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“OCCUPY TRUMP” - SCONTRI E BOTTE A CHICAGO, IL TYCOON ANNULLA IL COMIZIO E SI SCAGLIA CONTRO SANDERS: ''I CONTESTATORI? SONO I SOSTENITORI DI QUEL COMUNISTA'' - CLINTON: “GIOCA COL FUOCO, NON E’ UN LEADER” - CRUZ E RUBIO BATTONO TRUMP NEL WYOMING E A WASHINGTON

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Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”

 

Donald Trump non cambia registro: niente autocritica per gli incidenti di venerdì a Chicago. Anzi subito un astioso contrattacco: «I contestatori? Vengono dallo schieramento che appoggia Bernie Sanders».
 

L' altra sera Trump ha dovuto annullare il comizio nell' Università dell' Illinois, a Chicago appunto. Per la prima volta si è trovato di fronte una protesta numerosa e organizzata. Centinaia di manifestanti fuori il «Pavillon», mentre diverse decine di attivisti, quasi tutti giovani, sono riusciti a entrare nel palazzetto dove circa 8-9 mila fan aspettavano il leader.

 

CHICAGO SCONTRI COMIZIO TRUMPCHICAGO SCONTRI COMIZIO TRUMP

Slogan, insulti da una parte all' altra. Spintoni, qualche scazzottata. La polizia ha faticato parecchio per sedare la rissa. Incidenti anche all' esterno. Bilancio fornito dalle forze dell' ordine: 2 agenti feriti, cinque arresti e, fatto inedito in questa campagna, raduno cancellato.
 

La polemica è forte. Tutti accusano Trump di fomentare «un clima tossico», per dirla con le parole del suo contendente repubblicano, John Kasich. Hillary Clinton è stata ancora più dura: «Chi gioca con i fiammiferi, prima o poi accende un fuoco, non è un leader».

SANDERS HILLARY CLINTONSANDERS HILLARY CLINTON

 

Ma il miliardario newyorkese non si è fatto impressionare. Ieri mattina alle 10.30 si è presentato, come previsto, al Wright Airport, di Dayton nell' Ohio. È sceso dal suo jet privato, 50 metri per raggiungere il podio, 5 minuti per rispondere ruvidamente: «A Chicago ho scelto di annullare un grande appuntamento: non volevo che nessuno si facesse male. Abbiamo subito un' aggressione organizzata in modo professionale. Avete visto i volantini stampati?»

 

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Poi un sceglie un bersaglio e pesca Bernie Sanders, il candidato democratico che lo aveva invitato a tenere a bada i suoi sostenitori. «La gente che viene a sentirmi è pacifica. Sono stati i supporter del nostro amico comunista Sanders a disturbarci. C' era anche qualche tifoso di Hillary. Ma sapete, negli incontri con Hillary non c' è il calore, l' entusiasmo che c' è da noi». Finale con il brivido: un rumore spaventa Trump, accorrono le guardie del corpo. Falso allarme. Il tycoon risale sul suo jet e qualche ora dopo ripete le stesse cose a Cleveland. Qualche contestazione isolata, niente di paragonabile a quello che è accaduto a Chicago.
 

PROTESTE CONTRO TRUMPPROTESTE CONTRO TRUMP

Martedì 15 marzo si vota per un turno cruciale, forse decisivo per le primarie dei repubblicani: Illinois, Missouri, North Carolina e, soprattutto, Ohio e Florida. Ma ora il rischio è che il veleno distillato in sei-sette mesi di competizione possa entrare in circolazione nel corpo dell' opinione pubblica.
 

Il problema vero è lui, è Trump. Su questo punto convergono tutti: oltre a Clinton e Sanders, anche i repubblicani Marco Rubio, Ted Cruz, Kasich, nonché giornali e siti pressoché al completo. Il linguaggio è parte integrante del suo profilo anti conformista. Ma l' outsider si è spinto oltre, in modo politicamente infantile.
 

Visto a posteriori forse il punto di rottura risale al 22 febbraio scorso: Las Vegas, Nevada. Auditorium, strapieno, del casinò «South Point Arena». Quella sera, pensando di parlare al bar e non in diretta televisiva, disse: «Sì portatelo fuori quello lì. Io gli darei anche un pugno in faccia». Il 9 marzo, in un comizio nel North Carolina, un anziano cretino con il cappellone da cow boy ha raccolto l' invito, mollando una sventola a un giovane disturbatore afroamericano.
 

PROTESTE VS TRUMPPROTESTE VS TRUMP

A Chicago, però, si è visto un altro fatto nuovo. La protesta è maturata su Facebook, con diecimila firme raccolte in poco tempo dalle reti giovanili e degli afroamericani. Adesso bisognerà vedere se quello di venerdì è stato un episodio irrepetibile oppure se sta nascendo una specie di «Occupy Trump», un movimento per sabotare sistematicamente la campagna del favorito.

