tribunale minori

SE LA LEGGE DI BILANCIO PER IL 2019 NON È COERENTE CON I PRINCIPI DELLA COSTITUZIONE, IL PAREGGIO DI BILANCIO, PUÒ ESSERE PORTATA DAVANTI ALLA CORTE COSTITUZIONALE IN TEMPI BREVI? - SE LO CHIEDONO GLI ANALISTI DI FITCH E GLI EMISSARI DEL FONDO MONETARIO - LA CORTE DEI CONTI POTREBBE ECCEPIRE SULLA COSTITUZIONALITÀ QUANDO STILERÀ IL RENDICONTO NEL GIUGNO 2020, MA NEI PALAZZI DI ROMA C'È CHI SI CHIEDE SE NON SIA IL CASO DI RIVOLGERSI ALLA CONSULTA MOLTO PRIMA…

Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

corte costituzionale

Prima lo hanno chiesto gli analisti di Fitch, l' agenzia di rating, che erano a Roma in ottobre. Poi anche gli uomini del Fondo monetario internazionale, nei giorni scorsi in città.

La domanda era sempre la stessa: se la legge di Bilancio per il 2019 non è coerente con i principi della Costituzione, può essere portata davanti alla Corte costituzionale in tempi brevi?

 

Gli osservatori internazionali per ora non hanno avuto risposta. La Costituzione indica per l' Italia l' obiettivo del pareggio di bilancio, in linea con in quadro europeo, e prevede che ogni misura che aumenti il disavanzo venga compensata in qualche modo. La legge di Bilancio invece contiene 22 miliardi di nuova spesa, in gran parte corrente, tutta in deficit.

corte dei conti1

La Corte dei conti potrebbe eccepire sulla costituzionalità quando stilerà il rendiconto nel giugno 2020, ma nei palazzi di Roma c' è chi si chiede se non sia il caso di rivolgersi alla Consulta molto prima.

 

Probabile che alla fine niente di tutto questo succeda, eppure quelle domande di Fitch e soprattutto del Fmi rivelano lo scetticismo che si sta accumulando sull' Italia. Il mercato dei titoli di Stato ieri è stato percorso da nuovi tremori e rischia di esserlo ben di più dall' ultima settimana di novembre in poi.

 

Allora, quando il Tesoro avrà finito di collocare alle famiglie il suo nuovo Btp Italia, gli investitori inizieranno a concentrarsi sulla sfida più pericolosa che attende il governo: nel 2019 deve rifinanziarsi per oltre 250 miliardi in titoli di debito a medio-lungo termine e né in Italia né nel mondo si vedono per ora compratori disposti ad aumentare la propria esposizione sul Tesoro; semmai il contrario.

 

Wopke Hoekstra

È su questo sfondo che la Commissione europea si prepara a mettere Roma sotto pressione, anche perché essa stessa lo è. Non appena pervenuto a Bruxelles il rifiuto del governo M5S-Lega a cambiare un bilancio in violazione di ogni regola, ieri la protesta da altre capitali è partita in poche ore.

 

I ministri delle Finanze dell' Aia e di Vienna, Wopke Hoekstra e Hartwig Löger, hanno chiarito che i loro Paesi sono i più irritati nel gruppo compatto degli altri 18 Paesi dell' area euro. Ancora più la stessa Germania, i governi di Olanda e Austria insistono perché da Bruxelles stavolta non si facciano sconti: i loro elettori non lo capirebbero e alle europee di maggio si affiderebbero ai partiti nazional-populisti in chiave anti-italiana e anti-euro.

 

il palazzo della commissione europea a bruxelles

Gli spazi di manovra per la Commissione Ue sono dunque minimi. Lo sono anche quelli per evitare a carico dell' Italia una procedura aggressiva, vista da alcuni in Europa come una lezione sacrosanta a un Paese dove pure l' incertezza generata dai populisti ha già quasi provocato una recessione.

 

«Qualsiasi cosa facciamo ci saranno tanti scontenti», calcolava ieri sera un alto funzionario di Bruxelles. Certo Jean-Claude Juncker non vuole chiudere il suo quinquennio alla Commissione sconfessato, per colpa dell' Italia, da tutti gli altri governi dell' area euro. Anche per questo il presidente lussemburghese farà approvare mercoledì prossimo un documento formale, forse due: un'«opinione» che certifica la rottura delle regole da parte di Roma e probabilmente anche un' analisi sul debito pubblico, che getta le basi di una procedura di deficit eccessivo. L' Italia torna così fra i renitenti per il debito troppo alto, perché ora è in violazione anche sul deficit annuale.

juncker dombrovskis

 

Il passaggio successivo sarà anche più delicato. Probabilmente già in dicembre - al più tardi in gennaio o febbraio - la Commissione formulerà «raccomandazioni» sul «percorso di correzione» che l' Italia deve seguire per scongiurare la minaccia di sanzioni. È in teoria possibile - ma del tutto inverosimile - che si esiga un taglio del debito del 3,5% del reddito lordo all' anno.

 

A Bruxelles si capisce perfettamente che la finanza pubblica si governa sulla base dei saldi annuali, non degli stock passivi accumulati in passato. Sembra dunque probabile che, per il 2019, la Commissione indichi per l' Italia una riduzione pari forse allo 0,1% del Pil del deficit strutturale (quello calcolato al netto delle fluttuazioni temporanee dell' economia).

 

CONTE DI MAIO SALVINI

Sarebbe un passo ragionevole rispetto al deficit 2018, ma enorme rispetto alla manovra 2019: significa smantellare quasi del tutto i fondi per il reddito di cittadinanza e la contro-riforma delle pensioni. Di certo anche una stretta limitata su un' economia già debole può frenare ancora di più la ripresa, benché i tempi della procedura rendano comunque impossibili sanzioni all' Italia prima delle europee di maggio 2019. Per il 2020 e 2021 la correzione «strutturale» richiesta da Bruxelles potrebbe poi salire allo 0,6% del Pil all' anno.

Sempre che il governo, magari in preda alle rapide dei mercati dall' inizio del 2019, accetti davvero di collaborare.

 

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO