achim post diederik samsom pedro sanchez matteo renzi  manuel valls

MACHO, MACHO DEM! - DALLO SPAGNOLO SANCHEZ AL MINISTRO SVEDESE WIKSTROM: I NUOVI LEADER SON TUTTI GIOVANI E BELLI - CERCANO GLI OCCHI DELL’ELETTRICE. È A LEI CHE PARLANO, PER QUESTO FREQUENTANO TANTO LA TV DEL POMERIGGIO

Gabriele Romagnoli per “la Repubblica

 

Achim Post Diederik Samsom Pedro Sanchez Matteo Renzi  Manuel VallsAchim Post Diederik Samsom Pedro Sanchez Matteo Renzi Manuel Valls

Giovani, carini, molto occupati: a governare. Si afferma in occidente una nuova generazione: il macho democratico. Leader accomunati nell’apparenza, ancor prima che nella sostanza. Comunicano con l’impatto, segnalano con il dress code.

 

La politica, certificato il divorzio dall’etica, si concede all’estetica. E a questi che ne sono gli alfieri. L’ultimo in ordine di tempo è Gabriel Wikstrom, svedese, definito «il ministro bello» in un tweet che ha scatenato le donne turche e poi quelle di mezza Europa, procurandogli in poche ore 23 mila fan virtuali.

 

Achim Post Diederik Samsom Pedro Sanchez Matteo Renzi  Manuel VallsAchim Post Diederik Samsom Pedro Sanchez Matteo Renzi Manuel Valls

Il padre di tutti i “macho dem” resta indiscutibilmente Barack Obama, che fu capace di sottrarre consensi femminili alla prima donna davvero in corsa per la Casa Bianca, Hillary Clinton, e ha sedotto l’America, l’accademia dei Nobel e il mondo intero più che per quanto ha fatto, per quel che ha rappresentato: una storia personale, certo, ma anche un modo di porgerla. Con stile.

 

Al “Prez-a-porter” e al “ministro bello” vanno aggiunti lo spagnolo Pedro Sanchez, i francesi Manuel Valls e Emmanuel Macron, l’olandese Diederik Samson e l’argentino Axel Kicillof. Accosciati, più in grado di alludere che di incarnare: l’italiano Matteo Renzi e il tedesco Achim Post. A metterli tutti in fila (e quasi ci riuscì la storica foto d’inizio settembre alla Festa dell’Unità di Bologna) si ricavano denominatori comuni di atteggiamento e abbigliamento.

festa dell'unità bologna matteo renzi pedro sanchezfesta dell'unità bologna matteo renzi pedro sanchez

 

Sono tutti quanti light nella struttura: fisica e di pensiero. Hanno eletto a parola chiave: «flessibile». Nei modi, nell’orientamento, nel ragionamento. Predicano società in evoluzione, condizioni fluide, velocità e si presentano in continuo movimento: da un polo all’altro, dall’ora al quando, dal sì al no passando per il forse.

 

Dove sono e che cosa sostengono oggi è spesso diverso da ieri e certamente da domani. Corrono. Fanno sport. O almeno si fanno vedere o fotografare con chi ne fa. Sorridono e per farlo usano strumenti di prima mano: denti loro.

 

Si ha un bel dire che la gioventù è un vicolo cieco e la maturità il futuro: in quell’avvenire dominano il rimpianto, la scelleratezza fuori tempo massimo e la propaganda a base di dentiere. Non guardano in telecamera, ma oltre: cercano gli occhi dell’elettrice. È a lei che parlano, sapendo che, pure in cabina, la donna è mobile. E, da tempo, post-ideologica. Il “macho dem” la va a cercare nel suo territorio: le riviste di moda e i programmi tv del pomeriggio. Le dà appuntamento in luoghi e orari che le sono familiari e si presenta come si deve per conquistarla. Di nuovo, con stile.

 

pedro sanchez  8pedro sanchez 8

Il maestro assoluto di questo concetto, Glenn O’Brien, ha scritto nel suo saggio Essere uomo : «Lo stile è ciò che distingue un uomo dalla massa o che attrae le masse ». Il vero capolavoro è trasformare l’alternativa in endiadi, la «o» in «e»: trovare il modo di distinguersi affascinando. L’eccentrico o l’eccessivo sballano come un 22 al black jack. La massa è attirata dal luccichio, ma poi si ritrae perché non ci si specchia, resta abbagliata. Al contrario la sobrietà, dopo un iniziale senso di familiarità, genera noia e distacco. Occorre una terza modalità, quella che l’editoria dedita al lifestyle definisce con un aggettivo: aspirazionale. Il modello da proporre è quello che tu vorresti essere, o avere. Non il sogno impossibile, ma quello realizzabile.

 

Il “macho dem” impersona quell’idea. Il suo codice è lo “ slim fit”, nel vestire, come nel parlare: un abito leggermente sfiancato, un tablet di nuova generazione (ultrasottile) e un documento di poche pagine che batte su un numero limitato di concetti, chiari e sottolineati. Dal suo guardaroba sono banditi gli accessori non indispensabili: gemelli, bretelle, fermacravatta.

 

barack obama 2008:2014barack obama 2008:2014

Anche questa, se proprio necessaria, tende a essere slim, sottile, in contrasto con quella tradizionale, larga, con disegnini, che suggeriva governi simili a circoli di potere.

L’eleganza viene sempre contaminata, destrutturata da un tocco di seconda classe. Serve a far pensare che il politico bello non è uscito da una festa o dal centro massaggi.

 

Sosteneva Harold Hayes, storico direttore della rivista maschile Esquire: «Un uomo non dovrebbe mai dare l’impressione di essere appena stato dal parrucchiere o di averne bisogno». Il politico bello deve dare quella di essere appena uscito da una riunione o di stare per rientrarci: per questo ha una penna nel taschino, o una cartelletta in mano, o le maniche arrotolate. Della camicia bianca, ovviamente. Come da foto di settembre, quello è il capo uniforme del nuovo leader “macho dem”.

 

Scrisse Herman Melville: «La bianchezza non è un colore quanto l’assenza visibile di ogni colore e nello stesso tempo l’amalgama di tutti i colori».

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO