1- LO SPREAD SOTTO I 300 PUNTI, IL PURGA-TORIO E’ FINITO E I BERLUSCONES ALZANO LA CRESTA: MOZIONE DI SFIDUCIA CONTRO IL PIO CHIERICO DI SANT’EGIDIO ANDREA RICCARDI 2- L'EX GUARDASIGILLI NITTO PALMA HA RACCOLTO LE FIRME DI 45 SENATORI PER PRESENTARE UNA MOZIONE DI SFIDUCIA INDIVIDUALE. I PIROMANI GASPARRI E QUAGLIARIELLO FRENANO E STANNO MEDIANDO PER RISOLVERE LA SITUAZIONE: ALTRA BENZA? 3- LA FRASE “CRIMINALE” SUSSURRATA DA RICCARDINO ALLA SEVERINO: “ALFANO VOLEVA CREARE IL CASO, STRUMENTALIZZARE. È LA COSA CHE MI FA PIÙ SCHIFO DELLA POLITICA” 4- UN PRETESTO VALE L’ALTRO PER IL PDL PER TORNARE AL TAVOLO DEL MAGNA E RIMAGNA 5- IN FONDO IL BANANA AVEVA “NEGOZIATO” CON NAPOLITANO E MONTI UN SAVACONDOTTO PER LA SUA USCITA DA PALAZZO CHIGI. E COSA HA OTTENUTO? DOPO I 560 MILIONI DI EURO A DE BENEDETTI, IL RISCHIO DI PAGARE PER LE FREQUENZE DEL CONGELATO ‘BEAUTY CONTEST’? AGGIUNGERE INFINE CHE IL CENTROSINISTA INTENDE ACCAPARRARSI IL GOVERNO DELLA RAI IN VISTA DELLA TORNATA ELETTORALE DEL 2013. E ALLORA E' GUERRA!

Ansa.it

"Con Alfano ho un rapporto sereno e sincero da tempo". Lo ha detto il ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione, Andrea Riccardi, a a Firenze, rispondendo alle domande dei giornalisti dopo le polemiche di ieri. "Non vorrei parlar ancora del non parlato - ha esordito il ministro -. Bisogna parlare delle cose concrete". "Ho molto rispetto per opinioni, richieste e letture che vengono fatte - ha aggiunto - quello che avevo da dire l'ho detto ieri con un comunicato".

46 SENATORI PDL PER SFIDUCIA A RICCARDI - Nel gruppo del Pdl del Senato è scoppiata la rivolta contro il ministro della Cooperazione Andrea Riccardi. L'ex Guardasigilli Francesco Nitto Palma ha raccolto le firme di 45 senatori per presentare una mozione di sfiducia individuale. Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello frenano e stanno mediando per risolvere la situazione.

2- RICCARDI SCHIFATO DALLA POLITICA. IL PDL: LASCI
Alberto Custodero per "la Repubblica"

«Alfano voleva creare il caso, vogliono solo strumentalizzare. In realtà il Pdl ha problemi a trovare un accordo sulla legge elettorale. È questa la cosa che mi fa più schifo della politica». Il ministro della Cooperazione, Andrea Riccardi, parlando con il Guardasigilli Paola Severino, ha commentato così il vertice saltato tra il premier e i tre segretari Pdl, Pd e Udc dopo che Alfano aveva fatto sapere che avrebbe disertato l´incontro.

Ed è subito scoppiato il caso con il partito di Berlusconi che ha attaccato il ministro, chiedendone le dimissioni. A sera sono arrivate le scuse del fondatore della Comunità di Sant´Egidio che, però, hanno chiuso solo parzialmente la polemica. «Le scuse sono apprezzabili - ha commentato il presidente dei senatori pdl, Gasparri - non è stata una bella affermazione, sulle dimissioni valuteremo».

L´episodio è divampato ieri a pochi passi dal premier Mario Monti e dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, presenti a Palazzo Giustiniani per la presentazione di una mostra sui rapporti tra Stato e Chiesa. In quell´occasione il ministro della Giustizia s´è avvicinato a Riccardi e tra i due è iniziata una conversazione riservata, intercettata, però, dai cronisti. Le reazioni non si sono fatte attendere.

Subito il Pdl ha attaccato il ministro, mentre l´Udc è sceso in campo in difesa di Riccardi, anche l´Idv gli ha espresso solidarietà, Pd e Lega invece hanno taciuto. «Riccardi smentisca o si dimetta», ha tuonato Gasparri. «Se restasse al suo posto - gli ha fatto eco Cicchitto - metterebbe in evidenza una straordinaria dose di doppiezza e di opportunismo continuando a fare il ministro con il voto di chi disprezza». «Tutte le opinioni sono lecite - ha rincarato la dose l´ex ministro Brunetta - ma il disprezzo della politica è il disprezzo della democrazia».

«A me non fa schifo Riccardi - ha detto Crosetto, ex sottosegretario alla Difesa - da pessimo cattolico ho pietà di lui, lo perdono per lo stupido giudizio superficiale, ma non me la sento di sporcargli pure la coscienza con uno schifoso voto di fiducia». «Si è trattato di battute - s´è quindi scusato Riccardi - estrapolate nel corso di una conversazione informale, captate a distanza da alcuni giornalisti e non riportate nella loro interezza né nel loro genuino contesto, tanto da apparire forzate.

A tali battute non si può attribuire pertanto alcun valore di giudizio personale. Mi scuso se qualcuno si possa ritenere offeso. Ho sempre avuto con l´onorevole Alfano un rapporto cordiale e sincero». In difesa di Riccardi è intervenuto Roberto Rao dell´Udc: «Per il Pdl - ha commentato - è davvero il momento di un supplemento di responsabilità e, se serve, anche di riposo». Mentre l´unico a «esprimere pubblicamente solidarietà al ministro Riccardi» è stato il deputato dell´Italia dei valori, Fabio Evangelisti.

