1. A TRE SETTIMANE DAL VOTO LE QUESTIONI TUTTORA APERTE SONO SOLTANTO DUE: IL DESTINO DEL SENATO E LA LOTTA PER IL TERZO POSTO TRA MOSÈ MONTI E BEPPONE GRILLO 2. LO SCANDALO MPS RISCHIA DI AZZERARE UNA SERIE DI CANDIDATURE PER IL QUIRINALE: DRAGHI, AMATO E PRODI, E POTREBBE ENTRARE IN GIOCO IL FATTORE LATO B: B COME BINDI 3. PIERFURBY CASINI ALL’INTERNO DELL’UDC, ESCLUSO IL SUO “CERCHIO MAGICO”, NON GLI È RIMASTO UN AMICO CHE SIA UNO. E NON VEDE L’ORA DI LIBERARSI DI TUTTI, CESA COMPRESO 4. DOPO QUALCHE SETTIMANA DI CAMPAGNA ELETTORALE CON EVIDENTI PRESTAZIONI DA POLLO DI BATTERIA, RIGOR MONTIS STA TORNANDO NEI PANNI PER I QUALI ERA CONOSCIUTO IN EUROPA E NELLA CERCHIA MILANESE DELLA SUA PRECEDENTE VITA: “UN ABILE SHERPA” QUINDI NON UN CAPO DI STATO O DI GOVERNO, E NEMMENO UN LEADER POLITICO 5. IL BANANA O DIVENTA IL PADRE NOBILE DEI MODERATI OPPURE SARÀ PUGNALATO A MORTE 6. CATRICALÀ SI SCALDA PER LA SEGRETERIA DEL COLLE, INCARICO STRATEGICO DEL PAESE

DAGOREPORT
A poco più di tre settimane dal voto alcune tendenze di fondo si stanno consolidando, sia nei sondaggi sia nel microcosmo delle nostre cerchie personali. E' possibile dunque aggiornare lo scenario effettivo del dopo voto, anche perché le questioni tuttora aperte sono soltanto due: il destino del Senato e la lotta per il terzo posto tra le truppe di Mosè Monti e quelle di Grillo Beppe.

Sulla prima questione toccherà a Re Giorgio Napolitano e a Bersani Pierluigi decidere come assicurare i numeri al governo e la stabilità al Paese e restano in piedi gli scenari sinora avanzati sulle mosse del Quirinale e del Pd, che stanno valutando anche quale veste istituzionale dare ad una eventuale collaborazione con il Berlusconi redivivo.

Sulla semifinale per il terzo posto, ufficialmente il centrino sembra in vantaggio ma i troppi nervosismi che si percepiscono dalle parti di Scelta Civica farebbero pensare che così non è e che M5S sia avanti, sia pure di poco, come del resto alcuni sondaggi, ospitati anche dai giornali più montisti, cominciano a registrare.

Ma la campagna elettorale ha già dato alcuni verdetti molto importanti relativamente ad alcuni protagonisti e rispetto all'Italia che verrà: Eccoli

1. Lo scandalo Mps, anche se non ha una relazione diretta di causa/effetto sui papabili, rischia di azzerare una serie di candidature per il Quirinale. Certamente, Draghi Mario, Amato Giuliano e, perché no, Prodi Romano, appaiono meno in gioco di qualche mese fa. E potrebbe entrare in gioco il fattore LATO B: poniamo che Rosy Bindi venga eletta presidente della Camera e che serva una figura politica che abbia già una carica istituzionale, che sia anche di sesso femminile (il che aiuta, anche se qualcuno dovesse avere l'ardire di avanzare velati dubbi sul caso specifico) e che sia ineccepibile sotto il profilo etico.

La presidente del Pd vive a Sinalunga, ma con il Monte e con la sua associazione a delinquere non ha avuto frequentazioni rilevanti, quindi questo potrebbe essere un vantaggio. Nel 1992 Scalfaro da presidente della Camera bruciò tutti i grandi capi della Dc dell'epoca. Bindi Rosy se raggiunge il primo traguardo potrebbe essere automaticamente in lizza per l'altro.

2. Bersani Pierluigi. La legislatura potrà durare due o cinque anni. Cinque se si realizzano le convergenze istituzionali con il "forno" giusto, non soltanto con il forno che prende più voti. Due anni se il leader del Pd, beneficiario del premio di maggioranza alla Camera, si arrocca e non riesce a delineare una linea politica più chiara, limitandosi a navigare tra due schieramentini perdenti (di minor o maggior successo o presentabilità) come Vendola, Ingroia, Camusso, Monti, Fini e Casini.

3. Casini Pierferdinando in Caltariccone è all'ultimo giro di boa. All'interno dell'Udc, escluso il suo "cerchio magico", non gli è rimasto un amico che sia uno. Opportunismo, arroganza, tracotanza, le critiche più lievi. Per avere la controprova basterebbe ascoltare per qualche minuto cosa dice di lui la sorella di Cesa Lorenzo in tutti i salotti romani. Cose inenarrabili. Il Genero non se ne cura, non vede l'ora di liberarsi di tutti, Cesa Lorenzo compreso.

