrone che mandano avanti la macchina. I vicedirettori sono ancora quelli dell'epoca Renzi-Gentiloni, malgrado siano passati otto mesi dall'insediamento dei nuovi vertici. Congelate anche le nomine dei direttori delle nuove macroaree (trovata invece la sistemazione per l'ex dg Orfeo: presidente di RaiWay). Ad ogni cda si rinvia a quello successivo, senza mai arrivare al dunque. Perchè? «Non si trova l'incastro giusto» dicono. L'incastro è quello tra le richieste di M5s e Lega, che non trovano l'accordo su come distribuirsi le poltrone.

fabrizio salini marcello foa

 

Il punto di rottura è chiaro: l'equilibrio tra i due partiti è completamente cambiato rispetto ai numeri delle elezioni politiche, fotografati dal Parlamento. Il M5s ha più parlamentari, ma al momento la Lega ha più di dieci punti percentuali del M5s. Dunque come ci si divide le direzioni?

 

roberto poletti e paolo del debbio

La Lega non ha fretta, tanto che gira voce che il pacchetto di nomine slitterà al dopo Europee, quando i rapporti di forza tra i due potrebbero essere ufficialmente diversi. Ma il quadro è complicato anche dal fatto che entrambi non hanno dirigenti di fiducia in Rai, e quindi si devono affidare allo scouting. Il M5s ha delegato tutto all'amministratore delegato Salini (che alcuni rumors danno già traballante), arrivato in Rai in quota Di Maio, mentre la Lega prova a guardare all'esterno. Il partito di Salvini ha sondato la possibilità di ingaggiare il giornalista Roberto Poletti, ex inviato nelle piazze di Paolo Del Debbio, autore del «primo manuale sul leader leghista (Salvini&Salvini - Il Matteo-Pensiero dall'A alla Z) e volto noto delle tv locali lombarde. Ma i leghisti si sono subito scontrati con i paletti per l'assunzione di esterni in Rai.

 

roberto poletti e matteo salvini

C'è poi il fatto che il sovranismo in Rai non sta pagando in termini di share. Insomma meglio non mettere troppo la faccia sulla Rai. E infatti nell'entourage leghista circola proprio questa suggestione: che Salvini preferisca una Rai ancora di sinistra ad una Rai salvinizzata. «Con Fazio in prima serata non c'è bisogno neppure di fare campagna elettorale» avrebbe detto ai suoi. Basta una puntata del conduttore, magari con Saviano o un altro ospite pro-immigrazione, e sono valanghe di consenso automatico per Salvini. Altro che qualche vicedirettore in quota Lega, mille volte più efficace Fazio.

roberto polettiroberto poletti

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…