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2. TRUMP CONTESTATO

Da “ansa.it”

 

Dopo la cancellazione di ieri del comizio di Chicago nuove proteste hanno accompagnato il tour elettorale di Donald Trump, senza tuttavia registrare tensioni tali da far annullare gli appuntamenti. Dopo le tappe in Ohio e Missouri, la polizia è dovuta intervenire a Kansas city per separare un folto gruppo di contestatori riusciti ad entrare all'interno della sala e i supporters del magnate.

TRUMPTRUMP

 

Una decina le interruzioni durante il suo discorso. Trump ha chiesto ai suoi di non reagire ma ha poi aggiunto che comincerà ad incoraggiare le denunce contro i contestatori. "Spero che questa gente sia arrestata, perchè, onestamente, dovrebbe esserlo".

 

 

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Per oggi una nuova manifestazione di protesta è prevista a Bloomington, cittadina dell' Illinois con circa 80.000 abitanti, e le autorità locali hanno già annunciato un rafforzamento dei controlli di polizia.

 

Marco Rubio ha vinto i caucus repubblicani presidenziali a Washington D.C.. E' la terza vittoria della corsa alla presidenza per il senatore della Florida, che ha già vinto, all'inizio di questo mese, i caucus del Gop in Minnesota e le primarie repubblicane a Porto Rico. Con la vittoria nella capitale degli Stati Uniti, Rubio conquista 10 delegati. John Kasich è rimasto 50 voti indietro, e avrà perciò 9 delegati. Nessun altro candidato è riuscito ad ottenerne.

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Tensione e scontri a Chicago, Trump annulla il comizio  - Donald Trump cancella un comizio a Chicago. La motivazione ufficiale: timori per la sicurezza del popolo del tycoon in seguito alle tensioni scoppiate fra sostenitori e oppositori. Scontri che si sono tradotti in due feriti e diversi arresti, incluso un giornalista della Cbs. E in un America spaccata a metà dal ciclone Trump è subito polemica. I suoi rivali repubblicani lo accusano di aver creato un clima "tossico", di cui la violenza scoppiata a Chicago è solo l'ultima conseguenza.

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Lo attaccano Hillary Clinton e Bernie Sanders. "Quando si gioca con il fuoco, il rischio è quello di un incendio che non si riesce a controllare. L'incoraggiamento alla violenza e all'aggressione è sbagliato. Basta alla politica della divisione. Questa non è leadership", lo incalza Hillary.

 

trump uomo sul palcotrump uomo sul palco

Anche Barack Obama ci va giù duro: la politica è una battaglia di idee senza incitare alla violenza, che va condannata. "Chi non lo fa non merita il vostro voto", dice il presidente rivolgendosi a un pubblico democratico nell'ambito di un evento di raccolta fondi. Un'occasione per Obama per criticare Trump e Ted Cruz, la cui retorica è nociva tanto quanto quella del tycoon. E il partito repubblicano, che non deve stupirsi secondo Obama dell'ascesa di Trump, prodotto delle dinamiche interne alla destra americana, un suo distillato.

 

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I candidati repubblicani "non sanno quello che fanno", "vendono vino. Sapete che ci sono bottiglie da cinque dollari, e loro vi mettono sopra un'etichetta da 50 dollari e vi dicono che è il migliore". La pioggia di critiche però non ferma Trump, che si difende presentandosi come l'uomo che vuole unire l'America a pochi giorni dall'appuntamento di martedì, quando Stati chiave, come la Florida e l'Illinois, sono chiamati a votare. Le indiscrezioni sul possibile annullamento di un evento in giornata a Dayton, in Ohio, vengono smentite: l'aereo di Trump atterra e centinaia di sostenitori sono lì ad attenderlo. Senza mezzi termini il tycoon affronta subito la cancellazione dell'evento di Chicago, una delle roccaforti democratiche, la città di Obama guidata dal fedelissimo Rahm Emanuel, protagonista dell'ascesa del movimento 'Black Lives Matter'.

 

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I suoi fan lo attendono anche alla University of Illinois, ateneo che vanta una lunga storia di attivismo politico. Ma l'attesa è vana: dopo ripetuti rinvii, l'evento viene annullato e la tensione già alta sfocia in scontri, che vanno ad aggiungersi a quelli dei giorni scorsi a St. Louis e in North Carolina. "Sono stati dei criminali. Erano manifestanti organizzati, professionisti e alcuni erano legati a Bernie", attacca Trump. "Sarebbe stato più facile per me tenere il comizio.

 

Ma non volevo che nessuno si facesse male", aggiunge. Poi alcuni momenti di tensione, con il Secret Service costretto a intervenire per un uomo che tenta di salire sul palco. Trump prosegue con gli attacchi, prima contro Cruz poi contro John Kasich, il governatore dell'Ohio, ribadendo alcuni dei suoi cavalli di battaglia: il muro con il Messico e il 'no' all'ingresso di siriani nel paese.

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