2 - QUELLA VOCE DAL SEN FUGGITA CHE SVELA LA GUERRA NASCOSTA TRA I TECNICI E I POLITICI
Filippo Ceccarelli

Forse i ministri tecnici non hanno ancora capito che i giornalisti possiedono orecchie lunghe. E forse il professor Riccardi non si è reso conto che la sua smentita, emessa all´ora di cena con opportuno corredo di scuse, suona fin troppo e doverosamente «politica» per apparire sincera.

Il fatto che poche ore prima il ministro, in un colloquio che di questi tempi non si può più definire privato, abbia usato una parola forte, «schifo», per definire un certo andazzo non impedisce di richiamare dei celebri versi di un poeta anche lezioso e manierato come il Metastasio, che oltretutto è romano come Riccardi, e dunque: «Voce del sen fuggita/ più richiamar non vale;/ non si trattien lo strale/ quando dall´arco uscì».

Che di «strale» si sia trattato, e cioè di una bella frecciatona a quel che resta del sistema dei partiti, non v´è dubbio. Vero è pure che il linguaggio usato non deve troppo scandalizzare. Da una veloce indagine sulla benemerita banca dati dell´Ansa, risulta che dal 1994 a oggi lo «schifo» è entrato nei titoli politici la bellezza di 97 volte. Ai più curiosi - e morbosi - farà forse piacere di apprendere che i recordman della schifomania sono Calderoli e Diliberto, ma anche D´Alema, Speroni, Storace non scherzano, seguono Rutelli e La Russa, mentre per originalità d´uso si segnalano Brunetta («Questa sinistra mi fa leggermente schifo») e Berlusconi, che appena investito dal ciclone Ruby ebbe a designarlo: «Uno schifo con finalità eversive».

Ma a ben vedere il punto delicato non riguarda tanto il conclamato ribrezzo per certe abitudini del Palazzo quanto la folgorante evidenza rivelatoria di un atteggiamento, di una superiorità e dunque di un conflitto che finora si è cercato, in particolare il presidente Monti ha cercato in tutti i modi di tenere sotto la cenere.

Per farla breve: tecnici contro politici.
Anche in questo, come in questo tipo di faccende, non c´è nulla di nuovo e di esclusivo. Per certi versi la rivalità tra professori e uomini dei partiti esiste dal dopoguerra e in tempi più recenti - governo Ciampi, poi governo Dini - lo scontro fra le due categorie o corporazioni, in verità mai del tutto incontaminate e genuine, è apparso chiaro; come pure a volte si è parzialmente risolto con la trasformazione dei tecnici in politici - e l´esempio di Prodi è il primo che viene in mente.

«Passanti ignari»: così il sarcasmo di un politico mordace come Rino Formica si accaniva a suo tempo contro i tecnici. La novità, semmai, sta nel fatto che da allora il contesto partitico si è di gran lunga logorato e oggi decisamente vira verso una evidente decomposizione. Fra tele-populismo inconcludente, economia in crisi, indegnità di vario genere e insorgenze anti-casta, la condizione dei partiti e dei loro leader oscilla dal discredito al ludibrio.

E sia pure convinto di non essere ascoltato dai giornalisti, ma proprio per questo con la massima spontaneità e in piena complicità con i suoi colleghi professori, più che un «passante ignaro» il ministro Riccardi rivendica di sentirsi un corpo estraneo e, se consentito dalla sua cultura, anche una pietra d´inciampo.

C´è da dire che Monti non se l´è finora potuto concedere. Anzi non ha perso occasione per ringraziare e valorizzare oltremodo l´apporto dei partiti, sempre sottolineando di essere «di passaggio»: il suo compito non è solo quello di «fare le cose», ma anche di preparare il loro ritorno, e quando finalmente se ne sarà andato il clima sarà «più civile, più disteso, più» e così via, pure tradendo una incontrollabile degnazione.

Una volta SuperMario il tecnocrate, di cui si è saputo che ha fatto le scuole dai gesuiti, pure partecipando con successo al «Concorso Veritas», ha confessato addirittura di «provare pena» per i politici «trattati così male» dall´opinione pubblica, con il che ha esteso il suo ruolo fino a comprendere una «riconciliazione». Inutile dire che questo ha aggravato negli animi smaliziati di Alfano, Bersani, Casini e compagnia cantante qualche diffidenza e qualche timore supplementari, ma tant´è.

Però ieri Riccardi, che ha l´aggravante di essere uno storico, per giunta assai stimato da Santa Madre Ecclesia, ha aggiunto al proprio anche rispettabile schifo per certe pratiche una frasetta assai più importante: «Quei tempi - ha detto il fondatore della Comunità di Sant´Egidio - sono finiti». Proprio a lui del resto si deve una delle più efficaci formule pronunciate a caldo per spiegare il passaggio d´epoca segnato dal governo tecnico: «Dal Carnevale alla Quaresima».

Liturgicamente tempestivo, il motto vorrebbe sintetizzare il ritorno della decenza, della buona educazione, della riflessione prudente; e poi la fine degli eccessi, del cinepanettone, degli sprechi, delle risse da talk-show. Tutte cose sperabili, c´è da dire, tecniche o non tecniche che siano.

 

NAPOLITANO FORNERO IL MINISTRO DEL WELFARE ELSA FORNERO ALFANO MONTI RICCARDI NITTO PALMASILVIO BERLUSCONIMAURIZIO GASPARRI GAETANO QUAGLIARIELLOPAOLA SEVERINO E MARIO MONTIRENATO BRUNETTA MASSIMO DALEMA FRANCESCO STORACE PIER LUIGI BERSANI CASINI

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