1. SE QUALCUNO AVESSE DEI DUBBI SULLA VERA MAGGIORANZA DI GOVERNO, BASTA LEGGERE ‘’IL GIORNALE’’: “IL PREMIER BLINDA L’ASSE COL CAV. ‘PRIORITÀ ALLA LEGGE ELETTORALE” 2. IL BANANA, UNICO VERO LEADER POLITICO DEGLI ULTIMI VENT’ANNI, ANCHE SE HA IN GRAN PARTE FALLITO LA PROPRIA MISSIONE “MODERNIZZATRICE”, TIENE SU IL GOVERNO DEL ROTTAM’ATTORE PER GARANTIRE LE AZIENDE DI FAMIGLIA CON RE GIORGIO COME GARANTE CON L’ESTERO DEL PASSAGGIO DI CONSEGNE TRA BERLUSCONI E MATTEUCCIO 3. RENZI È ANSIOSO DI URLARE “FATTO!” COME CERTI VECCHI MANIFESTI DI FORZA ITALIA. TUTTI A OCCUPARSI DI ITALICUM E “ABOLIZIONE” DEL SENATO, MENTRE L’UNICA VERA NOVITÀ È CHE L’ITALIA BERLUSCONIANA LASCIA IL POSTO ALL’ITALIA RENZIANA SENZA ALCUN CAMBIAMENTO SOSTANZIALE DI PARADIGMA (L’”EBETINO” NON È MAI STATO ANTIBERLUSCONIANO)


a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)


1 - LA TRANSIZIONE MORBIDA E L'EFFETTO FRAPPE' DELLA RENZIE-NOMICS
Il potere che non sopporta vuoti conosce mille modi per passare di mano. Il modo che tocca all'Italia, pilotato da Re Giorgio come garante con l'estero di una transizione ordinata e tranquilla, si veste da Grande Riforma Istituzionale ma è un semplice passaggio di consegne tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi.

Il Banana è stato l'unico vero leader politico degli ultimi vent'anni, anche se ha in gran parte fallito la propria missione "modernizzatrice". Tiene su il governo del Rottam'attore per garantire le aziende di famiglia e si accontenta di ritagliarsi un tranquillo ruolo di oppositore per il futuro. Se qualcuno dei suoi cortigiani gli chiedesse a bruciapelo se vuole davvero tornare a Palazzo Chigi, probabilmente resterebbe deluso dalla risposta.
Renzi "fa cose". Renzi va veloce. Renzi semplifica. Renzi sburocratizza. Renzi frulla i conti pubblici nella convinzione che, se non una vera ripresa, ci sarà quantomeno l'effetto frappè. Quello per cui il bicchiere mezzo pieno si gonfia e per un po' sembra perfino traboccare.

Renzi è ansioso di urlare "Fatto!" come certi vecchi manifesti di Forza Italia. Tutti a occuparsi di Italicum e "abolizione" del Senato, mentre l'unica vera novità è che l'Italia berlusconiana lascia il posto all'Italia renziana senza alcun cambiamento sostanziale di paradigma. C'era solo da risolvere un problema di presentabilità personale ed è stato risolto. C'era da salvare l'onore dello sconfitto, ed è stato salvato perché Renzie non è mai stato antiberlusconiano.

I mercati adesso ci credono e il calo dello spread che si tradurrà in minor spesa per interessi è la piccola dote che viene offerta al nuovo Principino. Gli servirà per comprarsi il consenso che ancora gli manca e per gestire il poco che resta della sovranità nazionale. Che non a caso, è solo più una questione di efficienza gestionale.

2 - UN PATTO DA RISPETTARE/1
Se qualcuno avesse dei dubbi sulla vera maggioranza di governo, basta leggere il Giornale di Paolo Berlusconi: "Il premier blinda l'asse col Cav. ‘Priorità alla legge elettorale'" (p. 2). E ancora: "Berlusconi prepara la sfida: non sarò io a far saltare il tavolo. Il Cavaliere teme che il premier non abbia il pieno controllo del Pd e lo richiama al rispetto degli impegni presi. Chiesto un nuovo incontro tra i due leader" (p. 3).

Repubblica ovviamente non può che soddisfare i vecchi cliché che tanto rassicurano i suoi lettori, ma la sostanza cambia poco: "Il ricatto di Berlusconi. ‘Voglio tutela giudiziaria o faccio saltare tutto'. Il ministro Boschi: la legge elettorale va votata prima" (p. 6). Il Banana ha chiesto amnistie o leggi ad personam? No, vuole semplicemente un nuovo incontro pubblico con Pittibimbo, in modo da "impressionare" favorevolmente come "Grande Riformatore" il Tribunale di Milano, in vista della decisione sull'affidamento in prova ai servizi sociali.

Anche il Corriere si fa garante del patto Silvio-Matteo e, con riferimento alla riforma del Senato, titola: "Un esercito eterogeneo prova a formare un fronte conservatore" (p. 8). Più chiari di così davvero non si può.

3 - UN PATTO DA RISPETTARE/2
Ci sono notizie che, ignorate o abilmente decontestualizzate, spiegano molte cose. Eccone una, ripescata in fondo alla sezione economica di Repubblica: "Canone sulle frequenze, festa per Rai e Mediaset. Il Garante fa lo sconto. Il contributo non è più calcolato sulla base del fatturato. E nel 2014 lo Stato rischia di perdere 40 milioni di euro. Il provvedimento, ancora in discussione, sarà sottoposto a una consultazione" (p. 25).