4. Monti Mario ex Mosè, "lo sherpa". Dopo qualche settimana di campagna elettorale con evidenti prestazioni da pollo di batteria, sta tornando nel suo soffitto di cristallo (per usare un'espressione cara alle femministe d'antan, cioè nei panni per i quali era conosciuto in Europa e nella cerchia milanese della sua precedente vita: "un abile sherpa".

Quindi non un capo di stato o di governo, e nemmeno un leader politico. Per la verità, l'aggettivo abile l'abbiamo aggiunto noi per non danneggiare eccessivamente l'immagine del nostro Paese, già provata dallo scandalo Mps. In realtà, nei vertici internazionali è uso comune darsi dei nomignoli o dei nick name e il nostro attuale premier viene chiamato "lo sherpa".

La cosa non è a sua insaputa, lui lo sa, ne è irritato ma non può farci nulla. Il tutto per dire che le sue prospettive restano limitate ai noti e futuribili incarichi europei, se la congiuntura politica del 2014 lo permetterà. Questo significa anche che ha un problema di traghettarsi in quell'epoca, che se continua nel suo impasto di leggerezza da novizio della politica rispetto ai contenuti e di arroganza professorale rischia anche di restare a piedi sulla stessa via di Bruxelles. E che, infine, questo è certo, quelli che si sono aggrappati alla sua scialuppa resteranno comunque orfani.

5. Berlusconi Silvio. Sta dando prova ancora una volta che la campagna elettorale gli funziona da gerovital politico, porterà a casa un risultato inaspettato, ma sa anche che questa è davvero la sua ultima campagna elettorale. Quindi deve comportarsi di conseguenza: il suo appuntamento più impegnativo comincerà il giorno dopo le elezioni.

O anticipa tutti e avvia sul serio il processo costituente di una forza moderata e popolare sciogliendo immediatamente il Pdl in una nuova forza politica attraverso un serio processo democratico che parte dalla base fino al vertice, quindi insediando in modo ramificato dal più piccolo comune fino a Roma una classe dirigente che viene selezionata democraticamente dal quel popolo che è riuscito per l'ultima volta a mobilitare e archiviando definitivamente impresentabili, veline, mignottocrazia militante e aspirante, oppure le Idi di marzo si porteranno dietro con qualche mese di anticipo una bella riunione del Gran Consiglio e per mano dei suoi fedeli "servitori" sarà pugnalato a morte (politica, s'intende).

Nel primo caso diventa il padre nobile dei moderati, mette fuori gioco il centrino dello Sherpa, di Fini e Casini e si fa da parte da leader non da sconfitto. Se vuole, è in grado di farlo lasciando i suoi a scannarsi ma questa si chiama selezione democratica della classe dirigente. In Forza Italia e nel Pdl non c'è mai stata, se il fidanzato della Pascale la introduce in zona Cesarini sarà ricordato anche per questo e non solo per tutto il resto che sappiamo.

6. Grillo Beppe torna a crescere sostituendo la Rete con le piazze, persino quella storica del sindacato e della sinistra di piazza San Giovanni a Roma. Se questo colpo gli riesce, il terzo posto non glielo toglie nessuno. Per il dopo, non gli salti in mente di mettere vincoli ai suoi eletti perché si ritroverebbe solo: più gli eletti sono gente normale, casalinghe o precari, più velocemente si abituano agli usi e costumi della casta politica e non vogliono tornare indietro. Ne può far firmare loro scritture private o invocare regolamenti o statuti interni. Con il salto in Parlamento il movimento non potrà più essere guidato con i diktat di Casaleggio e dintorni come oggi.

7. Uno dei personaggi più influenti del governo Monti, che ne ha fatto parte senza farsi travolgere dagli errori tecnici e che ha saputo tenersi alla larga dalle tentazioni di Scelta Civica, tornerà per un breve periodo al Consiglio di Stato. Ma e' l'uomo che in Italia segue con più attenzione di tutti la corsa al Colle perché più di tutti viene ritenuto il candidato numero uno alla Segreteria Generale del Quirinale, uno degli incarichi istituzionali più importanti del Paese. Si chiama Catricala' Antonio.

 

 

GRILLO MPS Monti e Merkel a Berlino bc bf af df daf f c PRODI, VISCO, BERSANI4mod02 mar draghi fra giavazzi amato fio kos padoa schioppaROSI BINDI MASSIMO DALEMA CASINI CESA PRESENTAZIONE DEL LIBRO LA DEMOCRAZIA IN EUROPA DI MARIO MONTI E SYLVIE GOULARD MARIO MONTI AL PARLAMENTO EUROPEO BERLU CHE DORME STRETTA DI MANO TRA MONTI E BERLUSCONI BERLUSCONI FA LE CORNACatricala Antonio dietro a sinistra Paolo Liguori

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…