donne e politica

LE SCIUPAMASCHI - VERONICA (& CO), ELISABETTA, VIRGINIA HANNO CONDIZIONATO (E TALVOLTA ROVINATO) LA VITA POLITICA DEI MARITI O DI CHI LE HA PROMOSSE - IL GENTIL SESSO DEL CENTRODESTRA: FORSE GIOIA NEL PRIVATO, MA DOLORI NELLA VITA POLITICA - IL BILANCIO DI GRILLO, POSITIVO A META’

 

Renato Farina per Libero Quotidiano

 

olgettine olgettine

«Le donne salveranno la terra», scrive opportunamente Aldo Cazzullo nel suo best-seller. Prima che salvino il pianeta, intanto hanno rovinato come minimo il centrodestra. E, per par condicio, si dilettano, con risultati assai promettenti, a silurare le barche anche di Renzi e di Grillo.

 

Sia chiaro: non è colpa di ciò che hanno fatto le donne, ma di quello che sono riuscite a far fare ai nostri cari leader. Le teste di Berlusconi e Fini sono rotolate a terra a causa delle rispettive signore (e signorine), è vero o no? Mentre Silvio se l' è riattaccata prontamente al collo (ne ha sette, persino più delle reti tivù), quella di Gianfranco rimbalza ancora negli scoscesi abissi marini tra Caraibi e Montecarlo. Queste vicende hanno fatto male a loro, e c' è poco da scherzare. Come ha confessato l' allievo di Almirante, «è un dramma famigliare». E li compiangiamo. Ma lo sconquasso non ha devastato solo i focolari degli interessati, ma ha tirato giù la fu Casa delle libertà, frammentata in tanti pezzi.

 

ELISABETTA TULLIANI ELISABETTA TULLIANI

Solo adesso ce ne rendiamo conto appieno, per i documenti inoppugnabili sulla casa rubata a Montecarlo e relativa tangentona fornita ai congiunti di Fini. Non si scappa, la crisi politica che ha minato alle fondamenta la legislatura 2008-2013 e indebolito il governo Berlusconi, ingolosendo Napolitano voglioso di disfarsene, non è stata determinata da una battaglia ideale, sia pure sbagliata, del «compagno Fini» (Feltri dixit), ma da una guerra per la grana poi intascata da Elisabetta Tulliani e famiglia.

 

Che sia corrotto (non crediamo) o coglione, o tutt' e due, non sappiamo. Ma pensare che nella crisi del centrodestra abbia giocato il combinato disposto delle due mogli e della fragilità carnale dei rispettivi compagni di talamo, ci pare disastroso, ma persino più umano. In fondo la guerra da cui è scaturita l' epica omerica, e da cui è nata Roma, ha avuta per cagione Elena. Forse Veronica ed Elisabetta (lasciamo perdere il contorno) avevano ricevuto dagli dei meno beltà della moglie di Menelao e dell' amante di Paride?

VERONICA LARIOVERONICA LARIO

 

Le due first ladies dell' allora Pdl con le loro ire, le loro lettere sul «drago» che mangia le «vergini» (su questo aspetto però si discute), o la richiesta di appartamenti urgenti vuoi in via Olgettina vuoi in Costa Azzurra, sono state decisive come la citata e mitologica antenata. Anch' esse sono un mito mica male, se hanno contribuito a scardinare i destini della Repubblica.

 

RUBY - KARIMA EL MAHROUGRUBY - KARIMA EL MAHROUG

Ci rendiamo conto di essere screanzati. Siamo sempliciotti. Nelle discussioni di colonnelli e di intellettuali il peccato capitale del centrodestra è indicato nel non aver compiuto la rivoluzione liberale. Siamo d' accordo: è gravissimo. Infatti a tavola non si parla d' altro, e così, sui tram, è tutto un frullare di mormorii sul colbertismo. Perbacco: non hanno fatto la rivoluzione liberale, vado sull' Aventino.

 

Così, secondo gli esperti di macroeconomia e ideologie post-moderne, avrebbe ragionato il popolo scivolando nell' astensionismo. Ci credete? L' umore popolare si è fatto un' altra idea. Il centrodestra è stato rovinato dalle donne. Dalla fragilità dei suoi uomini forti, incapaci di comandare in casa. Certo, la guerra dei vent' anni fatta dalle procure, ma anche quel tipo di guerra di coppia ha avuto il suo bel peso.

 

bossi col figlio bossi col figlio

Mettiamoci nella testa di chi si è stufato. Ritiene che Silvio e Gianfranco (ma anche Umberto Bossi, coi figli, e Pier Ferdinando Casini e più non dico) si siano occupati di mettere a posto le grane in famiglia, più spesso non riuscendoci, che delle sofferenze dei propri elettori. Così, per accontentare o fregare le signore e la prole, i suoi capi hanno mandato in malora un patrimonio di consensi e di credibilità. Nessun problema se fosse stata solo roba loro. Il guaio è che in tal modo hanno regalato l' Italia al Partito democratico e - chissà mai - ai grillini.

 

agnese renzi nutella 6agnese renzi nutella 6

Per fortuna anch' essi devono cavarsela con le loro grane femminili. Matteo Renzi, discolo non da poco, si ritrova in casa una santa e forte donna come Agnese, che è lì, non si sposta. E l' ha riportato a Pontassieve. Ma Maria Elena Boschi di guai, con le sue pretese di ragazza del clan, sta rompendo gli zebedei a Gentiloni, se non altro dimostrando che il neo premier li ha, ed è una scoperta non da poco. La sua impuntatura nel voler essere promossa in un ruolo chiave e bisognoso di esperienza somma come quello di sottosegretario principale della Presidenza del Consiglio (il posto di Gianni Letta) significa deporre una mina senza sicura sul naviglio del governo. Ma anche sul destino di Renzi che come Giove l' ha partorita dalla sua testa.

 

Quanto a Beppe Grillo gli è andata bene con la Appendino sindaco di Torino, ma la Raggi a Roma si sta rivelando un tombino aperto in cui scivolano tutte e cinque le stelle. Oggi com' è noto, e come raccontiamo ampiamente, la Guardia di Finanza ha fatto irruzione in Campidoglio, e il comico si è trovato nella necessità di interrompere la frenesia dell' entusiasmo. Aveva detto «Gentiloni? Per noi non esiste». Ora vorrebbe tanto non esistesse anche la Raggi, ma ce l' ha tra i piedi e cerca di mollarla prima che rovini anche lui. Cavarsela però è difficile.

maria elena boschi tweet     maria elena boschi tweet

 

In sintesi. Tutti i partiti, per diverse ragioni, sono stati inguaiati dalla «passion predominante». Il guaio maggiore è capitato di certo dalle parti che solo un buonumore da Campari soda chiama il campo dei moderati. Moderati non con le donne però. E chissà mai che non sia una donna a salvarlo. Hanno fatto il danno, ora rimedino. Sperèm.

 

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