4 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Con la scusa del nuovo record della disoccupazione, arrivata al 13%, "Renzi blinda il piano per il lavoro: ‘Il decreto Jobs Act non si tocca" (Repubblica, p. 2). Entrerà in rotta di collisione con i sindacati e quel (poco) che resta della sinistra, ma è facile immaginare che li asfalterà senza scioperi come a Berlusconi mai sarebbe stato consentito. Lo spiega bene anche Libero: "Renzi usa Cameron per lanciare il job act contro la Camusso" (p. 5).
Ed è istruttivo leggere quanto dice oggi a Repubblica il suo amico-finanziere Davide Serra, che ieri gli ha organizzato a Londra un incontro con una serie di manager e imprenditori italiani: " Matteo è diverso, non è un trombone come quelli che sono passati di qui negli ultimi 20 anni. Se in Italia adesso arrivano soldi freschi, qualcuno dovrebbe solo dire ‘grazie Matteo'" (p. 3).

Del resto uno studio di Mediobanca calcola che "l'insieme degli interventi annunciati dal governo potrebbero valere l'15 del Prodotto interno lordo" (Corriere, p. 5). Potremmo girarlo ai famosi "burocrati" di Bruxelles, così la smettono di rompere sul 3%.

5 - LA BAVA SEPARATA DALLE NOTIZIE
"Lavoro, crescita, flessibilità. Il modello Italia fa proseliti. Hollande sulla linea di Roma: Brixelles deve ammorbidirsi". E ancora: "Renzi l'ecumenico conquista sia Cameron sia Miliband. Il conservatore: ‘Bene sulle riforme'. Il laburista: ‘Mi ha impressionato". La Stampa di Detroit inneggia a Renzie, come da preciso input di Marpionne (pp. 3-4).

6 - MA FACCE RIDE!
Casini c'è e straparla insieme a noi: "Matteo è un po' pazzo, la follia serve e chi è intelligente lo asseconda" (Corriere, p. 9). Sì, lo asseconda per poi accoltellarlo.

7 - SORGENIA, L'ENERGIA CHE TI FULMINA (I BILANCI)
Continua l'agonia del gruppo elettrico della famiglia De Benedetti. Il Sole 24 Ore spiega: "Sorgenia, oggi il vertice delle banche. Si tratta a oltranza con Cir ma le posizioni sono più rigide: istituti pronti anche a rilevare l'intera quota. La società ha evitato il deficit di cassa grazie a interventi sul circolante e dismissioni: chiesto il ripristino delle linee di credito" (p. 1 secondo dorso). Strano che Bankitalia non abbia nulla da dire alle banche che si preparano ad accollarsi l'intera società.

Sul Giornale, "Sorgenia a secco, banche a un passo. La società dei De Benedetti ha evitato in extremis il deficit di cassa. Consob chiede a Cir di spiegare come far fronte agli impegni aziendali. Vicino l'ingresso degli istituti nel capitale" (p. 20). Libero va al sodo e titola secco: "Banche pronte a cacciare Cir da Sorgenia" (p. 20).

8 - AVEVAMO UNA POPOLARE
In vista del processo a Paraponzo Ponzellini, escono nuove carte sulla gestione della Popolare di Milano ai tempi del governo Berlusconi. Repubblica: "Pressioni su Ponzellini per prestare soldi a Paolo Berlusconi'. Intercettazioni Bpm, sospetti sulla vendita di villa Dell'Utri. La Russa: ‘Ti raccomando la pratica del figliolo mio'" (p. 10).

Intanto Giulio Tremonti si appresta a chiudere il pasticciaccio brutto dell'affitto dal "Pio Sodalizio dei Piceni": "Inchiesta sulla casa. Tremonti patteggia e versa 40 mila euro. L'ex ministro: pago per chiudere il caso. L'abitazione messa a disposizione da Milanese" (Corriere, p. 17). C'è però ancora un contenzioso con lo stesso Milanese, che chiede a Tremonti la restituzione delle somme versate fino al mese di aprile 2012.

9 - TELECOM-MEDIA/ RECCHI SPIEGA COME SARA' FREGATA TELEFONICA
Recchi in dirittura d'arrivo ai vertici Telecom. Sole: "Strada spianata per Recchi in Telecom. Entrambi i proxy advisor Usa sostengono la lista Assogestioni e il candidato al vertice di Telecom. Partita chiusa. Anche Iss non raccomanda la lista Findim e pur riconoscendo Gamberale idoneo alla presidenza vota sì al presidente Eni" (p. 1 Sole, secondo dorso).

E sul Corriere, Recchi parla già da presidente: "Telecom è pronta alla svolta. Sarò il garante di tutti i soci. Telecom si avvia a diventare una vera public company. Sono stato selezionato tra diversi candidati per far parte di un progetto industriale che riguarda una delle più importanti aziende del Paese (...) Nel giro di qualche mese Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Generali usciranno di scena. Lo hanno annunciato e lo faranno. Rimarrà soltanto Telefonica, che come socio al 15% sarà soltanto un partner industriale. Avrà un ruolo importante, diverso però dall'essere azionista di controllo o di riferimento" (p. 25).

10 - IL RIGURGITO DEL LEONE
Ancora dolori per Perissi-rotto dal nuovo corso di Trieste: "Generali chiede 60 milioni all'ex ad. Richiesta danni a Perissinotto. Agrusti rinuncia alla liquidazione in attesa del processo. Prima udienza il 27 maggio" (Sole, p. 26).

 

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